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LETTERE AL DIRETTORE

MAURO OTTOBRE * PATT: « UN PARTITO CHE OSSERVA CHI VINCE E POI NE CAVALCA I VANTAGGI, UNA SQUADRA SENZA ANIMA E FUTURO »

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04.07 - sabato 29 ottobre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Intervenni in campagna elettorale un paio di mesi fa, per suggerire l’idea di ritirare l’iniziativa della candidatura nel Collegio di Rovereto del candidato in quota autonomista per ordini di motivi politici e tecnici.

Appariva agli occhi di un miope che la presenza di candidature di disturbo altro non avrebbero fatto se non favorire la candidata neo centralista e dichiaratamente ostile alle autonomie Micaela Biancofiore. Così è stato ed oggi se la stessa senatrice, contro cui ho nulla ovviamente di personale, ma rappresenta politicamente quello che più distante posso immaginare dalla mia visione autonomista, si trova a rappresentare la nostra terra in una fase di grave e pesante pericolo per l’Autonomia.

Curiosa la risposta post elettorale della segreteria del Patt che si dichiara soddisfatta, molto soddisfatta, del risultato raggiunto. Zero rappresentanti a Roma del Patt, scissione consiliare con la perdita di due consiglieri su tre, minimo storico di rappresentanza consiliare, da nove ad uno in poco più di sei anni e quindi perdita del fatturato consiliare dell’88,9%, apparentamento con Progetto Trentino di Grisenti, lo stesso che qualche anno fa definì l’allora assessore Panizza l’assessore al sottoscala; tradotto: irrilevanza politica.

Il rischio evidente di scomparsa dal panorama locale della forza più longeva in Trentino merita alcune valutazioni che credo consiglino di traguardare la semplice attualità. La scomparsa di una forza politica autonomista è per il Trentino tutto una gravissima perdita. Una forza politica come il Patt disastrata, per scelta e non per conseguenza, è un lutto per tutti. Che lo capiscano fuori dal Partito e non se ne voglia comprendere il momento dentro il Partito, trincerandosi all’ interno della logica del fortino assediato, significa non leggere dati oggettivi che sono quelli appena sopra, brevemente indicati.

La fase di assoluta emergenza energetica, internazionale, valoriale, politica, ha ingenerato un grave livello di disaffezione, che non è solo elettorale, ma più in generale fiduciaria verso tutto quello che sa in qualche modo di partecipazione ad un pubblico impegno. La parola responsabilità appartiene ormai al vocabolario arcaico di una politica finita.

Il partito non è più la sede della politica; la sede della politica è l’economia e la finanza. Di questo i partiti, tutti i partiti debbono farsi carico, mettendo in campo i contrappesi, ognuno per le proprie capacità, atti a recuperare funzioni, dignità del ruolo di partito. Perché la politica deve indirizzare e guidare e non può subire le logiche di interessi finanziari che non hanno certamente al centro quelli del singolo. Le forze di opposizione in Trentino stanno restaurandosi dal parrucchiere della politica in attesa che la gente venga ad urlare loro lo stato di crisi.

In questo quadro il Patt decide ufficialmente per voce del proprio segretario, col corsivo di qualche giorno fa, di preferire attendere la primavera prima di decidere che cosa fare da grande.
Nel mentre la nave nazionale è salpata per un’avventura tutta nuova per guida e traiettoria dichiarata, il Trentino si prepara con un quadro di governo provinciale auto-referente ed in preda ad una costante fuga da responsabilità accanto ad una sottovalutazione della situazione da parte di chi questo governo dovrebbe stimolare a meglio operare.

Qualche anno fa il presidente del Partito Panizza dichiarò ufficialmente superata la politica dell’ autonomismo di Enrico Pruner, sostituito da quello “industriale”, mercantile, duttile e dell’immediato tornaconto. Quello per capirsi dell’abbandono dell’ideale “lungo” in favore della scelta più comoda. Quello in sostanza dell’osservare chi vince, per poi cavalcarne i vantaggi. Bei risultati.

In questo sta la trappola mortale di un Partito che rinuncia a guidare la strada dei valori e dei programmi propri per monetizzare tutto e subito. Ma una squadra che rifiuta il rischio di poter anche perdere per un interesse personale, è una squadra senza anima. E’ una squadra senza futuro.

 

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Mauro Ottobre

Già consigliere Provincia autonoma Trento e Deputato del Patt

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