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CASA AUTONOMIA.EU * ATTIVITÀ AGONISTICHE: « MEDICINA SPORTIVA, SI VA SEMPRE PIÙ VERSO UN SISTEMA PRIVATO »

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09.24 - martedì 19 settembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Medicina sportiva, sempre più verso un sistema privato. In queste settimane partono le iscrizioni alle varie società sportive. Le famiglie e i ragazzi decidono quale disciplina scegliere o proseguire e quindi poi decidono la società a cui fare riferimento. Calcio, pallavolo, danza, tennis, pattinaggio e molto altro: un’infinità di scelte per accontentare ogni desiderio e le varie attitudini, ma anche per migliorare la salute della cittadinanza e incoraggiare pratiche salutari che sul lungo periodo alleggeriscono la pressione sul sistema sanitario. Tutti però devono passare da una visita sportiva che accerta la salute dello sportivo e autorizza la partecipazione all’attività agonistica con relative gare. Le società nonese, solandre e della rotaliana si trovano però in difficoltà a reperire visite al CUP.

Anche lo sport subisce le carenze della sanità trentina. Pochi medici sportivi e quei pochi decidono di lasciare l’APSS e di rivolgersi al privato. Recenti le dimissione del bravo specialista che copriva le tre zone citate. Inutile chiedersi il perché, le motivazioni sono le stesse per tutti i professionisti: un’organizzazione aziendale totalmente disinteressata al benessere del dipendente, il quale per migliorare il servizio magari chiede piccoli accorgimenti organizzativi e tecnologici che puntualmente vengono negati.

Cosa succederà, dunque, in seguito alle dimissioni del medico sportivo di cui sopra? Le famiglie dovranno rivolgersi al privato, finendo per pagare circa 50€ una visita a cui avrebbero diritto di accesso gratuitamente. Successivamente l’azienda cercherà di “colmare il vuoto”, che in parole povere significa richiamare i medici in pensione, offrendo loro una paga tripla rispetto al normale, invece di spendere gli stessi soldi nel migliorare il sistema in modo da non ritrovarsi di nuovo in queste situazioni.

Cosa rimane quindi a chi ha volontà di lavorare e di farlo nelle migliori condizioni economiche ed organizzative? Andare nel Privato. E chi si porterà nel privato? I pazienti che negli anni aveva seguito e certificato. Con buona pace della (una volta) rinomata sanità pubblica trentina. La migrazione verso un sistema sanitario sempre più privato e sempre meno pubblico, dove conterà più il portafoglio che la necessità del paziente è cominciata. A tutti noi il compito di fermarla, a partire dal voto del 22 ottobre.

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