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COMUNE DI TRENTO * GIORNATA DELLA MEMORIA: I SINDACI IANESELLI – CARAMASCHI – WILLI, « NECESSARIO UNIRE LE FORZE, PER RENDERE OMAGGIO ALLE VITTIME »

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19.05 - venerdì 27 gennaio 2023

Da Trento a Bolzano a Innsbruck, costruiamo una rete di città della memoria e uno spazio europeo libero dai discorsi d’odio. I sindaci Willi, Caramaschi e Ianeselli hanno commemorato per la prima volta insieme la Shoah. “Unire le forze per rendere omaggio alle vittime. È nostra responsabilità collettiva fare di tutto per evitare di ripetere la storia”. Sottolineata l’importanza del ruolo delle scuole per approfondire i fatti e raccontarli anche con modalità inedite.

 

Trento, Bolzano, Innsbruck: tre città unite (anche) da una drammatica traiettoria della storia: quella dei convogli di morte che raggiungevano Auschwitz e gli altri campi di concentramento. Oggi, in occasione del Giorno della memoria, i sindaci Georg Willi, Renzo Caramaschi e Franco Ianeselli hanno voluto testimoniare, per la prima volta insieme, il loro impegno a ricordare lo sterminio nel cuore dell’Europa di 6 milioni di ebrei, di centinaia di migliaia di rom e sinti, disabili, oppositori politici e omosessuali.

Moderato da Sara Zanatta, ricercatrice della Fondazione Museo storico del Trentino, il dialogo tra i tre sindaci nella sala di rappresentanza di palazzo Geremia ha avuto come focus le strategie delle rispettive città riguardo alla costruzione di una memoria condivisa.
Ricordando le pietre d’inciampo dedicate ad Albino Nichelatti e ad Arturo Tomasi, la composizione della mappa dei luoghi tragici della città, l’incontro con tanti testimoni, i viaggi della memoria dei ragazzi delle scuole, le storie apprese in questi anni grazie alla letteratura e al teatro, il sindaco Ianeselli ha precisato: “Non è solo il Comune che fa memoria. Il Comune sostiene, mette a disposizione spazi, patrocina, propone. Gli attori della memoria a Trento sono il Museo storico, le associazioni che costituiscono un ponte importante verso le giovani generazioni. E naturalmente gli insegnanti che, portando in classe il racconto della Shoah, sono sicuramente tra i protagonisti più importanti della trasmissione della memoria”.

Il sindaco di Bolzano Caramaschi ha ricordato il ricco calendario di eventi dell’anno che si è appena concluso: “Bolzano l’anno scorso è stata definita dal Governo nazionale ‘Città della memoria’: per questo i mesi passati sono stati pieni di manifestazioni, filmati, premi di letteratura, musica. Con ogni mezzo abbiamo approfondito la conoscenza di ciò che è stato per fare in modo che rimanesse impresso nella memoria dei giovani e potesse diventare parte del cammino verso il futuro, che non può prescindere dal rispetto, dalla dignità dell’uomo, dalla riaffermazione della democrazia, della libertà e della capacità di progredire tutti insieme. Ciascuno può avere idee diverse, ma nell’ambito delle regole della nostra Costituzione, che è un momento di luce dopo le tenebre dello sterminio della seconda guerra mondiale”.

Il sindaco Willi ha raccontato i modi innovativi in cui Innsbruck ha reinterpretato la memoria: “Ogni tempo ha il suo modo di ricordare, di guardarsi indietro e riflettere, di mostrare rispetto, di cercare perdono e riconciliazione. Oggi sappiamo meglio, sappiamo anche di più e abbiamo modi più sofisticati per ricordare. Negli ultimi anni abbiamo rivalutato quanto fatto fino ad oggi e abbiamo sviluppato tre grandi progetti: il primo si chiama ‘Gedenk_potenziale’, un progetto avviato nel 2020 per promuovere forme moderne di memoria finanziando progetti innovativi di commemorazione. Il secondo, chiamato ‘Zeitpunkte’, è un progetto multimediale che è pronto per l’implementazione. Segnerà nelle strade gli ex indirizzi di casa delle vittime del nazionalsocialismo.

Tramite Qr-code si potranno avere maggiori informazioni sulla singola vittima e sulla sua storia. Il terzo progetto è atteso da tempo: è la costruzione di un moderno luogo di memoria, di educazione e di documentazione nel luogo del campo di lavoro di Reichenau”.
Per una memoria europea condivisa. Quanto alle strategie per la costruzione di una memoria europea condivisa, il sindaco Ianeselli ha parlato di tre pilastri: “Il primo è la conoscenza sempre più approfondita della nostra storia, il secondo è quello del racconto anche con modalità inedite. Il terzo è quello dell’aggancio con il presente. Pensiamo al terreno fertile grazie al quale i provvedimenti discriminatori di Hitler e Mussolini hanno attecchito con estrema rapidità anche nei salotti intellettuali degli anni Trenta in cui i discorsi antisemiti erano tutt’altro che rari. Anche noi dobbiamo monitorare i discorsi d’odio di oggi e creare uno spazio, tra Trento, Bolzano e Innsbruck, in cui la soglia di attenzione sia la stessa. Lavoriamo per una Euregio hate-free, per un’Europa libera dai discorsi d’odio, in cui il peso del passato, in cui la memoria di ciò che è stato diventino un antidoto alla discriminazione nel presente”.

Per quanto riguarda il futuro, il Comune di Bolzano con il progetto “Città della Memoria” si pone come obiettivo la costruzione di una rete tra città che hanno sul proprio territorio i segni del passato storico legato alla Seconda guerra mondiale. Quanto alle strategie della memoria, il sindaco Caramaschi ha affermato: “Le cerimonie sono importanti: sono eventi formali, ma anche sostanziali di affermazione del ricordo delle tragedie della guerra e dell’obbrobrio di teorie antilibertarie come il nazismo e il fascismo. Poi è fondamentale l’azione continua nelle scuole: è necessario non tralasciare occasioni per studiare testi, approfondire tematiche, per adottare un pezzo di città laddove c’è stata una tragedia”.

Infine, il sindaco Willi ha sottolineato l’importanza di cooperare nel rendere omaggio alle vittime: “La storia della Shoah fa parte della storia europea. Fa anche parte della nostra storia locale, la storia delle nostre comunità. Abbiamo perso la popolazione ebraica, abbiamo perso il suo potenziale, dobbiamo almeno ricordare. Lo dobbiamo alle vittime della Shoah, di un regime disumano, ma lo dobbiamo anche alle generazioni future e dobbiamo metterlo in una prospettiva più ampia. Per esempio, il campo di lavoro di Reichenau fa parte della storia oscura di Innsbruck, ma fa anche parte della storia dei carcerati in modo ingiusto e delle loro comunità originarie, tra cui quella italiana. Ecco perché dobbiamo cooperare e unire le forze per rendere omaggio alle vittime. È nostra responsabilità collettiva fare di tutto per evitare di ripetere la storia”.
All’incontro è intervenuta anche Sabine Mayr, autrice del libro “Quando la patria uccide”, che ha ripercorso la travagliata storia degli ebrei del Tirolo e delle vittime dell’odio antisemita.

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