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LETTERE AL DIRETTORE

MAURIZIO SIMONI – REPLICA A MAURIZIO CALLERI * ORSI TRENTINO: « LA SITUAZIONE STAVA DEGENERANDO, COSÌ IL PROGETTO NON SAREBBE POTUTO ANDARE AVANTI»

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10.29 - giovedì 13 aprile 2023

Buongiorno direttore,

ho letto il provocante e inopportuno intervento del veterinario Calleri. Sicuramente, e contrariamente a quello che lui crede, non ha fatto una cosa gradita, né per competenza in materia né per la sensibilità, visto che è arrivato il giorno prima del funerale del ragazzo ucciso dall’orso. Ah già, dimenticavo, la sensibilità nelle persone come lui va solo a senso unico, va solo indirizzata al povero animale predatore.

Partiamo da un punto fermo: essere veterinario non vuol per forza dire essere un esperto di comportamento animale, ne ho conosciuti alcuni che non erano nemmeno in grado di consigliare correttamente le correzioni per i cani lievemente problematici. Figuriamoci capire qualcosa di comportamento di predatori selvatici.

Dice di essere veterinario, ma allora dov’era quando da studente all’università facevano le lezioni di comportamento animale, di apprendimento animale, di rinforzi positivi e negativi, di interazione intra e extraspecifica, ecc… ecc…? Avrebbe imparato che un predatore come l’orso, ogni volta che incontra una persona e quest’ultima giustamente retrocede, riceve un rinforzo positivo, che nel tempo lo porta ad avere sempre più confidenza verso l’uomo e di conseguenza a non essere inibito verso di lui in caso di incontri; nonché a considerarci dei competitori per cibo, territorio di caccia, prede ecc. e ad usare con noi lo stesso linguaggio intraspecifico che userebbe con un altro orso.

Purtroppo il nostro fisico non è alla pari per sostenere un qualcosa che per lui è poco più di una “discussione”. Nel corso degli anni abbiamo visto le conseguenze sulla pelle delle persone di questi incontri. Ah sì, per l’orso era solo una “discussione”. Se avesse anche solo un minimo di competenze in comportamento animale e di conoscenza del territorio Trentino, saprebbe che era solo questione di tempo, che la situazione stava via via degenerando, e che così il progetto non sarebbe potuto andare avanti.

Anche senza dover arrivare al morto per aprire gli occhi. Il veterinario ha mai avuto, allevato, o gestito animali da lavoro, da compagnia o da reddito per qualche anno? Presumo di no, perché almeno in quel caso avrebbe potuto capire e imparare qualcosa del modo di comunicare e delle conseguenti reazioni degli animali. Non parlo di quelli che probabilmente sono il suo target: cagnolini col cappottino, gattini relegati a non uscire mai di casa e con padroni che quando li chiamano dicono “il mio amore, vieni da papà/mamma”, che praticamente li trattano più come un figlio viziato che come un animale.

Parla di ecologia e rispetto della natura… Si rende conto che i primi animali a essere snaturati ed egoisticamente adattati ai più assurdi canoni umani sono proprio quelli che per molte persone sono animali da compagnia, che però non rientrano più nel naturale comportamento animale di cani, gatti, ecc..? Probabilmente è un veterinario ecologista (chiedo scusa, sarà l’ignoranza da montanaro ma non riesco a capire la specializzazione: dev’esserci dentro di tutto… o niente per fare colpo? boh) con la mente più o meno alienata dall’antropomorfizzazione degli animali visti nei film e cartoni animati di Walt Disney.

Si deve parlare di comportamento animale, che però con la sua interpretazione di ecologia non c’entra nulla, a meno che non si voglia dichiarare l’intero territorio Trentino riserva ecologica integrale interdetta, con la sola città di Trento dove possa rimanere l’uomo. Dice che la politica per ignoranza e incompetenza ha portato a questo risultato.

Probabilmente la politica ha portato a questo risultato perché invece di poter ascoltare persone competenti in fatto di comportamento animale, è rimasta ostaggio di strampalate idee gridate ai quattro venti da persone scollegate dal mondo reale e utopiste come il veterinario che da come parla sembra non avere la più pallida idea né di come si vive nelle valli alpine né della capacità di apprendere degli animali. Non servivano esperti di ecologia, ricordo che il il Parco alla sua istituzione ha trovato già un territorio praticamente intatto, ma serviva sicuramente ascoltare comportamentisti animali, redigere un programma di introduzione con precisi paletti da non superare da parte degli orsi e delle risposte inflessibili da parte della Provincia.

Ma sicuramente le azioni necessarie non sarebbero piaciute a chi vorrebbe farci vivere chiusi in recinti e con gli animali fuori. Si parla di interazione uomo-predatori, ma l’educazione non può essere a senso unico, rivolta unicamente all’uomo. Servono azioni di educazione verso l’orso, per fare sì che sia l’animale per primo a sfuggire all’uomo, evitando di associare, per eccessiva confidenza, l’odore umano alla presenza di cibo. Ricordo che nei secoli scorsi, e fino agli anni ’90, per memoria genetica, gli orsi hanno sempre associato l’odore umano ad un pericolo, e non ad un rinforzo positivo.

Infine, non riesco a capire quali siano quelle che lui considera le regole della natura… dato che sono solo oltre 50 anni che ci vivo. So che è ligure, la settimana prossima sarò in vacanza da quelle parti, se vuole può contattarmi e berrei volentieri un caffè con lui al bar. Potrei spiegargli qualcosa sul comportamento e sull’apprendimento degli animali, soprattutto rapportato a un territorio densamente antropizzato come il nostro, anche se non sono una “testa fina” come lui…

Nella vita ho incontrato tante persone “speciali”, ma dal punto di vista psicologico e del pensiero campato in aria, probabilmente li supera tutti…e io sono una persona molto curiosa.

Ps: con l’aumento significativo della popolazione dei lupi, si stanno riproponendo gli stessi problemi, con l’aggravante che, essendo il lupo unicamente carnivoro, finiti gli animali selvatici del bosco, inizierà a predare gli animali d’allevamento e domestici dei paesi.
A meno che non vengano adottati drastici e impopolari (per qualcuno) interventi di desensibilizzazione nei confronti dell’uomo.

 

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Maurizio Simoni

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