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LETTERE AL DIRETTORE

SERGIO PAOLI * MANIFESTAZIONI DI PIAZZA E POLIZIA – LETTERA A MIA FIGLIA: « LOTTA E ARRÀBBIATI, NON ARROGARTI LA PRESUNZIONE DI ESSERE L’UNICA CUSTODE DELLA VERITÀ »

Scritto da
09.37 - mercoledì 6 marzo 2024

Gentile direttore Franceschi,

 

lettera di un vecchio poliziotto alla figlia (di Javert)

Cara Anna,

Ieri ti ho vista in televisione, in tutti i notiziari, in prima fila a manifestare contro quell’orrore che è la guerra, contro le violenze, contro l’odio. Per me, come credo per molti padri e madri, vedere un figlio balzare agli onori della cronaca in una battaglia a difesa dei più deboli, di chi non può nemmeno protestare, è motivo di soddisfazione e di orgoglio. E’ la conferma più concreta che almeno un obiettivo, come genitori, l’abbiamo colto: l’aver accompagnato i nostri figli verso una maturità consapevole, critica, sensibile ai diritti umani e non asservita.

Nei miei trentacinque anni da poliziotto, sono stato centinaia di volte in piazza, in divisa, ore prima e dopo le manifestazioni e mai una volta ho dubitato del compito che mi era stato assegnato dallo Stato in quei frangenti. Avrei preferito restare a casa con te, con tuo fratello, ma il mio lavoro, anzi, il mio servizio come lo chiamiamo noi, mi imponeva di andare là, dove delle persone stavano esercitando uno dei diritti più importanti che la Costituzione garantisce: quello di manifestare liberamente il proprio pensiero. E lo scopo della nostra presenza, ricorda, è sempre stato quello di consentire questo diritto, mai e poi mai quello di sopprimerlo. Se avessi avuto anche solo il sospetto di far parte di un apparato che reprime la libertà di manifestare, credimi, avrei gettato la divisa e avrei combattuto in prima linea per cambiare un tale obbrobrio.

Per questo, sentire in questi giorni dei ragazzi etichettare come fascisti i poliziotti, sputargli, lanciargli contro oggetti e richiamare lo slogan “sei il primo della lista”, di cui molti probabilmente ignoravano la sinistra origine, mi fa pensare che forse gli scopi della protesta si siano un po’ persi e che le rimostranze siano state clamorosamente indirizzate contro l’obiettivo sbagliato. Un po’ come quell’infortunato che se la prende con l’ortopedico perché si è rotto una gamba.

E’ importante, nella vita, non perdere di vista i propri obiettivi e cercare di ottenerli ma bisogna essere bravi a non farsi manipolare da chi finge di condividere i tuoi ideali per ottenere facili consensi e click a suon di slogan stantii. Siano giornalisti poco corretti, politici approfittatori o presunti influencer che rimestano nel torbido.

Quindi, figlia mia, continua a lottare, a protestare, ad arrabbiarti e cerca di cambiare le cose che in questo mondo ritieni sbagliate. Fallo nel rispetto del pensiero altrui, non arrogarti la presunzione di essere l’unica custode della verità, e non commettere l’errore di pretendere che tutti la pensino come te, altrimenti sarai proprio tu a resuscitare quel fascismo che vuoi combattere.

Ti voglio bene.

Papà

 

 

Sergio Paoli
Levico Terme – Trento
Il Trentaquattresimo Trentino
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