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L'INTERVISTA

INTERVISTA “OPINIONE” AL CONSIGLIERE ALESSANDRO URZÌ, COMMISSARIO TRENTINO FDI * « FOCUS SU: RAPPORTI CON LEGA / COALIZIONE MAGGIORANZA / CONCERTO VASCO ROSSI / ENERGIA / SALVINI-MELONI »

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15.59 - martedì 22 febbraio 2022

1 ) FDI TRENTINO

Consigliere Urzì, lei è stato nominato Commissario provinciale di Fratelli d’Italia in Trentino: che partito ha ereditato e quali prospettive concrete reputa si possano sviluppare?

Un partito frizzante, con una classe dirigente che ha l’entusiasmo e l’ambizione di cambiare finalmente l’Italia e, per rimanere alla nostra dimensione, fare crescere il Trentino. Inutile negarci che esistono difficoltà fra cittadini e aziende, piegati dal Covid, anche in provincia di Trento. Abbiamo deciso che non abbiamo alcuna intenzione di stare con le mani in mano. Siamo un partito in fortissima crescita, la nostra forza (e ci viene riconosciuto anche dagli avversari) è soprattutto la coerenza, la chiarezza e la determinazione.

 

 

2) LEGA TRENTINA
Da circa due anni e mezzo Fdi, pur disponendo di tre consiglieri provinciali, non “tocca palla” nelle scelte della Giunta Pat e dell’Ufficio di Presidenza in Consiglio Pat: desiderate proporre al socio di maggioranza (rappresentato da Fugatti) un rimpasto, anche alla luce dei sondaggi che dànno Fratelli d’Italia da mesi primo partito rispetto al Carroccio.

Non ci interessano le poltrone, lo abbiamo detto e lo ripetiamo. Ci interessa incidere sulle scelte sulla vita di tutti i giorni. In Consiglio provinciale abbiamo una pattuglia di consiglieri provinciali con le idee chiare. Siamo il secondo gruppo consiliare provinciale per consistenza fra tutti quelli che sostengono la coalizione di governo. Se andassimo a votare oggi avremmo di certo un peso ancora maggiore. I sondaggi ci danno primo partito a livello nazionale ma anche in Trentino gli umori dei cittadini li percepiamo perfettamente. E sono a noi favorevoli.

Insomma: volere fare la nostra parte nel cambiamento che era stato promesso in campagna elettorale è il minimo che dobbiamo pretendere da noi. La “palla”, come la chiama lei, la vogliamo però mettere in rete, non toccarla giocando solo in difesa. Il nostro obiettivo: realizzare il programma su cui si eravamo impegnati nel 2018 senza troppi formalismi e timori, sostenere senza se e senza ma l’attuale maggioranza di cui siamo ora, e saremo domani, una componente fondamentale. Quando vedremo le realizzazioni del nostro impegno come parte di questa coalizione ci potremo ritenere soddisfatti.

 

 

3) CRITICITÀ GIUNTA PAT
La Giunta Provinciale di Trento in questi anni ha trovato terreno periglioso circa alcune iniziative che a Roma sono state rigettate. Ad esempio l’imposizione della chiusura dei negozi la domenica in Trentino: i tre vostri consiglieri come riescono a sostenere questo agire “a rischio”?

Non abbiamo avuto peli sulla lingua quando c’era da sostenere che dobbiamo “rischiare” invece che per chiudere per legge, con il senno di poi, lo shopping domenicale (portando gli acquirenti in Veneto) per trattenere le risorse del territorio sul territorio. Pensi al valore dell’energia elettrica che produciamo attraverso l’acqua pubblica dei trentini e di cui non torna in tasca ai trentini granché, a maggior ragione in un momento così difficile come quello del caro bollette che stiamo vivendo.

Pronti ad appoggiare con entusiasmo la giunta per fare rimanere a casa nostra per quanto possibile le risorse che sono nostre, senza ovviamente mettere in discussione la nostra partecipazione al sistema Italia. A proposito di interconnessioni: pensi ancora alla sfida dell’integrazione del Trentino nel macro sistema economico che traina l’Italia intera, ossia Lombardia e Veneto, con meno tentazioni di fare da soli, in una sfida perdente che ci vede sconfitti in partenza per esempio quando subiamo gli unilateralismi del Tirolo e dell’Austria che hanno penalizzato gravemente la libera circolazione delle merci fra Nord e sud dell’Europa che sta arrecando un grave danno alle imprese trentine. Insomma dobbiamo “osare” ma non per chiuderci, al contrario per aprirci e mostrare il modello trentino vincente e trainante per l’intero Paese. Una seconda sfida epocale è quella di considerare l’autonomia come una opportunità non ideologica.

