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ZENI (PD – TRENTINO) – INTERROGAZIONE * OSPEDALE SANTA CHIARA: « REPARTO ANESTESIA E RIANIMAZIONE, QUALE È LA SITUAZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE? »

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16.27 - venerdì 24 dicembre 2021

Quale la situazione e la programmazione nel delicatissimo settore della rianimazione? A tre anni dal pensionamento del primario di rianimazione 1 del Santa Chiara, ancora senza sostituto, il consigliere Luca Zeni ha presentato un’interrogazione alla giunta provinciale per fare il punto sul delicato settore della rianimazione.

L’emergenza Covid sta tornando a sollecitare gli ospedali trentini, e, nonostante i numeri ci collochino ancora in “area non critica”, anche grazie al sistema di classificazione che ricomprende nei “posti disponibili” anche quelli teorici derivanti dalle chiusure delle sale operatorie e grazie all’esclusione dal computo dei pazienti che si negativizzano (ma rimangono in reparto), le comunicazioni di questi giorni destano preoccupazione.

Infatti il primario, con una mail, ha inoltrato ai medici del reparto le linee guida che si adottano in caso di crisi, quando si deve scegliere chi curare e chi lasciare morire, mentre il direttore del SOP ha richiesto spostamento di pazienti “in giornata” per liberare posti.

Per questo il consigliere Zeni chiede quali siano le prospettive, chiedendo in particolare:

– per quale motivo, a tre anni di distanza dal pensionamento del primario del reparto di anestesia e rianimazione 1, in anni di così grande pressione proprio in questo settore, ancora non si sia provveduto alla sostituzione;

– quante siano le giornate complessive, dal momento della nomina a scavalco il 1 ottobre 2018, trascorse fisicamente (e non con mero collegamento a distanza) dal direttore Penzo nel reparto di anestesia e rianimazione 1;

– quando si prevede di pubblicare il bando, e se, a differenza di numerosi primari di recente nomina, si ritenga opportuno ricercare in particolare professionalità con un collegamento con il mondo accademico, in coerenza con la programmazione rispetto alla facoltà di medicina;

– se corrisponda al vero che, al fine della classificazione dell’occupazione dei reparti di rianimazione, il numero totale di posti letto disponibili non sia quello effettivo, ma quello teorico massimo derivante dall’attivazione di posti recuperati in particolare nelle sale operatorie;

– se corrisponda al vero che, al fine della classificazione dell’occupazione dei reparti di rianimazione, i pazienti covid ricoverati sono costantemente sottoposti a tampone, ed al momento della negativizzazione vengono classificati come pazienti non covid, pur permanendo nel reparto;

– per quale motivo negli ultimi due anni non si sia provveduto ad attivare dei posti letto in rianimazione aggiuntivi a quelli esistenti, ad esempio con strutture prefabbricate da costruire in adiacenza all’ospedale, come avvenuto in altri territori, in modo da non dover ridurre in maniera rilevante l’attività operatoria in caso di aumento dei ricoveri, a causa della necessità di utilizzare le sale operatorie per attivare nuovi posti in rianimazione;

– se la situazione dei reparti di rianimazione sia tale, nonostante la classificazione attuale di Agenas in “area non critica”, con il 24% di occupazione, da giustificare l’attivazione di linee guida emanate per i casi di emergenza, nei quali i medici possono vedersi costretti a scegliere quali pazienti ricoverare in rianimazione e quali lasciare morire.

 

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cons. Luca Zeni

Pd del Trentino

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