Buona rivoluzione, dentro di noi. E in Iran. “La salvezza di questo mondo si trova solo nel nostro cuore, nella nostra capacità di uomini e donne di riflettere, nell’affetto e nella nostra responsabilità di uomini e donne. Senza una rivoluzione globale nella sfera della nostra coscienza, nulla cambierà in meglio nella sfera del nostro essere uomini e donne, e la catastrofe verso la quale questo mondo è diretto – ecologica, sociale, demografica o un generale collasso della civiltà – sarà inevitabile”.
Vaclav Havel, 1990, Congresso degli USA Con queste parole, ti auguro buon anno. Mi auguro anche che la comunità internazionale voglia ascoltare l’invito che Foreign Affairs rivolge agli USA: “Gli iraniani vogliono un cambio di regime. L’America dovrebbe dare loro una mano”. Il mondo intero dovrebbe dare loro una mano, è la richiesta che possiamo aggiungere per l’anno nuovo.
Un anno che si è chiuso con un accordo internazionale significativo, per quanto insufficiente, sulla protezione della biodiversità: I Governi hanno firmato un accordo decennale per fermare la distruzione degli ecosistemi, anche se il testo finale è stato spinto dal Presidente cinese ignorando le obiezioni di alcuni Stati africani. Nell’accordo finale, i Paesi hanno deciso di creare un nuovo fondo all’interno del principale meccanismo esistente di finanziamento della biodiversità da parte dell’ONU – il “global environment facility”- e si sono impegnati a future discussioni per la creazione di un nuovo fondo distinto. I Paesi più ricchi si sono impegnati a mettere a disposizione 30 mld di dollari di aiuti alla biodiversità entro la fine del decennio.
Sebbene l’accordo non sia legalmente vincolante, i Governi avranno il compito di mostrare i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi attraverso piani nazionali della biodiversità, sul modello di ciò che accade per gli accordi di Parigi. (Fonte The Guardian). Servirebbe molto altro, e qualcosa ciascuno di noi può fare perché sia davvero un buon anno 2023.
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Marco Cappato