News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

MAURIZIO FRESCHI * ISTRUZIONE: « L’AUTONOMIA SCOLASTICA È PRIVA DI CONTROLLO, VI È ANARCHIA COME SE CI TROVASSIMO IN UN “MEDIOEVO FORMATIVO” »

Scritto da
18.09 - domenica 13 marzo 2022

Riflessioni personali sulla scuola trentina. Nonostante l’Italia si definisca un Paese sviluppato e una delle principali economie mondiali, nonostante il Trentino possa definirsi una delle aree di eccellenza della nostra nazione, ci ritroviamo con un sistema scolastico inadeguato, disomogeneo, incoerente e con picchi di alta professionalità contrastati da situazioni di imbarazzante incompetenza. La scarsa attenzione dei politici per l’istruzione, la mancanza di una reale programmazione e la scarsa retribuzione dei docenti stanno svilendo e distruggendo un sistema scolastico che avrebbe avuto enormi potenzialità.

Per assegnare le cattedre scoperte sono stati ridotti a tal punto i requisiti di reclutamento fino ad affidare classi a soggetti privi di specifica formazione pedagogica o abilitazione all’insegnamento. Per uno studente ottenere una buona formazione scolastica è ormai come lanciare i dadi e sperare che esca il numero desiderato. Nel corso dell’anno scolastico, per carenza nelle graduatorie, supplenze o sostituzioni, potrebbe incontrare sul suo percorso un docente preparato, professionale e motivato oppure un altro impreparato, improvvisato o frustrato, e purtroppo negli ultimi anni i secondi, anche se una minoranza, stanno crescendo sempre più.

Tutto questo, pregiudica pesantemente la continuità didattica, genera instabilità, insicurezza e discontinuità nel percorso formativo degli studenti che si ritrovano a doversi rapportare con continui cambi nella metodologia di insegnamento e nei criteri di valutazione passando da ottimi giudizi ad altri deludenti (o il loro contrario) ad ogni cambio docente o supplenza finendo col demotivarsi e perdere fiducia nel sistema. Per non parlare poi dello scarso livello medio di conoscenza della normativa e dei regolamenti scolastici, in particolare nella gestione dei bisogni educativi speciali. Bisogni educativi che ricevono attenzione, demagogicamente, solo nelle parole e nei proclami ma non nei fatti, con parametri fermi da più di 16 anni quando le percentuali rilevate nel mondo della scuola erano meno di un quarto delle attuali e, purtroppo, nemmeno la stessa formazione docenti è andata di pari passo all’incremento degli stessi.

L’autonomia scolastica si è trasformata in un mero scarico di responsabilità sugli istituti delle inefficienze di sistema, un’autonomia che non permette di premiare la professionalità e di eliminare le vere criticità, un’autonomia che, priva di un reale controllo, si trasforma in anarchia (o talvolta in autarchia) come se ci trovassimo in un “medioevo scolastico” e dovessimo affidarci alla buona sorte di essere “governati da un sovrano illuminato” (il dirigente) che grazie alla propria professionalità riesca a contenere (ma non a evitare) i danni derivanti da anni di disattenzione e di scarsa considerazione per l’istruzione dei nostri ragazzi.

Nel momento in cui si fa salire in cattedra chiunque senza nessuna reale verifica di competenze specifiche e senza nessuna possibilità di sostituzione, se non in situazioni gravissime, la scuola abdica al suo ruolo educativo comportandosi come una pessima azienda che assegna ruoli delicati e strategici a soggetti senza le caratteristiche per ricoprirli …nel privato non succederebbe, perché nell’istruzione si permette che ciò accada? La scuola non deve essere un centro di prima accoglienza per soggetti che non trovano altro sbocco lavorativo ma dovrebbe valutare attentamente formazione e competenze di chi è preposto all’istruzione di bambini e ragazzi.

Questo non significa che un soggetto privo di abilitazione non abbia le qualità per insegnare, ma risulta obiettivamente necessario che ci sia un percorso di accompagnamento e di formazione prima di vedergli affidata una classe. Non possiamo poi stupirci se lo stesso Censis nell’ultimo rapporto annuale ci presenta una società sempre più irrazionale che perde progressivamente fiducia nelle istituzioni, evidenziando una situazione ben più critica di quanto ci mostrerebbero le illusorie prove Invalsi. Viene da chiedersi se tutto questo sia generato dall’opportunità di avere una società (e un elettorato) priva degli strumenti per poter valutare attentamente ciò che viene proposto ed attuato o se sia causato dall’assoluta inadeguatezza di chi ha governato fino ad oggi.

Quindi, per i prossimi programmi elettorali, sarebbe opportuno ricordare che non ha senso parlare di Istruzione se non si interviene seriamente, in primis, su formazione, stabilizzazione, retribuzione, valorizzazione e valutazione della effettiva capacità professionale dei docenti …che non può essere intesa e limitata alle sole competenze disciplinari, ma va estesa alla dimensione pedagogica e relazionale.

 

*

Maurizio Freschi è Presidente della Consulta provinciale genitori e Vicepresidente del Consiglio sistema educativo provinciale

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.