News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA

MUSE – TRENTO * “ANIMA MUNDI“: « UN PERCORSO IMMERSIVO TRA SUONI ED INSTALLAZIONI SCENOGRAFICHE (13/7 – 29/10) » (VIDEOINTERVISTA PROFESSOR ZECCHI)

Scritto da
18.50 - mercoledì 12 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

///

Presentata la mostra “Anima Mundi. La Giostra della vita” da un’idea di Stefano Zecchi, a cura di Beatrice Mosca. Dal 13 luglio al 29 ottobre 2023 Palazzo delle Albere, Trento.

 

Il mondo è un unico grande organismo vivente, da cui si generano le differenze che sono legate da un’anima universale, l’anima del mondo. Tutto è in perenne rotazione e nella giostra della vita gli opposti si rincorrono, si inseguono, talvolta prevalgono l’uno sull’altro ma non si annullano e non si eliminano a vicenda. Tutto finisce, tutto ricomincia. E le differenze sviluppano energia e creatività nel caleidoscopio che, ruotando senza sosta, è mosso dall’anima del mondo.

Un’esperienza museale inedita. Come in un teatro il sipario si apre sulla messa in scena di nove giostre che girano senza posa mostrando le opere di grandi artiste e artisti, ciascuna simbolo degli opposti, l’una il contrario dell’altra. All’inizio e alla fine di questa rappresentazione scenica la grande e spettacolare La “”Giostra della Vita” (“Carousel of Life”) dell’artista belga Koen Vanmechelen: un magnifico omaggio alla bellezza e alla diversità della vita tra creature reali, ibride e fantastiche, che trascende confini, linguaggi, culture, per celebrare l’unicità di ogni creatura che abita il nostro pianeta, ricordandoci il perpetuo movimento della vita.
Un percorso espositivo immersivo, dinamico, che conduce visitatrici e visitatori, tra suoni, narrazioni di luce e installazioni scenografiche, alla scoperta di vita e morte, luce e tenebra, terra e acqua, sole e luna, angeli e demoni, origine e divenire, animali che volano e camminano tra sogno e realtà. Un racconto percettivo che mostra la diversa meraviglia della vita e che al termine sorprende con “Carousel of Biodiversity”, seconda opera di Vanmechelen. L’artista presenta “Cosmopolitan Chicken Project”: cento polli tassidermizzati rotanti, opere d’arte bio-culturali per illustrare al visitatore la bellezza della diversità nell’anima del mondo.

“Rappresentare percettivamente l’Anima mundi – spiega Stefano Zecchi ideatore dell’esposizione – è la finalità di questa mostra, che si è posta due questioni essenziali da affrontare: la prima è raccontare in modo chiaro, visibile l’immagine dell’organicità del tutto e come le differenze nascono da esso e si ricompongono nella stessa organicità del tutto; la seconda rappresentare la vita che innerva, soffia energia, pervade queste opposizioni, differenti ma legate tra loro da una comune anima universale. Come la vita è nel movimento, così la giostra è un’immagine simbolica che nella sua rotazione comunica un’idea di vitalità”.

“Una mostra tra l’Arte e la Vita – racconta la curatrice Beatrice Mosca – dove gli artisti invitati a rappresentarla esprimono una cifra espressiva del tutto originale. Scultori, pittori, artigiani, vetrai, ebanisti, mascherai, nelle loro opere materia e anima si fondono, l’una trasformando l’altra e riconsegnandosi a se stesse. Vita e arte si intrecciano e si scambiano i passi, come in una danza continua, ora è l’una a creare l’opera, ora è altra a plasmare la realtà nelle forme invisibili del cosmo. Il mondo fisico diviene l’enigma da svelare, la rappresentazione lo trascende per indagare il suo eterno segreto”.

“Alla fine, abbiamo voluto rappresentare in ogni espressione della mostra, in ogni suo dettaglio – conclude Stefano Zecchi – l’uno e il tutto nel loro rincorrersi, nell’impossibilità di annullarsi, nel perenne ritornare: l’Anima mundi unisce, divide, riunisce ogni cosa. È il soffio della vita che genera vita”.

Sopra la giostra “Carousel of Biodiversity” con il progetto “Cosmopolitan Chicken Project” dell’artista belga Koen Vanmechelen; sotto: a sinistra la giostra “Terra Acqua” della vetraia polacca Marta Klonowska; a destra la seconda opera di Vanmechelen “Carousel of Life – La Giostra della vita”. Altre foto in cartella stampa.

