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LETTERE AL DIRETTORE

CIA (FDI) * SANITÀ TRENTINO: « L’ADEGUATA PRESA IN CARICO RIDUCE L’INDICE DELLA MOBILITÀ PASSIVA E PREVIENE LE SITUAZIONI DI EMERGENZA »

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15.21 - domenica 8 ottobre 2023

Egregio Direttore,

in queste settimane si è tanto dibattuto, ma soprattutto sparlato, di sanità privata accreditata dove i pregiudizi palesatisi hanno prevalso sulla ragione e la verità. Sarà che siamo in campagna elettorale, ma la tendenza a demonizzare il privato, a prescindere, ci rende pure ridicoli e un po’ a disagio nel ricordare che in Trentino dal febbraio 2021 esiste un eccellenza, il Centro Clinico NeMO (NeurMuscular Omnicentre) situato al piano terra dell’Ospedale riabilitativo “Villa Rosa” di Pergine Valsugana, la cui apertura è frutto di un accordo di sperimentazione gestionale pubblico – privato tra Provincia autonoma di Trento, APSS (Azienda provinciale per i servizi sanitari) e Fondazione Serena Onlus (Ente gestore dei Centri Clinici NeMO in Italia).

La stretta interrelazione tra gli enti rappresenta un elemento importante che assicura standard elevati nell’attività clinica dalla diagnosi, alla terapia, alla presa in carico del paziente e valorizza le competenze riabilitative e di terapia occupazionale del territorio. A quasi tre anni dalla sua apertura, i numeri del Centro Clinico NeMO Trento raccontano in concreto come il centro sia diventato il punto di riferimento di eccellenza per persone con SLA, SMA e Distrofie Muscolari del Trentino, del Triveneto, e non solo.

L’analisi dei dati dimostra che l’adeguata presa in carico riduce l’indice della mobilità passiva del territorio e previene le situazioni di acuzie e di emergenza. Sono fruibili in NeMO non solo le degenze ordinarie, ma anche in regime di DayHospital, visite ambulatoriali e ambulatori multidisciplinari. In NeMO lavorano in sinergia Medici (neurologi, fisiatri, pneumologi, internisti), infermieri, dietisti, fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali e psicologi. La continuità di cura è legata tanto al percorso assistenziale di ogni paziente, quanto alla capacità di rispondere ai bisogni complessi e specifici di ogni patologia.

Un importante dato da evidenziare è che oltre il 41% dei pazienti proviene dai territori fuori Provincia, in particolare dal Veneto, dall‘Alto Adige, ma anche da Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli e, qualcuno ancora, dal Centro e Sud Italia. Ciò contribuisce ad alzare il saldo attivo della mobilità interregionale e fa pure bene il bilancio sanitario provinciale.

A dimostrazione che in Trentino sanità pubblica e sanità privata convenzionata sono due facce della medesima medaglia, due realtà che operano in sinergia e sanno dare risposte concrete ai bisogni sanitari dei cittadini. Al contrario, la demagogia rappresenta sempre una fuga dalla realtà e dalle responsabilità.

 

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Claudio Cia

Presidente Gruppo FdI (Consiglio Provincia autonoma Trento)

 

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