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CONSIGLIO PROVINCIA AUTONOMA TRENTO * A22: FUGATTI, « IL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO È L’UNICA SOLUZIONE PER MANTENERE IL CONTROLLO PUBBLICO »

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17.17 - lunedì 16 maggio 2022

A22, Fugatti: il partenariato pubblico – privato l’unica soluzione per mantenere il controllo pubblico. Oggi pomeriggio il Consiglio ha affrontato il tema della concessione Autobrennero con una comunicazione che è stata chiesta dalla minoranza con un documento a prima firma della capogruppo Pd, Sara Ferrari. I consiglieri di opposizione hanno chiesto chiarimenti sulla scelta del partenariato pubblico – privato (in sostanza la finanza di progetto) e sulla deroga della legge Madia che imporrebbe un tetto ai compensi del cda dell’A22.

 

Fugatti: il partenariato pubblico – privato, l’unica alternativa alla gara

Il presidente Fugatti, dopo aver ricostruito la lunga e complessa vicenda della concessione A22, sottolineando che la scelta del partenariato pubblico – privato (Ppp), dopo il fallimento dei tentativi di arrivare alla società in house, è l’unica soluzione alternativa alla gara europea. Un proposta, ha ricordato, che è stata consegnata al Ministero delle infrastrutture pochi giorni fa l’11 maggio, che non prevede alcuna diluizione della partecipazione pubblica. La sostenibilità economica dell’iniziativa, inoltre, non è legata alla modifica societaria o all’allargamento della compagine dei soci privati, ma, ha aggiunto nella sua comunicazione il presidente, ad un’ attenta serie di vincoli di indirizzo e da una bozza di convenzione che se accolta potrà garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici da sempre condivisi dai soci. Il codice dei contratti, ha ricordato inoltre, prevede la finanza di progetto come forma di partenariato a iniziativa pubblica o privata. La presentazione della proposta di finanza di progetto costituisce la fase di apertura di valutazione dell’interesse pubblico che dovrà essere conclusa dall’ente concedente entro tre mesi e oggi A22 si trova in questa fase. La proposta, ha spiegato il presidente, viene presentata dal Cda e i partner pubblici possono solo esercitare i poteri previsti per i soci.

Soci pubblici per i quali, ha affermato Fugatti, la finanza di progetto è allo stato attuale lo strumento giuridico idoneo per superare le criticità, risultate insormontabili, riscontrate con il modello in house. I vantaggi principali per Maurizio Fugatti sono: uno, quello di consentire di mantenere l’attuale compagine sociale con un forte legame territoriale; due, di permette ai soggetti proponenti di avere in mano il proprio destino perché sono loro a presentare al Ministero delle infra-strutture e trasporti il progetto e il fatto che la governance rimanga in mano agli attuali soci pubblici; tre, agevola un allungamento, oltre i 30 anni, della concessione che è rapportata al volume degli investimenti indicati nel piano economico finanziario; quattro, permette di presentare un progetto con investimenti maggiori rispetto a quelli previsti con l’affidamento in house ad esempio la terza corsia dinamica tra Bolzano e Verona, circa un miliardo e mezzo, gli interventi sulle barriere fonoassorbenti, sulle aree di servizio, la manutenzione straordinaria per un miliardo, alla digitalizzazione dell’idrogeno; cinque, attualizza, ha continuato il presidente, in modo più dinamico gli investimenti che provengono dalle linee guida del Pnrr per la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’intermodalità lungo il corridoio del Brennero, prevedendo nuovi interventi sulla viabilità ordinaria legata all’A22 per un miliardo di euro. Ultimo punto di vantaggio, la previsione del diritto di prelazione per i soggetti proponenti e il fatto che la norma della finanza di progetto preveda un termine breve per la procedura di affidamento, che scadrà nel prossimo dicembre, rappresenta un fatto positivo. Infine, ha concluso Fugatti, la finanza di progetto potrebbe assicurare un rapporto migliore con il Ministero in quanto sono maggiormente chiari e definiti i ruoli. Sulla deroga della legge Madia, altro punto da chiarire per la minoranza, Fugatti ha detto che A22 è una società a partecipazione pubblica ma non controllata e quindi è esente dall’obbligo di applicare il tetto alle indennità dei consiglieri che compongono il Cda.