 

 

GLI ARTISTI IN MOSTRA

Koen Vanmechelen
Tra gli artisti multidisciplinari più noti al mondo, pittore, scultore, performer, figura eclettica i cui interessi spaziano dall’antropologia alla bioetica, dalla tutela dei diritti umani alla bio-genetica, il belga Koen Vanmechelen mette al centro della sua ricerca i concetti di ibridazione (delle specie animali e vegetali) e contaminazione (delle tecniche espressive e dei materiali). Le sue creature artistiche fantastiche sono state esposte nel 2022 agli Uffizi di Firenze, tra le opere di Leonardo, Raffaello e Michelangelo. La grande opera “Carousel of Life – La Giostra della Vita”, prodotta insieme alla sapienza artigianale di Berengo Studio – tra vetro veneziano, bronzo, foglia oro, stampe fotografiche, specchi veneziani, legno, stoffe, acciaio, neon e luci – diventa quasi simbolo della mostra, esplora i contrasti della vita con creature che esistono nella realtà e animali ibridi, fantastici, tra terra e cielo. Porta la firma del grande e visionario artista belga anche il “Carousel of Biodiversity”, che presenta per la prima volta al mondo in espressione rotante il Cosmopolitan Chicken Project: animali tassidermizzati che mostrano la diversa bellezza della vita. Una doppia inedita installazione – “Carousel of Life” e “Carousel of Biodiversity” – come omaggio al grande e rinomato Museo delle Scienze dei Trento, “Le giostre ruotando – scrive Koen Vanmechelen – creano un senso di moto perpetuo, che simboleggia l’equilibrio della diversità bioculturale nel mondo. Questa installazione celebra la diversità e la creatività della vita, ci ricorda che la vita è in continua evoluzione e che possiamo ottenere cose straordinarie quando ci riuniamo per celebrare le nostre differenze”.

 

Sebastian Brajkovic
Nell’ artista olandese le differenze si intrecciano dalle origini. Madre olandese-indonesiano, padre croato-italiano. Ebanista, sculture e pittore ancor prima che designer, il suo lavoro risiede nelle collezioni permanenti di istituzioni come il Victoria and Albert Museum di Londra, il Museum of Fine Arts di Houston e il Museum of Arts and Design di New York. Fin dall’infanzia è attratto dalle forme rotanti, dalle continue contraddizioni: “Quando sono attratto dalla funzione – dichiara – considero la decostruzione di questa funzione, quando trasmetto movimento, si spiega meglio nell’immobilità. Le giustapposizioni rivelano l’uno l’aspetto dell’altro”. Grazie a Berengo Studio l’artista espone in mostra un’opera di vetro e di luce che gira nella stanza della giostra dal titolo “Forme Informe”, dove il vetro ricorda come i raggi di luce attraversano il cielo, si spezzano, si ricompongono, trasformando e mutando forme archetipe in nuove forme, quasi a plasmare la materia nelle geometrie invisibili dell’universo.

 

Marta Klonowska
Artista-vetraia polacca capace di condurre il pubblico in un nuovo universo, fondendo insieme la realtà e l’immaginazione, la rappresentazione della vita e la riflessione sul rapporto uomo e natura. Ancora essenziale il contributo di Berengo Studio per la presenza dell’artista in mostra, con le opere di vetro che sono pura magia. La giostra “Terra Acqua” stupisce nell’incanto della lavorazione esemplare del vetro, ma altrettanto nella semplice e pur potente forza espressiva dello scoiattolo, memoria dei nostri boschi d’infanzia, e del guizzare in aria di una carpa, forza sfuggente dal mare della vita. Si assiste a una favola di materia, trasparenze, luci, intagli che narra con rara maestria l’incontro degli elementi opposti. Tra terra e acqua, tutto sembra volare con acrobatiche fantasie aeree e fondersi per stupirci. “Creo installazioni che dovrebbero portare il pubblico in un nuovo universo – scrive Marta Klonowska – I miei animali di vetro aprono una nuova realtà, diversa dalla nostra. Si esibiscono in una sorta di palcoscenico teatrale. Questo scontro di realtà dovrebbe farci riflettere sulle incertezze della vita”.

 

Marcello Pietrantoni
Figure di una mitologia inventata che affonda le sue radici nella classicità. Opere bizzarre, misteriose, ironiche e crudeli. Nella giostra dal tiolo “Origine Divenire”, dedicata al grande scultore Marcello Pietrantoni, che segna tutta la sua ricerca artistica nell’indagine sul corpo umano e gli archetipi, il mito ritorna come elemento prioritario. “Ci vuole un mito, ci vogliono miti, universali fantastici, per esprimere a fondo quest’esperienza che è il mio posto nel mondo”, scriveva Cesare Pavese. I suoi bronzi in mostra riescono ad esprimere con una precisa forza plastica il trascendere del divenire. La posa pesante ed ancora nebulosa con il movimento iniziale verso la ragione e la bellezza rivelata, rappresenta un gruppo scultoreo che ruota come costanti rimandi a chi eravamo, a chi siamo, a chi potremo essere.

