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LETTERE AL DIRETTORE

VINCENZO SCARLATO * COVID: « RUDOLF STEINER NEL 1917 VATICINÒ, “USERANNO I VACCINI PER ABROGARE L’ANIMA DEI POPOLI, FARMACI PER NON FARE SVILUPPARE PENSIERO E SPIRITO »

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12.50 - giovedì 2 settembre 2021

Gentile direttore, le invio questa mia riflessione riguardo i tempi moderni e il modo nel quale l’umanità affronta l’emergenza Covid. E sottopongo ai suoi lettori il pensiero dell’antroposofo Rudolf Steiner.

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È tempo di svegliarsi, se non vogliamo scavarci la fossa con le nostre mani… sottotitolo: “I retroscena di una vita apparentemente libera”.

Non siamo indenni da responsabilità o colpe se oggi un pezzo della Libertà (e che pezzo!) sentiamo sgretolarsi sotto i nostri piedi. E non è forse per non averla difesa abbastanza, che oggi scorgiamo in noi quel sentimento di perdere qualcosa di assai prezioso per la nostra sopravvivenza?

Vediamo cosa vaticinò Rudolf Steiner, in un poderoso compendio del 1917, e che oggi sembra realizzarsi contro il genere umano: «Useranno i vaccini per abrogare l’anima dei popoli. Essi saranno la causa di un notevole indebolimento della struttura fisico-vitale”. E nello specifico, è ancora più incalzante ed esaustivo: “Nel futuro si eliminerà l’anima per mezzo dei farmaci. Col pretesto di un “punto di vista scientifico”, ci sarà un vaccino mediante il quale l’organismo umano verrà trattato immediatamente alla nascita, in modo che l’essere umano non potrà sviluppare il pensiero dell’esistenza, dell’anima e dello spirito. Verrà affidato ai medici materialisti il compito di eliminare l’anima dall’umanità.

Come oggi si vaccinano le persone contro questa o quella malattia, così in futuro si vaccineranno i bambini con una sostanza che potrà essere prodotta precisamente in modo tale che le persone, grazie a questa vaccinazione, saranno immuni dall’essere soggetti alla “follia” della vita spirituale. Esistono sostanze che -se iniettate- in età scolare, potrebbero consentire di non frequentare le scuole elementari, portando ad un pensiero che diverrebbe quello di un automa. Il fanciullo sarebbe estremamente intelligente, ma non svilupperebbe la coscienza; è questo è il vero obiettivo di determinati circoli materialisti».

A quale tipologia di bambino di oggi alluderebbe il dottor Rudolf Steiner se potessimo identificarne qualcuno già in carne ed ossa? E se pescassimo tra quei piccoli geni che si laureano in età da lattanti? Non troveremmo forse quel piccolo Laurent Simons, belga di 11 anni, laureatosi in fisica all’università di Anversa, in soli 12 mesi di studio, poche settimane fa? Apprezzato, osannato, invidiato, celebrato dalla stampa globale, sostenuto e riverito da quella parte di scienza interessata che ci vuole eliminare tutti quanti con un delicato “pic” nel braccio, e che oggi viene esposto in vetrina, come modello archetipico per le generazioni future, e che oggi partecipa al progresso della scienza, lavorando attivamente nella ricerca?

Sì, forse è questo il bambino, a cui hanno abrogato l’anima, capace di assorbire circa 300 pagine di un manuale di fisica in un solo pomeriggio, ma che non è l’unico al mondo per questo tipo di prestazioni, a cui il dottor Steiner si riferiva mestamente nella sua prodigiosa analisi. Sapete cosa ha in testa di fare questo piccolo esserino, oggi a 11 anni, con la sua intelligenza al fulmicotone? Lavorare allo sviluppo di organi artificiali, da sostituire nel corpo umano, per prolungargli la vita.

Ecco, per la proprietà commutativa il risultato non cambia: o te l’accorciano o te l’allungano la vita, a rimetterci la “pelle” è sempre l’anima dell’uomo. Questa è la visione escatologica della scienza. Avere fra le mani un corpo-cadavere da manipolare e vilipendere, da cui ottenere il massimo ricavabile. E questi Mengele del 21mo secolo, sanno benissimo quanta redditività estrarre da queste corrotte membra. Sì, perché nemmeno le migliori miniere aurifere di questo mondo darebbe tanto oro quanto ne potrebbe offrire invece il mercato di organi artificiali e non, con le tecnologiche protesi della cibernetica avanzata, da togliere e mettere in corpi privi di pensiero, di anima e di spirito, aggirantesi per le vie del mondo, ciondolando come perfette mummie telecomandate.

