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INTERVISTA A GIANPIERO SAMORÌ (VICE SEGRETARIO NAZIONALE DC): FOCUS SU, « DISAFFEZIONE CITTADINI ALLA POLITICA / ELEZIONI IN TRENTINO / LEGGE ELETTORALE / NUOVA DC »

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08.58 - domenica 27 agosto 2023

Intervista all’avvocato e professore Gianpiero Samorì – Vice Segretario Nazionale Dc (Democrazia cristiana) (LINK DC) – Fondatore del Mir (Moderati in rivoluzione)

Di Luca Franceschi

 

VIDEO INTERVISTA A “LA 7” – LINK

 

1) POLITICA E CITTADINI:

Segretario Samorì, la disaffezione del corpo elettorale nei confronti dell’apparato politico/istituzionale negli anni è sempre più evidente (lo dimostrano le oggettiviamoci cifre statistiche): a suo avviso quale può essere il ruolo della nuova Democrazia cristiana per recuperare il calo di partecipazione alla “Res publica”?

La disaffezione del corpo elettorale è conseguenza di alcuni fattori specifici. Il primo è rappresentato dal fatto che, a partire dal 2006, i parlamentari sono stati scelti dai leader politici, non hanno più alcun contatto con i territori e gli elettori, non potendo concorrere a designarli, perdono interesse alla partecipazione. Ma non è solo questo. La stessa qualità complessiva della classe politica, con alcune eccezioni, genera di per sé disaffezione. Mai come in questi anni tutti i cittadini comprendono lo scorso livello dei parlamentari italiani che beneficiano di un ben poco invidiabile record: non hanno mai studiato né lavorato in vita loro e vedono nella politica uno strumento di sopravvivenza economica.

A questi fattori specifici si aggiunge un terzo elemento e cioè l’assenza di partiti ideologicamente caratterizzati in grado di offrire un modello di società prospettica e ma la presenza di partiti ripiegati esclusivamente sulla soluzione di singoli problemi emergenziali. L’opinione pubblica e quindi gli elettori, hanno viceversa bisogno di comprendere verso quale società si vuole andare, quale sia il futuro dei loro figli, quali siano i principi ispiratori di medio periodo.

Ed il modello di partito leaderistico è l’esatto opposto di quelli che tutti desidererebbero, un modello in crisi che si regge solo su una legge elettorale che attribuisce ai leader il controllo sui parlamentari ma che allontana gli elettori dalle urne. Ecco, per differenza, il ruolo della Democrazia Cristiana per recuperare la partecipazione. Un partito ideologicamente orientato, diretto da persone con forti esperienze culturali o lavorative, al propri interno democratico e in grado di offrire un modello prospettico di società che, volendolo riassumere in poche parole, si incentra sul garantire la libertà e assicurare una corretta ed equa ripartizione della ricchezza.

 

 

2) AMMINISTRATIVE TRENTINO
L’altro giorno lei ha partecipato a Rovereto ad un dibattito del partito: riguardo le elezioni del Trentino Alto Adige di ottobre avete in programma di presentare una vostra lista? Con candidato Presidente? In quale coalizione vi collochereste? Quali i nomi dei candidàti finora da voi individuati?
Questa domanda va portata al dottor Vito Bertè, trentino, che da tempo si sta impegnando per assicurare la presenza di una lista della Democrazia Cristiana nelle imminenti competizioni amministrative o comunque per assicurare la presenza in Consiglio di un membro che costituisca il gruppo consigliare Democrazia Cristiana.

 

3) LEGGE ELETTORALE
Quali sono a suo avviso le più evidenti criticità delle norme che regolano la Legge elettorale in vigore? E -riguardo la regione Trentino Alto Adige a statuto speciale, reputa che vi potrebbero essere aspetti problematici specifici a causa della conformazione del Consiglio regionale? (composto dalle due province).

La legge elettorale non funziona perché rende i parlamentari ostaggio dei capi partito, svuota il Parlamento di ogni concreta funzione e produce un impoverimento qualitativo della classe politica. I parlamentari non vengono scelti per la qualità del loro percorso, per le loro capacità ma solo per il livello di maggiore o minore fedeltà al Leader. E quindi paradossalmente, siccome più uno è cretino o ignorante più è fedele, è più facile che la scelta cada su costoro che su persone intelligenti.

 

4) DEMOCRAZIA CRISTIANA OGGI
Avvocato Samorì, quale è la forma attuale del Partito che lei rappresenta, alla luce della “riattivazione” ed il XX° Congresso del maggio scorso?