C’è chi come il Patt dell’attuale giovane segretario (con poca esperienza di etichetta istituzionale) dispensa sentenze su di noi, attaccandoci dove pensano con ingenuità di potere colpire più facilmente, rimproverandoci scarsa attitudine all’autonomia di cui si sentono goffamente unici custodi. Sono gli stessi che alla elezione dei grandi elettori hanno deciso di appaltare la rappresentanza del Trentino alla Volkspartei, non votando trentini. Una rappresentazione grottesca dell’autonomismo considerato come dipendenza da Bolzano o da Vienna. Guardi, glielo dice un altoatesino: Trento ha dieci carte in più da spendere rispetto a Bolzano, i suoi rapporti a 360 gradi e non rivolti solo a nord, il dialogo con le forze politiche nazionali da cui dipendono le scelte sul nostro futuro. Ecco perché questo autonomismo di facciata interpretato dal Patt ventriloquo della Sinistra e che ci condanna all’irrilevanza è il peggiore nemico dell’autonomia come la viviamo ed in cui crediamo noi, che è governo del territorio e capacità di dialogo.

 

 

4)  MAGGIORANZA E MINORANZA
Commissario Urzì, in Trentino recentemente il contrasto tra Giunta e opposizione si è acuito anche in relazione alla forte volontà da parte del Presidente Fugatti di portare a Trento la rockstar Vasco Rossi. Una scelta che è fortemente criticata per i costi e per i risvolti di sicurezza e rispetto ambientale. Voi come Fdi quale posizione avete riguardo questo evento musicale?

Che Vasco Rossi è un artista che a Trento farà parlare di noi. Francamente, ma non ne abbiamo fatto mistero, non eravamo stati però coinvolti nelle scelte della giunta provinciale. E se avessimo potuto scegliere se destinare le garanzie economiche impegnate dalla Provincia in caso di mancato introito dai biglietti alle famiglie in difficoltà con le bollette o alle agenzie che si curano di portare Vasco Rossi in tour, avremmo deciso, se ci fosse stato richiesto, di aiutare i trentini.

Ovviamente speriamo che vada tutto bene e che non si debba soprattutto pagare con i soldi dei contribuenti delle penali. Ma se fossimo stati ascoltati prima lo avremmo detto prima che fosse deciso e probabilmente si sarebbe deciso in modo diverso. Dagli errori si può comunque imparare, ed è stato un certo errore non ascoltarci su una scelta che doveva essere della maggioranza intera ma sono certo che si è trattato di una eccezione. Non esiste nessun caso per FdI.

 

 

5) ENERGIA E CONCERTO
La consigliera Fdi Alessia Ambrosi ipotizza che la Pat sostenga le imprese e le famiglie che stanno pagando un duro prezzo per l’aumento delle bollette dell’energia e del gas, facendo in modo che i milioni che si potrebbero risparmiare rinviando il concerto di Vasco Rossi vadano in aiuto di chi è in difficoltà. Lei che pensa circa questa proposta?

Una richiesta che ormai possiamo considerare parte costituente del nostro programma che è proprio quello di fare contare il Trentino come mai ha contato prima. Ho detto dell’energia ma penso anche alle politiche sulla viabilità: abbiamo bisogno di connetterci con il Veneto ma non a spese dei trentini. Valdastico, rettifica della Valsugana, collegamenti con le Giudicarie… la viabilità deve essere al servizio dei trentini. Ci si sta lavorando, bisogna chiarire molti dubbi delle popolazioni. E passare alle realizzazioni senza ignorare la voce dei territori.

Penso ancora alla nostra vocazione a favore della tutela dell’ambiente e della fauna selvatica: ma attenzione a non mettere in secondo piano gli interessi degli allevatori e quelli della sicurezza. Penso ancora all’idea che abbiamo di turismo di qualità. Dobbiamo essere in grado di anticipare le sfide del domani quando ci sarà un flusso di turismo sempre più attento a ricercare eccellenze non solo nei settori tradizionali dell’enogastronomia e della tutela del paesaggio ma anche per esempio dell’accoglienza per disabili piuttosto che per sportivi, e le Olimpiadi sono una opportunità di cui forse non si è ancora percepita la potenzialità. Senza bisogno di investimenti invasivi.