E ora: avvertiamo sì o no l’urgenza di preoccuparcene, in un clima di caos e di pura disorganizzazione mentale, dove a comandare è la tambureggiante forza di un’azione propagandistica ad opera dei poteri forti? E perché tutto questo ci spaventa, secondo voi, se non per il fatto che ci defraudano di un bisogno spirituale, al pari di quelli fisiologici come la fame e la sete? Non dovevamo forse sapere che la Libertà è una fiamma che si alimenta attraverso la nostra piena partecipazione alla vita del mondo? Perché, se zoppica, può diventare golosa preda dell’astuzia di certuni, che vorranno farne partitaria spartizione fra potenti, per ordire trame contro l’umanità.

Ecco: è dovuto accadere l’imponderabile -ciò che non t’aspetti- per comprendere appieno la portata del nefasto disegno. Sì, proprio sul punto in cui stanno per soffiarti la vita, quella tua, dei tuoi cari, e di tanta altra gente. Eppure Thomas Jefferson (terzo presidente degli Stati Uniti d’America) non a caso dichiarò: “Il prezzo della libertà è un’eterna vigilanza”. Ma non confinò il suo prospettico pronunciamento solo a questa frase (già bastante di per sé) anzi: si spinse oltre, parlando alle coscienze dell’epoca, agli uomini liberi, e alla posterità. E sentenziò: “Quando il popolo ha paura del Governo, c’è tirannia. Quando il Governo ha paura del popolo, c’è libertà”. È Thomas Jefferson che l’ha detto, e non frutto di strampalate, scialbe figure, che affollano inspiegabilmente la politica.

Proseguendo, non dobbiamo trascurare che la Libertà è intima amica della Verità. E se a quest’altro istituto -altamente immateriale e spirituale- manca la tua dedizione, smetti di indagarlo, di dargli sostegno, d’incoraggiarlo, rifiutandoti di fare la sua conoscenza… è facile che prima o poi te lo derubino, e lo saccheggino, verniciandolo di Legge propria, mistificandone i contenuti, allo scopo di orientarlo opportunamente secondo fini non confinanti con quelli umani. Pertanto, le ombre che vistosamente si addensano sulla scacchiera umana, lasciano presagire momenti bui.

È così chiaro, che queste due nobili consorelle, simulacri delle civiltà europee e occidentali, oggi siano al servizio di un padrone unico, in odio alla scienza, a tutte le scienze, comprese quelle antropologiche e sociologiche, compattate peraltro di contenuti vuoti e scarso senso di osservazione. Tutto quello che si verifica oggi, non è stato ideato ieri, da quattro sprovveduti, che se la raccontavano attorno ad un caffè. No. Queste sono astutissime menti, prive di scrupoli, che agiscono mediante una fitta rete di interessi interdipendenti sul piano politico, finanziario, economico e industriale, con l’esclusivo intento di piegare ogni volontà che non sia allineata, e conseguire il totale controllo delle masse.

È un progetto che parte da lontano, e -in itinere- lo perfezionano a proprio vantaggio, mettendo fuori gioco chi dissente, con l’appoggio incondizionato dei governi compiacenti. Così facendo, pensano -e di questo ne sono certi- di potere stabilire sul mondo una ferrea egemonia basata su un’ideologia comune che tiene insieme governi, faccendieri, business, macro-interessi e poteri occulti. Ma i tempi, fino a qui esplicatisi, non avevano ancora raggiunto la giusta maturazione per sferrare l’attacco decisivo. Ecco allora che in una temperie culturale così volta al ribasso, come quella italica, appare lo spegnimento di ogni impulso creativo nell’uomo, accompagnato da un evidente abominio politico e morale. E si manifesta l’oscuro programma, che prende poderosamente il sopravvento su una paludosa e destrutturata coscienza sociale, inconcepibilmente impreparata a mettersi al riparo, da queste interessate milizie del terrore. Milizie che “democraticamente” spacciano un intruglio -mai verificato ed analizzato-, per elisir della salute e di lunga vita.

