(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
///
Torino, scontri al campus, Fsp Polizia: “Mentre in Italia si parla di non violenza noi contiamo 11 feriti fra i colleghi. L’aggressione per alcuni è normalità”. “Nel giorno in cui in tutta Italia si è parlato di non violenza, dai funerali della piccola Giulia Cecchettin al corteo per la pace a Bologna, la Polizia di Stato registra ben 11 feriti a Torino per un banale volantinaggio all’università. E’ inquietante, inutile girarci intorno, prevaricazione e aggressione sono praticate da molti con disinvoltura, ammesse come normalità. E il personale in uniforme continua ad essere il baluardo che tenta di arginare questa follia a protezione dei diritti dei cittadini. Proprio come è successo ieri nel capoluogo piemontese, dove i colleghi in prima linea di fronte agli aggressori che volevano impedire il diritto altrui di manifestare del tutto pacificamente il proprio pensiero hanno attutito la loro follia scontandone le conseguenze sulla propria pelle”.
E’ quanto afferma Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo gli scontri avvenuti ieri a Torino, nei pressi del Campus Einaudi, dove l’organizzazione studentesca Fuan aveva in programma un volantinaggio. Quando circa 150 antagonisti hanno cercato di avvicinarsi la Polizia è intervenuta per impedire il contatto fra i gruppi, e i primi hanno reagito con lanci di uova e oggetti vari, sputi e cariche, mentre gli attivisti del Fuan sono rimasti dietro il cordone delle forze dell’ordine che li ha protetti. Ne sono usciti feriti un funzionario e dieci agenti del Reparto mobile, refertati in ospedale, che hanno subito anche danni alle dotazioni.
“Ai colleghi va tutta la nostra solidarietà e il nostro compiacimento per come ancora, coraggiosamente e fedelmente, portano avanti un lavoro così pesante sotto ogni punto di vista – aggiunge Mazzetti -. Nelle strade e nelle piazze, infatti, incontrano frustrazioni, sfoggio di violenza incontrollata, arroganza dettata dalla convinzione che tutto sia ammesso senza conseguenze. Fino a che tutto questo non sarà osteggiato, rintuzzato e punito severamente, fino a che non cambierà questa mentalità di fondo per cui l’assoluta mancanza di rispetto di limiti, libertà e diritti altrui è normale, arginare la violenza sarà una lotta impari, e i poliziotti continueranno a subire in un silenzio che fa più male di oltraggi e botte”.