Sergio Boldrin
Sergio Boldrin di Venezia, dove vive e lavora, è Maestro mascheraio con due noti atelier nella città lagunare, che gestisce con il fratello Massimo. La bottega è celebre anche per aver collaborato con il teatro e con il cinema, in particolare con le maschere realizzate per il film di Stanley Kubrick “Eyes Wide Shut”. Boldrin ha esposto le sue creazioni in Italia e all’estero, a Londra, Parigi, New York e Los Angeles. La sua presenza in mostra è l’ulteriore richiamo dell’importanza nel nostro tempo dell’artigianato d’arte, mestiere antico e di grande attualità. Le giostre di Sergio Boldrin dipingono nell’aria i contrasti della natura e della vita che ci appartengono con immagini simboliche universali. ‘Angeli Demoni”, “Sole Luna”, “Vita Morte”, “Salute Malattia”: ecco il volto di diavoli neri e candidi angeli, l’oro dell’emisfero celeste, il colore delle foglie in primavera e in inverno, i Bacchi rubicondi di vino e i medici della peste con la croce della morte in fronte. Ma la sua poesia nasce dalla materia grezza, dal duro lavoro per plasmarla dal soffio vitale della creta, del gesso, della cartapesta, della colla e dell’olio. “Un giorno il Maestro disse: ti racconterò la storia di questa mirabile bellezza. L’Allievo rispose: Perché parli a bassa voce? Rispose il Maestro: Perché il mestiere dei Maestri artigiani si tramanda di padre in figlio affinché non si sveli ad alcuno l’alchimia della sua arte. E il segreto della creazione di oggetti, ciascuno unico e irripetibile”. Come il mistero e l’alchimia delle opere del creato.

LA COLLABORAZIONE CON BERENGO STUDIO E FONDAZIONE BERENGO
Adriano Berengo fonda nel 1989 la Berengo Studio. A differenza di tutte le altre aziende presenti a Murano si pone, fin dagli esordi, come una realtà diversa, proiettata verso un futuro visionario. L’ambizione di un giovane e intraprendente professore di letteratura inglese, era quella di portare i grandi artisti a Murano per creare opere con il vetro. Il tempo gli darà ragione. Ora gli artisti che collaborano con Berengo Studio sono moltissimi e arrivano nell’isola con il desiderio di creare le loro opere in un luogo inusuale al di fuori di questo mondo, la fornace. Il vetro così prende una diversa prospettiva di diffusione e vita, svincolato dalla tradizione d’uso, viene considerato ed utilizzato ora, alla stregua di bronzo e marmo; diventa il materiale delle grandi opere, dei monumenti. La curiosità e la voglia di sperimentare, oltre a quella di accettare le sfide più ardite sono le caratteristiche più salienti di questa realtà muranese da cui nasce in tempi più recenti la Fondazione Berengo. Le attività di quest’ultima sono da sempre indirizzate a promulgare attività culturali connesse alla realizzazione dell’arte in vetro, alla didattica e alla promozione della formazione di gruppi di ricerca e di lavoro per nuovi artisti.

 

APPENDICE PERCORSO ESPOSITIVO GLI ALLESTIMENTI ARTISTICI

“Luce Tenebra” – Silvio De Ponte
“Albero del cielo” – Silvio De Ponte con Beatrice Mosca

Lungo il percorso della mostra nella stanza degli opposti “Luce Tenebra”, si illumina la prima delle due installazioni realizzate dell’architetto Silvio De Ponte | De Ponte Studio Architects.

“Una suggestiva nuvola sospesa nello spazio di tessuto di ottone – spiega Silvio De Ponte – intrecciato crea giochi di luce e ombra in dissolvenza. La giostra si smaterializza e fluttua nell’aria tra riflessi e ombre”.

Fra terra, acqua, luce, aria si infonde la vita dell’anima del mondo nel grande “Albero del cielo”. “La ciclicità della natura, l’osmosi e il dinamismo – continua De Ponte – si plasmano nella forma con andamento fluido attraverso la sovrapposizione di sagome di legno di betulla e video proiezioni”.

Un’installazione nata dall’idea della curatrice della mostra, Beatrice Mosca: “Nella mitologia cinese Nüwa è la divinità femminile della creazione ma anche la fanciulla che salva il creato dalla grande alluvione, arrampicandosi in alto per cucire il cielo. L’albero è simbolo della vita, ma anche del legame universale tra la terra e il cielo, dell’anima cosmica del mondo. Al secondo piano del Palazzo, la mostra si chiude con la ricomposizione dell’uno nel tutto. ”.

Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.