Egregio direttore Franceschi,
vorrei esprimere il mio pensiero in merito all’interessantissimo report della CCIAA di Trento sul clima di fiducia dei consumatori trentini; questi ultimi sono coloro che godono dei servizi, coloro che consumato i beni e servizi prodotti dal mondo economico.
Se i dati di settembre 2023 evidenziavano un netto peggioramento rispetto alla precedente rilevazione, l’aggiornamento di novembre 2023 non è di certo positivo. Infatti, si legge che il clima di fiducia è calato di ulteriori 9 punti.
Sono in peggioramento le previsioni delle famiglie trentine sul futuro andamento dell’economia trentina; sono in peggioramento i giudizi relativi alla propria situazione finanziaria; sono i peggioramento le intenzioni di acquisto di beni durevoli. Il clima di fiducia dei consumatori trentini è inferiore a quello registrato a livello nazionale, a quello registrato nel Nord-est, a quello registrato in Germania e a quello registrato come media europea.
Si legge che i consumatori che si aspettano un ulteriore peggioramento della situazione economica locale raggiungono il 66,6% (dal 50,0% dello scorso settembre), mentre la percentuale di chi immagina un quadro stazionario si assesta al 26,4%, in calo di circa dieci punti percentuali rispetto a quanto emerso nella precedente rilevazione (36,1%). Residuale e in ulteriore contrazione risulta la quota di chi esprime valutazioni positive (4,4% dal 9,6%). Quindi, nell’arco di due mesi, chi esprime valutazioni positive si è dimezzato.
Si legge che, in riferimento alla situazione economica della propria famiglia percepita nell’ultimo anno, si assiste ad un aumento di chi riscontra un peggioramento (55,7% dal 47,0% di settembre) e ad una contrazione di quella che la reputa stabile (40,6% dal 46,1%). Residuale e in ulteriore calo risulta la percentuale di chi esprime un giudizio positivo (1,1% dal 3,1% di settembre).
Si legge, ancora, che, per quanto riguarda l’effettiva possibilità di realizzare accantonamenti di risorse, la quota di coloro che non ritengono di riuscire a risparmiare si conferma elevata (oltre il 70%).
Il mio auspicio è che la politica legga in maniera approfondita tale report. Le previsioni sulla situazione economica del Trentino sono percepite in maniera molto negativa da circa 7 trentini su 10. Quasi 6 trentini su 10 dichiarano di avere una situazione in peggioramento.
Oltre 7 trentini su 10 non riesce a risparmiare. Sono dati che fanno pensare, che devono far pensare. Servono azioni politiche serie, o meglio, serve tornare a fare politica in maniera seria. Una politica attenta alle necessità delle famiglie, coloro che, oggi, sono in forte crisi. Se il 70% dei trentini non riesce a risparmiare, il problema è costituito da stipendi troppo bassi rispetto al costo della vita. Stipendi non in linea con molte altre regioni e province italiane. Come possiamo lamentarci se un giovane rimane a casa dei genitori e non compra casa se percepisce un reddito di 1.200 euro ed il costo della vita (affitto e spese) si avvicina a quanto percepisce di retribuzione netta? Come fanno i giovani a risparmiare se riescono a malapena a coprire le spese?
Stiamo concludendo un 2023 difficile ed inizieremo un 2024 che si preannuncia molto complicato; non perché sarà un anno bisestile (ricordiamo il detto trentino “ann bisest, ann funest”), ma perché la politica, oggi, sembra essere troppo distante dai problemi delle persone e delle famiglie, in quanto prioritario, sembra, il raggiungere una poltrona di prestigio, piuttosto che, invece, occuparsi seriamente e celermente dei problemi delle persone.
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Lorenzo Rizzoli – Trento