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FLAIM (CAPOLISTA UDC – ELEZIONI TRENTINO) * PNRR: « NON DIVENTI NUOVO DEBITO DA “REGALARE” ALLE GENERAZIONI FUTURE »

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09.26 - lunedì 31 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Ho letto tanto sul Pnrr, tanto o troppo o troppo poco. Concordo che in periodi di recessione economica il modello keynesiano possa contrastare la crisi economica e l’intervento statale sia un elemento necessario. Però quello che crea una buona politica di intervento pubblico è la modalità con cui viene adottato.

Le banche centrali (da Usa a Cina) hanno immesso enormi quantitativi di liquidità nel mercato, senza, di fatto, indebitarsi.
L’Italia? L’Italia ha preferito un apparente salvagente chiamato Pnrr che ha in realtà peggiorato il debito del paese. Questo prestito dovrà essere rimborsato con interessi e secondo le attuali regole europee si esclude la possibilità rinnovarlo.

Oltre al lato puramente economico (è un prestito oneroso) il Pnrr ha imposto obiettivi che, pur volendo essere ottimisti, sono fin troppo “sfidanti” e per perseguire questi obiettivi si stanno tralasciando altre aree (istruzione e sanità) che sono state pesantemente colpite dalla recessione ex-covid. Facciamo un esempio? Si possono acquistare attrezzature high tech ma non si può assumere docenti che sappiano valorizzare l’investimento. Il fatto che fondi del Pnrr non possono essere destinati per assumere o formare lavoratori, è il vero vulnus per la ripresa economica e sociale di un paese.

Non investire nel fattore umano per una economia come quella italiana basata sulla creatività delle persone è privare la nazione di un vero strumento di ripresa. Abbiamo distrutto nel corso degli anni quello che di positivo poteva dare la Pubblica Amministrazione. Oggi ci lamentiamo per le lentezze, i blocchi, le non decisioni della P.A. ma non abbiamo il coraggio di dire che questa situazione è stata creata con il sistematico depauperamento della macchina statale. Facciamo un altro esempio di incoerenza operativa? Il rispetto delle tempistiche imposte è incompatibile con i tempi legati alle gara d’appalto. Mi si potrebbe obiettare che si snelliranno le procedure, abbassando i limiti richiesti per indire le gara d’appalto. Questa mossa quanto sarà apprezzata da infiltrazioni malavitose?

Gli altri in Ue c’è chi dice No c’è chi dice Ni. La Germania ha scelto di sostenere le proprie imprese attraverso debiti non vincolati, ignorando il Pnrr. Ha fornito dieci miliardi di euro di denaro pubblico a Lufthansa e ha nazionalizzato la sua più grande azienda energetica. Inoltre, ha sostenuto le piccole e medie imprese con obbligazioni statali, un approccio che l’Ue ha generalmente proibito, ma che la Germania ha aggirato trasferendo le obbligazioni sulle aziende di stato, creando così “obbligazioni aziendali“.

La Francia ha adottato il Pnrr ma di fatto ha esercitato riforme a debito e gli accordi privilegiati con paesi ex coloniali ricchi di metalli preziosi della sua area I francesi non hanno fatto altro che sforare il patto di stabilità, investendo come non ci fossero vincoli.
La Polonia (nota: attualmente ha ancora una propria moneta) ha più o meno fatto interventi come Usa e Cina, peccato che il mercato comunitario di cui fa parte non sia tarato per queste operazioni.

La Spagna ha mantenuto i flussi dei finanziamenti Ue di fatto non utilizzando il Pnrr nonostante le difficoltà dell’economia spagnola (crollo del settore manifatturiero). La Grecia ha preferito utilizzare fondi stranieri in cambio di infrastrutture, si veda la realizzazione del porto con denari della Cina. Nonostante l’economia greca paia tra le più bisognose di risorse per nuovi investimenti, ha preferito non ripetere gli errori del passato e restate in scacco dell’Ue.

Paesi area Est Romania e Bulgaria, nonostante le economie fragili che potrebbero far pensare ad un uso massiccio del Pnrr, ad oggi hanno preferito continuare ad usare i finanziamenti normali UE e non attivare i fondi del Pnrr. I Paesi Bassi – come anche Portogallo e molti altri – hanno invece cercato di recuperare solo i finanziamenti (minimi) a fondo perduto per sistemare infrastrutture e comprare materiali. Mi domando, questo Pnrr è davvero necessario? E, se sì, come si potrebbe sfruttarlo per far sì che non diventi un nuovo debito da regalare alle generazioni future?

 

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Cristina Flaim

Capolista dell’Udc per il Trentino (elezioni amministrative ottobre 2023)

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