Gentile direttore Franceschi,
è inevitabile guardare oggi con grande preoccupazione a quei progetti di riorganizzazione del mondo bancario che finiscono per mettere in discussione la natura stessa degli istituti locali e la missione del credito sul territorio. Scrivo questo sulla base la prospettata fusione tra la Cassa di Trento e la Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia.
Il progetto, reso noto dai rispettivi CdA nelle scorse settimane, ha suscitato fin qui un acceso dibattito nel mondo cooperativo. L’iniziativa annunciata dalle due banche impatta pesantemente sull’intero ecosistema delle imprese, incluse ovviamente quelle del settore agricolo che, anche grazie alla sinergia tra credito e cooperazione, hanno saputo sperimentare fin qui un modello di sviluppo sostenibile a beneficio della comunità, dell’ambiente e della coesione sociale.
Di fronte a certe scelte, obiettivamente difficili da condividere, rischiamo ora di assistere a un evidente indebolimento della tutela degli interessi dei soci e alla progressiva dispersione del patrimonio che essi hanno contribuito ad accumulare nel tempo e che ha concorso alla crescita delle realtà valligiane.
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Mario Cescolini
Presidente di Sabac (Società agricoltori – Brez Arsio Cloz) e consigliere di Apot e del Consorzio Melinda