Gentile direttore Franceschi,
se leggiamo i giornali sembrerebbe proprio che a Trento la gente non abbia altro interesse che il toto-candidature sulle poco più di venti liste che saranno su piazza fino al 22 ottobre prossimo ed in cui molti paiono voler riproporre la fortunata formula “dell’usato multimarca”.
Le banali chiacchiere da bar in cui spesso si inciampa sembrano invece orientate ad una certa delusione per il poco rispetto per l’intelligenza degli elettori che sembra prevalere nelle “segrete stanze”.
Sia in maggioranza che tra le opposizioni. Tra “migranti politici” e “nuove verginità” pare a pochi importi della realtà.
Fingere che la candidatura Valduga abbia una finalità diversa dall’archiviare una pessima sindacatura o che il rinnovamento stia nel riproporre chi fu già sconfitto nel 2008, fuggendo da quelle tematiche essenziali per la vita di una comunità su cui in troppi hanno rinunciato a dire qualcosa fin dal gennaio 2020, fingendo magari che vi sia ora l’idea di declinare in modo nuovo vecchi fallimenti, o che il Trentino dei centri di ricerca, dell’Università, dei contributi per l’Innovazione debba ritrovare proprio nel voto quella propensione al cambiamento che forse c’è, ma nessuno concretizza .. alla gente fa venire l’orticaria.
Il potenziale è nell’atto diceva un pensatore locale. Il rinnovare è nel rinnovarsi scrive oggi l’Udc. Le scommesse si fanno se si crede in una qualche percentuale di successo e tutto sta nel decidere quale. Il vostro voto aumenterà la nostra.
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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc per il Trentino Alto Adige Südtirol
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