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LETTERE AL DIRETTORE

DOTT. GIOVANNI SPAGNOLLI – ORTOPEDICO (ROVERETO) * SANITÀ TRENTINO: « SI ORIENTINO LE RISORSE VERSO IL SETTORE PUBBLICO, RISERVANDO AL PRIVATO IL RUOLO DI SUSSIDIARIETÀ »

Scritto da
10.28 - mercoledì 11 ottobre 2023

Gentile direttore Franceschi,

le scrivo in tema di welfare, ovviamente tale comparto problematico non riguarda solo il Trentino, ma è presente da anni anche a livello nazionale. In provincia di Trento viene avvertito maggiormente perché fino a qualche decennio fa era in grado di fornire servizi del tutto efficienti. Quale è la causa di tutto ciò? Il problema è molto complesso e dipende da una serie di fattori. Primo fra tutti una serie di errori in campo organizzativo gestionale adottati dalla politica provinciale negli ultimi 15 anni.

 

Punti riassumibili in:

– centralizzazione esasperata delle funzioni organizzative e gestionali con conseguente perdita dei meccanismi di ascolto, confronto e condivisione degli obiettivi strategici nei confronti dei vari attori presenti sul territorio (operatori sanitari ospedalieri e delle RSA, medicina di base, servizi territoriali, servizi alla persona etc. )

– riorganizzazione della struttura aziendale di tipo piramidale a base ristretta dove le decisioni vengono prese da poche figure direzionali a livello centrale (i direttori della 4 macro arre: servizi, area medica, area infermieristica, area amministrativa) con conseguente perdita del potere di ascolto e confronto con la base.

– riduzione progressiva dei finanziamenti nei confronti del settore pubblico attraverso la stipula di convenzioni con strutture private provinciali ed extra provinciali per la fornitura di servizi (esami clinici e strumentali, visite, interventi chirurgici).

L’argomento più discusso negli ultimi tempi e che sta gravando pesantemente sull’utenza pubblica è indiscutibilmente quello delle liste di attesa. Anche qui il problema è complesso e sicuramente legato all’ultimo fattore precedentemente segnalato cioè: la progressiva contrazione dei finanziamenti verso il servizio pubblico a favore del privato ha determinato negli anni la minor capacità da parte del servizio pubblico di fornire risposte in tempi congrui.

La recente ondata pandemica, con lo stop delle prestazioni sanitarie durate quasi tre anni, non ha fatto altro che emergere tale errore di impostazione programmatica.
Va tenuto però presente anche un altro fattore strettamente collegato al precedente cioè la impossibilità da parte dei servizi territoriali e della medicina di base di agire da filtro vuoi per mancanza di investimenti vuoi per il sovraccarico burocratico imposto dalle normative nei confronti dei medici di base. E’ venuta così a mancare quel fondamentale strumento di screening indispensabile per la prescrizione al Paziente dei percorsi di diagnosi e cura più appropriati.

 

Quali sono i correttivi:

– ri-orientare le risorse finanziarie verso il settore pubblico riservando al privato un ruolo di sussidiarietà
– investire risorse a favore dei servizi territoriali
– restituire la vera funzione del medico di base sgravandolo dall’asfissiante carico burocratico
– recuperare gli strumenti di ascolto, confronto e condivisone degli obiettivi con gli enti locali
– dividere nettamente il livello politico da quello gestionale attraverso la nomina dei vertici aziendali da parte degli operatori sanitari

 

*

Giovanni Spagnolli – Rovereto (Tn)

Ortopedico

 

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