 

Tonini: si è fatta un po’ di chiarezza grazie alle opposizioni

Sara Ferrari, capogruppo Pd, ha definito un “dispettuccio istituzionale” il fatto che il presidente Fugatti non abbia distribuito la relazione, mentre Giorgio Tonini, sempre del Pd, è intervenuto nel merito. Secondo l’esponente dem Fugatti dovrebbe ringraziare la minoranza perché oggi ha potuto fare una relazione corposa su un passaggio definito storico dallo stesso Ad di A22. Una concessione che ha una prospettiva di 50 anni e un impegno di 7 miliardi e 2. Una cifra superiore a quella dell’investimento per la costruzione dell’A22. Sarebbe stato assurdo, quindi, su un passaggio del genere, saltare un confronto in Consiglio provinciale e regionale: confronto avvenuto grazie alla richiesta delle minoranza. Bene la relazione e la spiegazione dei perché della scelta della finanza di progetto. Bene anche che la mancanza di un partner privato aggiuntivo rispetto alla compagine attuale.

Fugatti, ha detto ancora Tonini, è stato chiaro e ha detto che il partner non c’è e quindi non verrà diluita la partecipazione istituzionale. Ma va chiarito come si troveranno i 140 milioni all’anno per 50 anni. A quanto pare la società li troverà con l’aumento del traffico. Quindi va stabilito qual è l’equilibrio tra la sostenibilità finanziaria e quella ambientale. Buona la scelta di fare dell’A22 un’avanguardia della digitalizzazione per la regolazione del traffico a condizione che ciò non comporti un aumento di passaggi e di inquinamento. Un tema questo che va approfondito anche nei rapporti con i partner dell’Euregio. Ultimo punto, la questione della Madia che, ha detto il consigliere dem, Fugatti ha citato dimenticando che c’è la legge regionale 2016 che ha reinterpretato la Madia introducendo tra le società partecipate dalla Regione con le altre istituzioni locali. Il tema della deroga per il tetto ai compensi, quindi, c’è e non ci capisce per quale motivo si voglia derogare alla legge regionale. Sul tema dell’A22 ,ha concluso Tonini, sono più le cose che uniscono che quelle che dividono, ma non si può saltare il confronto per affrontare nodi che è normale ci siano. Sarebbe strano il contrario, ha chiuso, visto che si parla di un’operazione che avrà una durata di 50 anni.

 

Degasperi: quali sono i vantaggi per i trentini?

Filippo Degasperi di Onda (anche lui ha definito incomprensibile il rifiuto di consegnare la relazione) ha affermato che la storia della concessione è lunga ed è una partita che è stata data per chiusa molte volte e si vedrà se questa è la volta buona. Ma c’è un problema di fondo: qual è la ricaduta delle varie scelte sulla popolazione trentina? A22, ha ricordato il consigliere, parla solo di massimizzazione del profitto e distribuzione di dividendi. I beneficiari principali sono il cda che costa 700 mila euro all’anno e i dipendenti che costano 90 mila euro in media all’anno a testa. Ma ai trentini rimangono i costi e l’inquinamento nonostante le promesse come le stazioni per l’idrogeno o quelle elettriche. Il progetto BrenneLec, ha ricordato, ci dice che se riduciamo la velocità calano le emissioni e quindi sarebbe giusto imporlo. C’è il problema dei pedaggi che sono i più convenienti dell’arco alpino e ciò significa un 25% in più di traffico “parassita”. C’è poi il tema dell’Euregio incapace di fare una politica comune sul traffico. L’A22, ha concluso Degasperi, è sempre stato un bancomat e un serbatoio di poltrone poco trasparente anche nei confronti dei consiglieri. Una società pubblica solo quando si tratta di evitare la gara, dribblando anche la Ue, sempre magnificata, che ha alla base il principio di concorrenza. Infine, Degasperi ha affermato di non aver capito come dovrebbe avvenire lo spostamento dalla gomma alla rotaia.

