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LETTERE AL DIRETTORE

“RISVEGLIO TIROLESE” ORSI IN TRENTINO: * CHISTÈ E MONTI : « PURTROPPO LO SHOW HA DOVUTO CONTINUARE, FINO AL TRAGICO EPILOGO »

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07.07 - domenica 9 aprile 2023

Gentile direttore,

 

purtroppo lo show ha dovuto continuare, fino al tragico epilogo.

Ora che il tempo impone di rispettare con il silenzio il dolore di una famiglia e di un’intera comunità, corre anche l’obbligo di soffermarsi a riflettere.

Riflettere sul senso di quanto fatto, riflettere sul senso delle politiche di sviluppo della montagna messe in atto in Trentino/Tirolo meridionale negli ultimi decenni, riflettere sull’adeguatezza di una classe dirigente che, colpevole di aver volutamente smarrito l’identità, non può ora far altro che piangere sul latte versato.

Il Trentino/Tirolo meridionale, spogliatosi volutamente della propria identità tirolese, cioè alpina, perso dunque ogni punto di riferimento, ha ritenuto di optare per un’idea di montagna del tipo “

Yellowstone”, opzione virtuosa rispetto ad altra, ritenuta viziosa, inerente un’idea di montagna del tipo “Disneyland”.
Trattasi certo di due concezioni contrapposte, entrambe tuttavia derivanti da una visione della montagna da un punto di vista esterno e metropolitano, non certo interno e montanaro.

Montagna dunque come luogo di un divertimento tipicamente cittadino, sala giochi nelle terre alte, versus montagna come luogo selvaggio, regno cupo del bosco, dell’orso, del lupo, ostile all’uomo.

Da entrambe queste visioni di montagna l’elemento antropico, originale, è letteralmente bandito: le comunità valligiane non compaiono, la loro voce è dunque inascoltata e la gestione del territorio è affidata alle burocrazie, anch’esse esterne e cittadine, non alla saggezza dell’autoctona, secolare esperienza e conoscenza dei luoghi.

Quanto accaduto è dunque la certificazione di un fallimento, peraltro da taluni (pochi in verità) annunciato: fallimento di un modo di pensare e di operare nella gestione del territorio montano, la cui gravità è acuita dal fatto che il Trentino/Tirolo meridionale è una provincia interamente alpina, dotata di un formidabile statuto di autonomia, non estrema propaggine montana di una regione a carattere metropolitano ed a statuto ordinario.

Fallimento acuito dal fatto che in nessun altro luogo dell’arco alpino un simile progetto è stato accolto e portato avanti: dal connesso Alto Adige/Südtirol (facente parte della stessa regione ma con il quale evidentemente, per scelta, non si condivide nulla – salvo poi riempirsi la bocca di un’euroregione fatta di cartelli stradali e pura propaganda), al nord-Tirolo, alla Svizzera, alla Baviera.

Fallimento dunque anche di un’impostazione tutta autoreferenziale della classe dirigente del Trentino/Tirolo meridionale, che mai ha mostrato interesse per il confronto con gli altri, limitrofi territori alpini.

E’ giunta dunque l’ora di operare un radicale cambiamento del modello di sviluppo del Trentino/Tirolo meridionale, che abbisogna oltremodo di aprirsi al confronto e recuperare quell’identità tirolese che mai avrebbe portato alla scelta, nella gestione del territorio, tra il modello Yellowstone ed il modello Disneyland.

Infatti, nella visione di montagna dall’interno, dal punto di vista cioè delle comunità insediate, tratto, questo, caratteristico dell’identità tirolese ed alpina, le politiche di sviluppo mirano alla massima valorizzazione del maso, del pascolo, del bestiame, mettono al centro le necessità dell’agricoltore di montagna, il Bergbauer, lo aiutano a svilupparsi ed eventualmente evolvere in operatore agrituristico e/o turistico, artigiano, piccolo commerciante, impiantista: in questa concezione, l’unica che abbia e dia un senso ad una provincia autonoma di montagna sita nel cuore delle Alpi, l’unica in grado di apportare consistenti vantaggi, anche in termini di affluenza turistica, lo spazio per l’orso, il lupo ed i loro danni è ridotto a poca cosa.

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Per Risveglio Tirolese
La Presidente -Nicoletta Chistè

Il Portavoce – Paolo Monti

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