La Democrazia Cristiana è nient’altro che la prosecuzione giuridica in piena continuità della Democrazia Cristiana ancorché leggi approvate da Parlamenti compiacenti abbiano cercato in ogni modo di smembrare l’identità dell’originario simbolo. Ciò perché tutti interessati a impedire che l’unico partito che ha garantito libertà, benessere diffuso, rispetto dei valori e contrasto deciso a comunismo e fascismo, cioè la Democrazia Cristiana, possa tornare in campo prepotentemente ben sapendo che gli elettori, prima o dopo, non potranno che riprendere in massa a votarla.

5) DC E PASSATO
A suo avviso, professore, quali sono i valori che la Democrazia cristiana migliore (quella degli anni ’70-’80-’90) ci ha lasciato in eredità e che il Paese potrebbe ancora alimentare e rafforzare?

Purtroppo in molti si sono dimenticati non solo dei valori ma delle azioni che la Democrazia Cristiana, dagli anni 50 agli anni 90, ha lasciato in eredità al Paese consentendo lo sviluppo che oggi è sotto gli occhi di tutti. Voglio portare alcuni esempi. La riforma agraria ha consentito a milioni di mezzadri e salariati agricoli di diventare agricoltori diretti. Questa riforma è stata voluta e approvata da De Gasperi con la feroce opposizione del Movimento Sociale e dei partiti di sinistra. Fa un po’ specie oggi vedere il Presidente di Coldiretti e parte del Movimento orientare il proprio consenso e il proprio gradimento sul partito di Fratelli D’Italia diretta espressione di quel Movimento Sociale che fece le barricate per non far passare la riforma agraria.
Sarebbe bene che qualcuno rinfrescasse a tutti la memoria.

E ancora, l’alfabetizzazione di massa che ha consentito di superare una piaga endemica di una Italia post bellica che vedeva più del 70% della popolazione totalmente analfabeta. Alfabetizzazione che è stata resa possibile dalla costruzione di quel reticolo di piccole scuole comunali e frazionali senza le quali il livello di povertà e arretratezza della popolazione non avrebbe consentito la scolarizzazione di massa. E ancora, l’accesso alla proprietà edilizia che ha portato amplissime fasce di popolazione finalmente a sentirsi proprietari a casa propria, la sanità pubblica aperta a tutti, ricchi e poveri, l’accesso gratuito alle scuole superiori e alle università.

E soprattutto ha garantito una amplissima libertà contrastando i movimenti fascisti e comunisti che a fasi alterne hanno sempre brigato per prendere il potere e che avrebbero portato l’Italia in una dittatura nera o rossa e in una guerra civile. Potrei ricordare tantissime altre cose tra le quali, lo sviluppo industriale, il rispetto della autonomie con la pacificazione delle aree più complesse tra le quali ricordo lo stesso Trentino Alto Adige e la Sicilia. Ma penso che questi esempi siano sufficientemente illuminanti.

 

 

 

PROFILO – LINK

Mi chiamano avvocato, professore, assicuratore, industriale, immobiliarista, editore, etc..

Non è facile ricondurmi a un’unica categoria. Di certo, sono una persona molto eclettica che ha fatto tutto da solo partendo dal niente. Sono nato a Montese, in provincia di Modena, il 25 Maggio 1957. Dopo la maturità scientifica, mi sono laureato con lode all’università di Giurisprudenza di Bologna. Nel 1984 divento procuratore legale. Nel 1987, dopo il Dottorato di Ricerca, ottengo il titolo di professore di Diritto Fallimentare presso la Facoltà di Giurisprudenza di Urbino, ruolo che ancora ricopro con grande passione e orgoglio insieme a quello di Avvocato.

Dal 1991 al 2000 ho presieduto il Consorzio Lattiero Caseario Italiano, di cui sono stato anche Commissario Governativo negli anni ‘90. Nel 2002 ho costituito, diventandone presidente, Banca Modenese S.p.a. e Assicuratrice Milanese S.p.a. Infine, sono tra i soci fondatori di Bper Futura, un’associazione senza scopo di lucro che si propone di promuovere una partecipazione attiva, cosciente ed informata dei Soci alla vita sociale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Da sempre sono attivo nel reclamare una politica di gestione delle banche più attenta alle esigenze dell’economia reale, consapevole che l’arginare gli incredibili privilegi di cui gode la casta dei banchieri sia l’unico modo per limitare la gestione autoreferenziale e dannosa che questi ultimi stanno portando avanti da troppi anni: è la banca a dover essere al servizio dei cittadini, non il contrario.

 

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