News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE

DE GODENZ (UPT) * SANITA’ TRENTINA: « LA SOLUZIONE NON È CHIUDERE I PUNTI NASCITA PERIFERICI, MA GARANTIRE A TUTTI I SERVIZI »

Scritto da
09.28 - giovedì 6 aprile 2023

Gentile direttore Franceschi,

leggendo le cronache degli ultimi giorni risulta lampante come la questione riferita ai punti nascita in particolare e alla sanità in generale, sia tutt’altro che risolta in Trentino. Di fronte ad alcune posizioni e dichiarazioni comparse sulla stampa, ritengo opportuno, come Consigliere provinciale di Trento, ma soprattutto come trentino e come cittadino della Valle di Fiemme e delle valli dell’Avisio, ritornare su tale tema.

Partiamo dalla situazione attuale: è giusto dire che nonostante il nuovo approccio e i grandi sforzi fatti lo status quo non sia sostenibile nel lungo periodo. Servono soluzioni, e una visione, di medio-lungo periodo che metta sempre al primo posto la prossimità dei servizi alle cittadine, ai cittadini residenti e agli ospiti che ogni anno raggiungono le nostre località per le loro vacanze. Continuità e presenza sicura sono le parole chiave, non i continui tira e molla e soluzioni tampone.

Uno dei concetti fondamentali, a mio avviso, e che credo giovi sicuramente ripetere – anche se da anni continuo a farlo sia in sede istituzionale, sia quanto mi capiti di venire interpellato dai miei conterranei sulla sanità e sugli ospedali, nelle valli, ma non solo, è che non si possa e non si debba considerare la sanità e la sua gestione con la mentalità del freddo ragioniere, operando arbitrariamente tagli o chiusure – è il caso dei punti nascita degli ospedali periferici che sono sempre i primi ad essere etichettati come sacrificabili – di reparti per poter magari avere professionisti liberi da girare altrove.

Il Trentino ha infatti dimostrato nei decenni scorsi di aver sempre avuto lungimiranza, attuando politiche di delocalizzazione dei servizi e prossimità ai cittadini delle valli; abbiamo in questo modo evitato lo spopolamento della montagna e fatto sentire sicuri, dal punto di vista dell’assistenza sanitaria coloro i quali decidevano di continuare a vivere nelle valli d’origine; anzi, in molti casi, il mantenimento dei servizi cardinali, come appunto gli ospedali con tutti i loro reparti, sono stati fondamentali su questo tipo di scelte. Lo diciamo spesso, ma non è un caso se in regioni a noi vicine, lo spopolamento è ormai cosa diffusa: dove non ci sono scuole, ospedali, negozi, dove non c’è più comunità i territori vengono abbandonati e, di fatto, muoiono lentamente.

Per evitare che anche nella nostra fantastica terra si arrivi a tanto è perciò necessario dimostrare a tutti i Trentini se si intende proseguire in questa visione di mantenimento della qualità della vita nelle terre di montagna o se si preferisce abbracciare modelli diversi, lontani dalla nostra cultura autonomistica di vivere i territori e, a mio avviso, errati e pericolosi, con il rischio di vedere le nostre valli spopolarsi in pochi anni.

Per questo venendo al punto, e facendo un esempio concreto, trovo assurdo che – ed è stato dichiarato proprio negli scorsi giorni (da Ioppi, non nuovo purtroppo a queste uscite) – che si possa pensare che la chiusura dei punti nascita andrebbe, di fatto, a risolvere parzialmente il problema legato alla carenza di personale in Provincia. Non ci siamo, mi sembra la solita istigazione alla guerra tra poveri: se vuoi un servizio, lo accentriamo in città e facciamo economia di scala. Così i conti tornano, ed è più facile gestire medici e professionisti. Ok, ma la qualità della vita e il rispetto dell’individuo dove vanno in questo modo?

E le cittadine e i cittadini delle nostre valli, lo dico da sempre, dovrebbero quindi essere sempre penalizzati e scendere a Trento per essere seguiti? E perché? Sono forse cittadini di serie B? Voglio ribadire, ancora una volta, invece, che se funzionano i punti nascita – sempre lì siamo obbligati a tornare – funziona meglio, di riflesso, tutto l’ospedale e in primis, per fare due esempi, ortopedia e chirurgia. Quanto affermo, lo si è visto negli anni, ed è legato al fatto che per il punto nascite è obbligatorio avere un anestesista 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, figura che quindi è presente e può essere chiamata a lavorare anche negli altri reparti coprendo emergenze e risolvendo problematiche (Succede a Cavalese ma sono certo che dinamiche simili si ripetano altrove). Infatti, ricordo che quando ci fu la chiusura del punto nascita di Fiemme, ortopedia poteva lavorare solo da lunedì al venerdì a mezzogiorno, in quanto, dopo tale ora, mancando un presidio h24, non vi erano più anestesisti a disposizione. Sarebbe perciò questa da considerare un’ottimizzazione del servizio o un precedente da ripetere? Direi proprio di no.

Quindi, è facile intuire come avere il punto nascite aperto non sia solo un vantaggio per le valli, come ad esempio Fassa, Fiemme e Cembra ma anche per avere un ospedale e di conseguenza un sistema sanitario perfettamente funzionante. Ospedali di valle con servizi presenti e costanti significano meno spostamenti interni, meno rischi per chi ha bisogno – in primo luogo le partorienti e gli anziani – e, soprattutto, la creazione e il mantenimento di comunità assistite, più sicure e, di conseguenza più tranquille e garantite.

Mai dobbiamo scordare, e mi avvio a concludere, che da sempre siamo una terra di montagna dall’orografia complessa, un territorio particolare con bisogni particolari e che non può, e non deve, omologarsi a modelli standard non funzionali e perdenti. Siamo sempre stati fieramente autonomi e in grado di gestire con oculatezza e buon senso le nostre risorse e il nostro potenziale. Ora non seguiamo l’onda del pessimismo e dell’omologazione e confermiamo nuovamente, lavorando tutti, nessuno escluso, per una sanità che non sia delle città contro le valli ma di tutto il Trentino. Possiamo farlo e la nostra gente, certamente, lo chiede a gran voce e senza dubbio lo merita.

 

*

Pietro De Godenz

Consiglio Provincia autonoma Trento (Gruppo UpT)

 

 

Categoria news:
LETTERE AL DIRETTORE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.