E cosa hanno fatto tutti quegli uomini che oggi si oppongono a questo degradante progresso scientifico, prestandogli il fianco ogni qualvolta che la schizofrenia compulsiva ordinava loro che fosse giunta l’ora di cambiare telefonino, sostituire il computer, o rimpiazzare il tablet o -addirittura,- l’ennesimo ricambio della play-station, inanellando via via una serie di acquisti sconsiderati, con una sfrenata corsa all’accaparramento dell’“ultimo tipo“, per dialogare con mostri e vite virtuali, senza avere prima letto un benché minimo di straccio di libro decente? Senza dire di come non sappia fare a meno di rifornirsi di giga, ad libitum, fino a possedere quel miracoloso 5G, come ultima generazione di un elettromagnetismo letale, che lo rende appagato nei bisogni più inutili e biechi, incurante del rischio ad esporsi a radiazioni dannose alla salute? Ecco come si diventa un idiota, a furia di sbattere ripetutamente la testa contro ciò che non serve alla realizzazione di se stesso. Ma è bastevole per passare dall’identikit di idiota comune, all’identikit di Covid-idiota superiore.

Ecco: quanto più spingiamo in avanti le nostre pulsioni meno desiderabili, e ne esaltiamo incoscientemente i frutti di un progresso discutibile, tanto più altri, posseduti da forze nocive e autoritarie, non esitano ad offrirci suadenti trastulli della tecnologia, per condurci progressivamente all’alienazione dell’anima e dell’intelletto. Non meravigliamoci, dunque, di quanto avviene intorno a noi. Semmai, forse è tempo che ci si domandi: chi sono i responsabili di tutto questo dissesto socio-umano, che oggi reclamiamo con tono stentoreo? È solo ascrivibile a questa gente, affetta da mecenatismi e filantropie ingannevoli, di vederci tutti stecchiti in foderate casse di mogano? E che dobbiamo temere, ed esserne schiavi, per consentire invece a quelle vuote della previdenza di riprendersi l’ossigeno perduto, ricavandolo dai nostri polmoni ormai sottoterra? O c’è anche tanta parte nostra di “mea culpa”, ausiliaria e corresponsabile, di cui dovremmo vergognarci, per avere dato tanto spago a questi mercenari senza frontiere, e che oggi necessita di urgentissima rettifica e risoluzione? Perché, sia ben chiaro, che la verità non va mai a spasso da sola. Per fare un intero, ci vogliono sempre due metà. Sì, non è mai unilaterale.

È questa la soglia di consapevolezza da cui ripartire, se vogliamo aprirci ad una nuova visione di società libera fondata sulla Verità e la Libertà. È dunque il momento di rifondare ciò che è stato colpevolmente accantonato o dimenticato. Solo partendo da questo punto cruciale, da questa rifondazione del pensiero, sapremo respingere ogni tipo di tirannia, sia essa scientifica che statalista, che non si pèrita di usarci come cavie predilette ad ogni tipo di sperimentazione, e che talune menti contorte, legate a dubbie corporazioni di potere, eseguono criminalmente per conto terzi.

Solo il muoverci in questa direzione, abbreviandoci la vita, non rientrerebbe più nei loro ambitissimi piani di sterminio autorizzato, perché avrebbero a mente solo la seconda parte della dichiarazione di Thomas Jefferson: “Quando il governo ha paura del popolo, c’è libertà”. Solo in questa prospettiva ed in nessun’altra. Sia chiaro a tutti. Sì, specie poi se avrà al suo cospetto un’umanità intellettualmente sveglia, socialmente evoluta, spiritualmente orientata. E non la palla al piede, degradata, cenciosa, lassa, inadatta al controllo di sé stessa. Imperare -a questo punto- diventa cosa da dilettanti ed il sopruso ideologico -mediante bavaglio antidemocratico- non è più percepito o sentito come decisione presa a tutela della salute pubblica, ma si riconosce in tutta la sua perversa costruzione, superbamente orchestrata. Lo scopo è spegnere l’autonomia dell’uomo, ledendone i diritti e gli interessi. Ma oltre ad ucciderci il corpo, quale altra finalità ancora più raccapricciante si cela dietro questa spasmodica corsa a volere vaccinare massivamente la gente? Quali sconvolgenti immonde e diaboliche motivazioni cooperano con questa forsennata propaganda di regime?

