(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Come Smi riteniamo gravissimo il comportamento tenuto dal Direttore Generale e legale rappresentante di APSS, dottor Antonio Ferro, che, a tutt’oggi, giovedì 14 marzo 2023, non ci ha fornito ancora le direttive per poter entrare, come medici di medicina generale convenzionati con Apss, a Trento città, per percorsi specifici e autorizzati con pass. in auto o con altri mezzi. Tutto ciò in riferimento alle migliaia di cittadini che visitiamo ogni giorno nell’area perimetrale ora circoscritta per il G7.
Non abbiamo ricevuto in tutto questo tempo nessuna informativa specifica, tranne quella del Direttore sanitario Apss ,su nostra continua richiesta di aiuto, di esibire la carta d’identità! Per il concerto di Vasco Rossi ci era stata invece dato, a Trento sud, un pass speciale perché ai blocchi la carta d’identità non faceva testo. Neppure il Commissariato del Governo ci ha fornito esplicitazioni di alcun genere, come dichiarato dal Sindaco Ianeselli che pure si era premunito di avvisarlo delle nostre richieste.
Nessuno è al corrente della nostra presenza e della nostra necessità non solo di raggiungere in auto, provenienti dalle periferie, il centro storico, dove molti di noi hanno gli ambulatori aperti sia oggi che domani, ma anche quella di raggiungere i cittadini nelle loro abitazioni. Con i gravi disagi che ne deriveranno a professionisti abituati a muoversi velocemente e prontamente per non lasciare morire le persone in pericolo di vita. A partire da Via Belenzani, qualora i cittadini ammalati necessitino, a domicilio, di certificati Inps per malattia (ricordiamo che vanno emessi entro 48 ore e il G7 termina oltre a quelle 48 ore!), per assistenza domiciliare integrata , per pazienti non autosufficienti o soli, per anziani non deambulabili autonomamente, e per urgenze non differibili.
Nel caso dei certificati di malattia potremmo avere una situazione che prefigura situazioni delicate sia per noi che per i lavoratori che non inviassero immediatamente al datore di lavoro il numero di protocollo che noi non possiamo dare al telefono.
Sarebbe stato sufficiente dichiarare giorno festivo per i medici di medicina generale questo avvenimento e intervenire con i pronto soccorsisti del S. Chiara o le guardie mediche (cinque) di Piazzale Orsi, piuttosto che bloccare 70 medici di base che lavorano con 120.000 cittadini di Trento, mettendoli in una situazione di disagio assoluto.
A questo punto non ci resta che inviare tutti i cittadini al Pronto soccorso del S.Chiara e dichiararci estranei a qualsiasi colpa imputata ai medici di Medicina generale per interruzione di pubblico servizio creato non da noi, ma da chi ci ritiene corpi estranei di questa società. Con le conseguenti vertenze sindacali che seguiranno, da imputarsi unicamente ai silenzi di Apss Trentino sull’argomento specifico.
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Dottor Nicola Paoli
Segretario Smi Trentino