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LETTERE AL DIRETTORE

CARLO ANDREOTTI * GIUNTA PAT: « SONO PREVALSE LE PRETESE DI UN COMMISSARIO NOMINATO DA ROMA E DI UN PARTITO INDEGNAMENTE AUTONOMISTA »

Scritto da
00.44 - venerdì 15 dicembre 2023

Gentile direttore Franceschi,

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano l’Adige, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

Carlo Andreotti

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Machiavelli e Goldoni “superati” dal Trentino. E così anche Niccolò Machiavelli (il fine giustifica i mezzi) e Carlo Goldoni sono serviti . Lo spettacolo che si è dato ed il cinismo con il quale sono state condotte le trattative per la formazione del nuovo governo provinciale infatti  sono stati tali da far impallidire sia l’autore fiorentino, sia il padre della commedia moderna italiana. Come si possono definire diversamente gli accadimenti politici che hanno portato alla formazione del nuovo Governo provinciale se non una riedizione in chiave attuale e politica delle Baruffe chiozote.
In queste ultime si trattava di baruffe amorose concluse felicemente con tre matrimoni; in quelle trentine si trattava di indecenti baruffe politiche concluse non altrettanto felicemente con tre matrimoni che invece di accontentare tutti e di fare gli interessi del Trentino hanno accontentato soltanto i  principali protagonisti di una vicenda tragicomica che mai si era registrata nel pur fantasioso mondo della politica italiana. Sì “italiana”, perché mai come in questa occasione le influenze romane si sono fatte non soltanto sentire, ma anche pesantemente valere. Invano il Presidente Fugatti ha provato a fare di testa sua, alla fine sono prevalse le pretese di un commissario nominato da Roma e di un partito autonomista che così poco e indegnamente autonomista non si era mai dimostrato.
Si dice che alla fine si sono rispettati i patti sottoscritti prima delle elezioni. Può anche essere, ma quei patti non avrebbero mai dovuto essere sottoscritti (o stipulati). Certo, in una corretta dialettica politica patti pre-elettorali ci possono anche essere, ma soltanto per quanto riguarda programmi e alleanze fra partiti, non certo sulla distribuzione delle “careghe” cosa questa che tra l’altro non può prescindere dal numero dei voti che ogni forza politica e ogni singolo candidato raccoglierà.
E poi, se questi esecrandi patti pre-elettorali c’erano, perché non rispettarli sin da subito senza esporre pubblicamente, con buona dose di cinismo politico, incolpevoli consiglieri ad aspettative (non richieste) che poi si sono rivelate, alla luce dei fatti, poco meno che una presa in giro con la conseguenza di creare non soltanto malcontenti, mal di pancia, delusioni e mugugni, ma persino l’abbandono della forza politica con la quale era stato eletto da parte di un consigliere provinciale?  Se queste sono le premesse di una legislatura che è appena cominciata non c’è tanto da stare allegri.
La speranza è che finalmente, scoperti gli altarini pre-elettorali e trovata la quadratura di un cerchio già disegnato ben prima delle elezioni e che si è vanamente  e ingenuamente tentato di cancellare, ora si cominci a lavorare sul serio: c’è necessità e urgenza di farlo. In questo bailamme politico le brutte figure del resto non sono state solo della maggioranza, ma anche di una minoranza che sembra non esserci, salvo nel rivendicare anch’essa le sue brave poltrone. Non illudiamoci inoltre che tutto sia risolto,  perché c’è ancora una partita regionale tutta da giocare con una varietà di interlocutori che data la situazione bolzanina, rischia di divenire ancora più complessa di quella trentina che solo improvvidi protagonisti hanno reso caotica e incomprensibile per i cittadini.
Il Trentino ha più che mai bisogno di ritrovare la Stella polare della propria autonomia.
Di operare con urgenza scelte che siano davvero autonome e che vadano a beneficio del territorio, confrontandosi, se necessario anche a muso duro con Roma. Fugatti e Kompatscher si sono già resi protagonisti di un importante accordo con tutte le Regioni a statuto speciale del Paese. E’ già un primo passo per far capire a Roma che l’autonomia non si tocca. Vediamo se queste cinque regioni (Sicilia, Sardegna,Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Sudtirol) sapranno trovare un comune denominatore e dimostrare forte solidarietà interna quando si tratterà non soltanto di difendere, ma anche di rivendicare e valorizzare le proprie prerogative nei confronti del governo centrale. Per farlo bisogna cominciare dall’acquistare credibilità e dimostrare serietà, quella serietà politica che al Trentino di questi tempi è completamente mancata.
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Carlo Andreotti
Già Presidente della Provincia autonoma di Trento
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