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LETTERE AL DIRETTORE

MAURILIO CALLERI (MEDICO VETERINARIO) * ORSI IN TRENTINO: « È FOLLIA UCCIDERE TRE ESEMPLARI E DIMEZZARNE IL LORO NUMERO, COME VORREBBE FARE IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA “

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18.50 - martedì 11 aprile 2023

Gentile direttore Franceschi,

certo di fare cosa gradita invio in allegato il mio intervento in merito alla vicenda degli orsi in Trentino Alto Adige.

Cordiali saluti.

Dott. Maurilio Calleri

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Orsi e uomini.  Dopo aver ascoltato la conferenza del presidente della Provincia Autonoma di Trento del 7 aprile in cui ha dichiarato “non mi preoccupa il benessere degli animali e non mi preoccupa come verranno catturati e non mi preoccupa neanche se i nostri organi dovessero sbagliare animale nelle azioni che fanno per identificare il soggetto”, ho provato incredulità, rabbia ma soprattutto vergogna di appartenere alla sua stessa specie animale. Eh si, l’uomo non è un Dio sulla Terra, è una specie animale e neanche la più intelligente rispetto alle altre specie. Nessuna specie animale infatti, distrugge l’ambiente dove vive, minacciando la sua stessa sopravvivenza. Sempre il presidente della PAT dice che “c’è un numero spropositato di orsi rispetto alla convivenza”! Ma chi ha stabilito un numero limite di 50, 100 o 150 orsi e in base a quale studi, nel territorio del Trentino?

Uccidere tre orsi e dimezzare il loro numero nel Trentino, come vorrebbe fare il presidente della Provincia, è una pura follia. Dobbiamo smettere di pensare in modo antropocentrico e non è accettabile che la politica per ignoranza e incompetenza possa fare azioni irrazionali senza conoscere l’argomento di cui tratta e senza sentire esperti in ecologia. Bisogna infatti considerare la dinamica degli eventi e sapere che un orso non attacca deliberatamente l’uomo, ma lo fa per difendersi quando viene spaventato o minacciato. La responsabilità è quindi del presidente della Provincia che non ha fatto informazione nel suo territorio sulla giusta convivenza con gli orsi. Chi va in montagna deve conoscere come comportarsi e i rischi che ci possono essere, come chi attraversa la strada deve sapere che ci sono veicoli e che questi lo possono investire se non fa attenzione.

Un escursionista deve conoscere l’ambiente ed avere un’attrezzatura ed un abbigliamento adeguati quando fa un sentiero di montagna e se cade in una scarpata perché non è stato prudente, non può chiedere di asfaltare il sentiero per un suo piacere personale. Così chi non conosce l’ambiente e gli animali che ci vivono e non sa come comportarsi in caso di incontro con questi, deve essere informato dagli amministratori locali oppure non deve proprio avventurarsi, perché altrimenti crea problemi che non può risolvere. Nella società umana bisogna rispettare le leggi che regolano le nostre azioni e “ignorantia legis non excusat” (la legge non ammette ignoranza), altrimenti si viene condannati. Così chi va in montagna deve rispettare le regole della natura e se non le rispetta dovrà accettarne le conseguenze. Non siamo i padroni di questo mondo, ma ne facciamo parte, insieme alle altre specie animali.

 

 

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Dott. Maurilio Calleri, medico veterinario ed ecologo.

 

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