Beh: a questi interrogativi faccio rispondere Rudolf Steiner, l’uomo che più di tutti può ritenersi fuori da ogni insegnamento fanatico. Anche lui è stato vittima dei “poteri scomodi”. Come lo fu anche Socrate, nel 399 a.C., quando lo costrinsero a bere la cicuta dall’amaro calice. Ecco, per educare i giovani a comprendere meglio se stessi e la vita, gli fu fatto ingoiare ogni parola che alludesse alla libertà di pensiero. Ed è più che probabile che oggi la medesima sorte sia toccata al professor Giuseppe De Donno che -qualche giorno fa all’improvviso e senza dare alcun preavviso ai familiari- ha deciso di porre fine alla sua esistenza, morendo suicida.

Siamo proprio un popolo allo sbando, su cui lucrare è ancora un’attività altamente remunerativa e gran parte del giornalismo ci lavora con sottigliezza, in accordo coi potenti. Ma non c’è da farsene meraviglia, se poi tutto nasce da noi, che siamo alla base di questo di questo circolo vizioso (o sfacelo generale). Proprio noi abbiamo lo innescato in origine, precipitando in questo crollo di valori morali, civili e spirituali, da cui questi “esemplari benefattori” traggono le più brillanti idee e ci riservano “trattamenti davvero speciali”.

Pertanto, di contraggenio, la domanda è pertinente: ma è proprio questa la percezione che diamo di noi stessi al nostro diretto interlocutore, Stato – Chiesa – scienza? Allora, siamo ridotti proprio maluccio. A fare qualcosa per l’umanità, se non sei allineato, devi stare attento, se non vuoi che ti si ritorca contro. A Steiner, con molta probabilità, pensarono i grandi potentati a farlo dimettere dalla vita fisica. Aveva 64 anni quando secondo ricostruzioni peraltro suffragate anche da recenti pubblicazioni (come il recente libro di Andra Franco “Chi ha avvelenato Rudolf Steiner“), fu probabilmente avvelenato. Forse un caffè, alla base di quel distacco dal mondo terreno, offerto chissà sotto quali strategiche reverenze, per farlo di lì a poco precipitare vertiginosamente nel doloroso crepuscolo dell’esistenza, in quel lontano 30 marzo del ‘25.

E da noi “cultura – uomini – società“, qual è stata la risposta per controbilanciare questo vuoto di incalcolabili proporzioni? Nulla. Anzi, siamo stati così sordi e anti-spirituali che gli abbiamo preferito Freud e la sua psicanalisi, sostenuto da tutto quel sapere accademico, asfittico e cervellotico, che deriva di una mefitica cultura di Stato, pronta a deformare le coscienze in crescita. Un “sapere” che ha perturbato lo spirito dei nostri figli, destinandoli ad una corrotta società di matti e di delinquenti, altamente certificati, che concorrono alla loro definitiva distruzione sul piano storico-politico-umano e spirituale.

Direbbe il dottor Steiner che il greve incubo di perdersi sotto il segno del materialismo è qualcosa di effettivamente realistico. Ma nulla ancora è andato irrimediabilmente perso. Come dice l’inarrendevole, tutto si può riavere, e con gli interessi. Ma dipenderà dalla volontà e dall’azione di un rinnovato cristianesimo, che ci impegnerà ad interpretarlo e ad agganciarlo alla vita culturale moderna, con una conoscenza che attivi la nostra vera immaginazione, per ricreare finalmente un vero spazio a favore di uomini liberi, dove il dibattito fra Esseri umani non si esaurisca nella solita guerra di contrapposizione ideologica. L’auspicio è che vi sia innanzitutto il rispetto tra tutti noi come singoli individui, che lavoriamo pazientemente alla ricerca della nostra felicità, e che a nessuna pretestuosa ragione (di questi bell’imbusti) prestiamo il fianco, per lacerare un tessuto sociale già seriamente compromesso, ed impaludarci irreversibilmente in insanabili contrasti o divisioni.

 

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Vincenzo Scarlato

Trento

 

Riferimenti letteratura:

Conferenze del 1917, tenute a Dornach, dal libro:«La caduta degli spiriti delle tenebre», di Rudolf Steiner, Editrice antroposofica Milano.

 

 

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