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NICOLA PAOLI (SMI) * MEDICINA GENERALE: «APSS TRENTINO È IN LINEA CON I NUMERI PREVISTI DAL NOSTRO ACCORDO »

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17.27 - domenica 20 agosto 2023

In relazione alle dichiarazioni a mezzo stampa apparse oggi in Trentino, da parte di un sindacato di minoranza della medicina generale e del Presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi, che sulla materia tecnica della medicina generale non ci ha mai interpellati, corre l’obbligo da parte del Sindacato di maggioranza della medicina generale trentina Smi precisare quanto segue:

In riferimento all’accordo provinciale della medicina generale, Apss è perfettamente in linea con i numeri previsti dal nostro accordo provinciale vigente, firmato anche dal sindacato di minoranza dal 2013 al 2022.

“Aumentare i massimali non risolve il problema”.Certo, ma, laddove possibile, in questo tempo di pensionamenti non corroborati da altrettante nuove leve, risolve in Trentino il problema di tutte quelle persone che altrimenti dovrebbero rivolgersi al privato e non sono in grado di farlo.Risolve soprattutto, con le indennità suppletive concordate nel 2020 in Provincia, il problema degli ambulatori che ci paghiamo di tasca nostra a Trento come a Rovereto, le ferie in mancanza di sostituti, la benzina e il riscaldamento.

Attualmente, come previsto dal contratto nazionale 2022, tutte le Regioni e Province autonome possono innalzarci il massimale da 1575 fino a 1800 scelte nelle zone disagiate o purché operiamo nell’ambito delle forme organizzative, qui normate come Gruppi di Medicina Integrata, muniti per questo di indennità specifica.Dovremmo tutti un grazie a questa Apss, di cui non si ricorda mai abbastanza gli sforzi organizzativi fatti insieme a noi per la partenza sia dei Gmi che del nostro personale di studio.

Tenuto anche presente che nessuno è mai stato obbligato trattandosi di medici che, volontariamente, decidono di aumentare il proprio massimale individuale, in base alle loro esigenze personali. Ci domandiamo piuttosto come mai a Trento, dove ci sono ancora almeno sette medici di base in età lavorativa sotto il massimale e anche l’ottimale, si continuano a chiedere zone carenti proprio nelle loro zone di competenza in sovrabbondanza di medici, piuttosto che nelle valli.

I medici della Scuola di formazione sono attualmente 135 per 23 sedi carenti a disposizione, dopo che APSS ha spulciato tutte le graduatorie nazionali e regionali possibili, ottenendo scarsa attrattività. Tali formandi sono avvantaggiati dall’accordo che prevede che possano essere messi nelle condizioni di lavorare mentre studiano.Se continuano a rifiutare i posti, dovremmo tutti chiederci come vengono gestiti dalla Scuola di Formazione, che nozioni o informazioni ricevono tali da farli desistere, che normativa impedisce che essi possano essere dislocati nelle valli collegandosi in rete con la scuola da remoto per le lezioni.

Altrimenti, non ci si lamenti se medici appassionati, oltre i 70 anni, sia all’Ordine che nei nostri territori, danno ancora un contributo essenziale per la salute dei nostri cittadini.

 

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Dottor Nicola Paoli
Segretario SMI Trentino,

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