 

Marini: sulla scelta della finanza di progetto non c’è trasparenza

Alex Marini (5 Stelle) ha detto che si sarebbe aspettato qualcosa in più dalla relazione che Fugatti avrebbe dovuto pubblicare in base al principio di trasparenza. Oltre al fatto che non si parla di razionalizzazione di A22 in base alla Madia il consigliere pentastellato ha sottolineato che l’ipotesi di finanza di progetto è stata resa pubblica solo l’estate scorsa. C’è, poi, un problema di trasparenza nei confronti dei consiglieri e verso la stessa autonomia. Si ricevono informazioni quando è già stato presentato al Ministero il progetto di finanza di progetto che, si pensi al Not, racchiude problemi complessi. C’è quindi un basso livello di trasparenza e democrazia. Sul piano del costo del Cda per Marini non c’è nulla di grave averne uno più costoso per una società così complessa, ma questo sforamento del tetto imposto dalla Madia dovrebbe essere giustificato. Sul sito della Regione, inoltre, non ci sono i dati complessivi sul cda, ma il problema è che ci sono troppi rappresentanti degli enti soci e andrebbe fatto un ragionamento sulle partecipazioni. Sulla finanza di progetto e il conseguente piano economico – finanziario per Marini nella relazione mancano tanti elementi anche in relazioni alle tariffe, agli investimenti e la conformità con le direttive Ue sulla mobilità sostenibile. Inoltre, il consigliere 5 Stelle ha detto di non capire il perché non si è perseguita la strada in house per una società che ha sempre macinato utili.

 

Zanella: i componenti del Cda prendono più del Presidente della Repubblica

Per Paolo Zanella (Futura) (anche lui ha stigmatizzato il fatto che non sia stata la relazione) sarebbe stato meglio portare avanti la società in house e si è andati sulla finanza di progetto per evitare la gara che avrebbe esposto l’A22 al rischio di un controllo esterno. Quindi, la soluzione del partenariato è il meno peggio e quindi è un aspetto positivo anche se, secondo Zanella, lascia perplessi la necessità di realizzare opere impattanti che necessitano di un confronto preventivo con le amministrazioni, in particolare con Trento per lo spostamento in galleria della tangenziale. Sette miliardi di investimenti in 50 anni significa che A22 deve fatturare 140 milioni in più all’anno e si deve capire se questa operazione è sostenibile e come inciderà sui flussi di traffico. Ragionamenti complessi sui quali si devono coinvolgere il Consiglio regionale e provinciale. Sul cda per Zanella è incomprensibile la scelta di mantenere indennità che sono superiori a quelle del presidente della Repubblica. Un fatto che i cittadini devono conoscere con chiarezza. E il problema non è quello del numero dei rappresentanti ma il fatto che i componenti del Cda prendono più del Presidente della Repubblica e alla maggioranza va bene così.

 

Dalzocchio: la trasparenza non è mai mancata

Mara Dalzocchio, capogruppo della Lega, ha affermato che non c’era nessuna urgenza per una convocazione del Consiglio sull’A22 perché la scelta del partenariato pubblico – privato non è stato un fulmine a ciel sereno, ma risale al novembre 2021 quando venne approvato il decreto infrastrutture che conteneva un emendamento che aperto la strada alla finanza di progetto. Non solo, ma in Consiglio sono state presentate domande di attualità alle quali sono state date risposte precise. Il Piano di investimenti sui 50 anni è stato salutato con grande favore anche dal presidente della Giunta altoatesina e, ha ricordato Dalzocchio, se si è arrivati oggi a questo storico risultato è grazie alla collaborazione tra tutti gli enti soci che non sono certo tutti della Lega. Un caso, questo dell’A22, che avrebbe bisogno di una collaborazione di tutti anche perché, come ha ricordato il presidente Cantoni, si potrà realizzare il primo corridoio green italiano. Mara Dalzocchio ha concluso augurandosi che venga superata la visione contraria alle infrastrutture, come la Valdastico.

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