Lorenzo Dellai ed i poteri di controllo della politica: sono -per lui- un “disturbo” o “un diritto”? Ho avuto modo di vedere la videintervista all’onorevole Dellai ospitata sul notiziario “Agenzia Opinione”, prodotta da “IlNordestquotidiano”. Intervista classica, dove traspare in modo chiaro quali siano le logiche della conservazione di un sistema che sembrerebbe cambiato, ma che in realtà è frutto di passaggi volutamente pianificati, affinché – in realtà- non cambi nulla.
Esempio tipico: i cambi politici in Provincia di Trento, dove dal punto di vista politico un ex Upt all’ultimo minuto utile, catapultatosi dall’altra parte, da sinistra a destra, conquista addirittura la vicepresidenza.
Ma non solo: capriole carpiate, che hanno messo la Giunta della Provincia autonoma di Trenta nella necessità di confermare quasi tutto il management di gestione, che fu creato in gran parte dal Presidente Dellai.
Ma a parte questo, quello che fa specie sono le dichiarazioni dell’onorevole Dellai circa il “disturbo” che arrecherebbero gli organi di controllo al potere politico. Organi di controllo che oggi operano secondo le Leggi vigenti e che si chiamano Magistratura e Corte dei Conti.
Come dire che, oggi sembrebbe che la politica del passato lamenti il fatto che la trasparenza sia un disturbo e che la gestione operativa sia ostaggio dei poteri di controllo.
Io, con tanto rispetto per le altrui opinioni, affermo che il controllo è un sacrosanto diritto dei cittadini e che se oggidí taluni affermano che la Magistratura ha delle nicchie politicizzate (fenomeno recentemente confermato) è frutto della mancanza di democrazia all’interno dei movimenti e dei partiti e che hanno gestito e gestiscono le istituzioni, per averne ritorni elettorali. Oggi come ieri.
Ciò detto, se si vogliono fare le riforme sul tema queste non possono prescindere dalla trasparenza operativa, dall’indipendenza dalla politica e degli organi di controllo.
Per tutto questo, diversamente dall’onorevole Dellai (ne scrivo poiché nella videointervista in oggetto l’ex presidente accenna alla sua visione circa il prossimo referendum) sulla riforma che prevede il taglio dei parlamentari, io voto convintamente “Sì”, poiché tale scelta porta ad una semplificazione dei sistemi politici. Semplificazione anche di rappresentanza che -così- sarà decisamente più qualificata.
Per concludere dunque; piena solidarietà ai poteri di controllo della politica, piena condivisione sul taglio dei parlamentari per dare più rappresentatività agli eletti ed insieme, con forza, taglio totale di tutti i vitalizi (oggi addirittura reintrodotti!). Affinché ogni eletto, come ogni cittadino, possa godere della sua unica pensione, del lavoro o professione svolta nel corso della vita.
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Claudio Civettini
già Consigliere Provincia autonoma Trento