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LETTERE AL DIRETTORE

BRUNO DORIGATTI * POST ELEZIONI – COMMENTO: « TRENTINO, I PICCOLI “CESPUGLI” PIÙ IMPEGNATI PER LA SALVEZZA CHE PER RAFFORZARE L’ALLEANZA »

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14.42 - giovedì 9 novembre 2023

Gentile direttore Franceschi,

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano “L’Adige“, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

Il recente esito elettorale impone una necessaria riflessione politica sia nella maggioranza – dove mancate aspettative ed aumentate divisioni interne si ripercuoteranno sulla prossima Giunta provinciale e sul suo funzionamento – sia in quel centrosinistra che non sembra essere stato in grado di interpretare il disagio sociale e di raccogliere un consenso ulteriore rispetto al dato storico consolidato. Le cause sono, a mio avviso, molteplici. Sicuramente ha pesato il ritardo con cui sono state affrontate le elezioni. Poi non si può pensare di mettere in campo un progetto a pochi mesi dal confronto elettorale; un progetto che peraltro è rimasto sulla carta per palese incapacità di trasmetterlo al corpo elettorale. Ma non solo.

I piccoli “cespugli” sono parsi più impegnati alla loro salvezza che a rafforzare l’alleanza e l’opposizione fatta nei cinque anni trascorsi è stata praticamente inesistente, litigiosa e frammentata, a differenza di quanto era accaduto nella Legislatura precedente durante la quale il centrodestra è risultato oltremodo coeso e molto battagliero. Va da sé come, in una simile situazione, la destra si è trovata davanti una prateria, nella quale è stato facile raccogliere consensi e voti. E’ da queste considerazioni che forse bisognerebbe iniziare a riflettere, dicendo con chiarezza anzitutto quale enorme errore si è compiuto cinque anni fa nel distruggere l’alleanza di centrosinistra, affossando la presidenza di Ugo Rossi e favorendo così quella fuga di parte degli autonomisti che probabilmente avrebbero fatto la differenza dentro una coalizione di centrosinistra autonomista.

In politica, prima o poi, gli errori si pagano sempre e i responsabili di quella scellerata decisione dovrebbero fare atto di memoria del proprio caparbio agire di allora, anziché occupare ruoli apicali ed affannarsi oggi a scalzare la destra, dopo averla consapevolmente favorita con una politica piegata solo su interessi parziali e di parte. Sono anche questi comportamenti e queste scelte che producono distacco, delusione e disimpegno e che si riflettono nella crescente riduzione della partecipazione alla politica attiva, in una sorta di spirale di impotenza che dilata ulteriormente il fenomeno dell’astensionismo. Sbagliando si è voluto rincorrere con ostinazione, dentro la logica del campo largo, tutti i “cespugli” che rivendicavano una loro centralità, mescolando in un unico calderone visioni e obiettivi diversi e fin anche opposti fra loro. Il minestrone è un ottimo piatto, ma in politica crea confusione e come si è visto non è digeribile. Ora, dopo aver rotto il vaso occorre da subito, con saggezza e determinazione, iniziare a rincollare i cocci, per affrontare i prossimi cinque anni, partendo dal Consiglio provinciale e dalle future scadenze elettorali europee a comunali.

Il programma dell’alleanza potrà essere la nostra stella polare, nella consapevolezza che quest’ esperienza non deve e non può assolutamente essere persa. Nelle settimane scorse si è parlato di partito territoriale e le distinzioni non sono mancate. Prudenza, contrarietà ed identità sono sembrati essere i fili conduttori di un confronto dove, mentre si afferma la centralità del disegno unitario, poi si investe su ciò che più conviene nell’ interesse della singola rappresentanza. Adesso però, per impedire alla destra di governare anche oltre i prossimi cinque anni, dobbiamo avere il coraggio di fare quel salto di qualità, richiesto dai trentini e della stessa nostra storia. Questo centrosinistra non può più assomigliare al condominio degli egoismi individuali, dove si convive forzatamente senza mai cercare di perseguire il bene comune.

Occorre invece un vero sforzo per costruire un diverso soggetto complessivo, ricercando dentro le ragioni della politica tutte le condizioni necessarie per questa prospettiva di innovazione. L’invito insomma è quello di dar corpo, in tempi rapidi, ad una Federazione aperta a tutti i partiti dell’alleanza, capace di prendere decisioni di indirizzo politico e di comportamento complessivo della minoranza nell’aula consiliare, nel rispetto delle peculiarità di ogni singola forza politica, che può quindi continuare la propria attività e mantenere i propri organismi e gli eventuali rapporti con i partiti nazionali, ma con l’obiettivo di dar vita ad una grande forza politica autonoma e territoriale, in grado di parlare con autorevolezza all’intera comunità e di essere un punto di riferimento anche per la politica nazionale.
Si tratta di un progetto non rinviabile e che chiama ad una opzione rapida e coraggiosa, sapendo che la scelta del proprio singolo orticello è sbagliata e non più capita dall’elettorato. Solo così si potrà iniziare a costruire un’ alternativa credibile a questa nera politica che parla solo la lingua della propaganda e che riporta indietro la nostra comunità e l’intero Paese.

 

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Bruno Dorigatti

Trento

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