 

 

6) MELONI SALVINI
Il “pasticcio” dell’elezione del Presidente della Repubblica (sostanzialmente pur disponendo di numeri maggiori rispetto alla sinistra) il centrodestra si trova di nuovo un Capo dello Stato non di “destra”. Indubbiamente il dialogo Meloni-Salvini non ha funzionato a dovere. Il partito nazionale ora quali strategie intende adottare per diventare il punto di riferimento della coalizione?

A livello nazionale eravamo stati chiari: avevamo detto “mai con i Cinque Stelle ed il Pd” e siamo stati di parola; altri, a cominciare dai nostri naturali alleati, no. E ci sono al governo assieme. Così come sapevamo che potevamo con i numeri compatti di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e qualche altra piccola componente esigere dal Parlamento che si ragionasse su un Presidente della Repubblica che per la prima volta non avesse una storia saldamente collocata nel centrosinistra. Bastava rimanere fermi sul voto compatto su dei nostri candidati, senza dovere accettare i diktat della sinistra, mai così divisa. Tanto divisa che addirittura hanno dovuto imporre la non partecipazione al voto per impedire che deputati, senatori e grandi elettori delle regioni eletti dalla sinistra potessero confluire su nostre proposte ragionevoli e autorevoli. Come è andata lo sappiamo tutti: noi siamo rimasti fermi sulle nostre posizioni, sulla nostra volontà di offrire a questo paese una alternativa al sistema che lo ha ingessato per settanta anni, altri invece hanno votato il presidente voluto da Letta del Pd. Ora ciascuno risponda delle sue posizioni: noi sappiamo quali sono le nostre ed andremo avanti a testa alta. La coerenza e la chiarezza pagano sempre. Ma a livello locale i rapporti sono tutt’altri. Abbiamo partecipato nel 2018 alla competizione elettorale con la coalizione che governa e il quadro non è cambiato.

 

 

7) PARTITI COALIZIONE
In provincia di Trento i partiti che compongono la coalizione con la Lega sono a suo avviso troppo “Fugattidipendenti”? Walter Kaswalder è impegnato sul versante istituzionale, al pari del Vicepresidente della Giunta regionale Tn-Aa Giorgio Leonardi e del Vicepresidente del Consiglio regionale Luca Guglielmi. Manca un apporto più equilibrato di tutto ciò che non sia “Made in via Bellerio”? E se sì, come reputa di intervenire?

Non mi piace mai la personalizzazione della riflessione. Per noi conta solo ciò che vogliamo fare. E ciò che possiamo fare è fare contare di più Fratelli d’Italia. Abbiamo assunto in ogni caso un impegno di lealtà che manteniamo perché siamo fatti così, siamo coerenti. Fratelli d’Italia è in ogni caso indubbio che in questa legislatura vuole lasciare il segno. Presenteremo a giorni le nostre proposte alla maggioranza di cui siamo la seconda componente.

Ha comunque ragione: sino a ieri siamo rimasti molto in rispettosa attesa. Ora, con la mia nomina a commissario provinciale ed il complesso lavoro di rafforzamento del nostro partito (che ora è pronto, mentre, ricordiamolo, dopo le elezioni del 2018 non aveva proprie rappresentanze in Provincia) vogliamo arrivare all’ultimo giorno di legislatura con i cittadini che ci ringraziano per esserci stati, per avere avuto le idee chiare, per non avere mai mollato di un millimetro sui temi che riguardano gli interessi dei trentini e che sono parte della nostra ossatura politica.

È nell’interesse dell’intera coalizione che possiamo solo rafforzare. Guardando indietro abbiamo attraversato due crisi catastrofiche, Vaja e il Covid, ora vorremmo però lasciarcele alle spalle per rendere la casa dei trentini solida e ammirata in tutta Italia. E i trentini si devono accorgere nella loro quotidianità dei miglioramenti che abbiamo il dovere di garantirgli. Solo così sapremo di avere fatto il nostro dovere. Ecco perché le nostre idee le riteniamo irrinunciabili. E i tempi devono essere brevissimi per renderle realizzazioni concrete. Ovviamente ne discuteremo con i nostri alleati e ascolteremo tutte le obiezioni. Ma quando diciamo che vogliamo lasciare un segno non lo diciamo tanto per dire. E’ ciò che ci chiedono i nostri elettori e che hanno chiesto alla nostra coalizione. Rimbocchiamoci le maniche, quindi.

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