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SMI TRENTINO * REPLICA A CONSIGLIERA DEMAGRI: « È NEL GIOCO DELLA DEMOCRAZIA CRITICARE, MA NON LEGGIAMO SOLUZIONE AI PROBLEMI DELLA SANITÀ »

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16.03 - mercoledì 2 agosto 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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In relazione a quanto accertato dalla Consigliera Demagri, riguardo alla attività svolta in questi cinque anni dall’Assessore Segnana, ricordiamo che, è nel gioco della democrazia criticare; ma non leggiamo di nessuna soluzione ai problemi contingenti. Di più. A tre mesi dal voto, abbiamo letto solo tre programmi sanitari presentati dai Gruppi che si preparano alle elezioni, e di costoro solo in un caso si danno soluzioni plausibili, in riferimento all’attuale legislazione sanitaria nazionale e provinciale. Per venire in aiuto a coloro che ancora non hanno scritto un programma sanitario in campagna elettorale, ricordiamo, secondo i dati statistici della provincia di Trento, a titolo esplicativo che:

I medici di medicina generale sono passati dai 500 del 2015 ai 436 del 2022. Nel 2016 una delibera di giunta cassò le 150 guardie mediche per ridurle a 108. Obbligo di Stato. Ad oggi 85 sono le guardie che mancano all’appello. L’attività di elisoccorso in provincia è passata da poco meno di 1500 missioni nel 2003 alle attuali 2250 circa nel 2022. I posti letto, per obbligo di Legge di Stato, sono passati dai 3.908 del 1985 ai 2262 del 2022 per degenze che hanno comportato 581400 giorni di ricovero rispetto al doppio del 1985.Ciò va a merito della qualità degli interventi strumentali e dell’attuale personale sanitario e medico che ha fatto i miracoli per mantenere le statistiche di cui qui appresso

La degenza media in Ospedale è attualmente di 7 giorni. L’età media alla morte dei nostri trentini è passata dai 73,8 anni del 1990 agli attuali 82,5, determinando quindi la necessità di più cure sul territorio che nei letti ospedalieri per acuti sarebbero da ringraziare tutti gli operatori.

Le prestazioni specialistiche ambulatoriali sono state nell’ultimo anno 220.6127 più 173.154 in strutture private e 408.932 per i degenti ospedalieri; a cui vanno aggiunte altre 2.400.000 prestazioni ambulatoriali e specialistiche effettuate medici della medicina generale territoriale, raddoppiate rispetto a dieci anni fa. Nonostante non sia ancora stato raggiunto il limite di media di 1800 pazienti per medico previsto dal contratto nazionale dell’anno scorso.

Grazie a questo immenso lavoro, non sottolineato neppure dalla Consigliera, il Trentino ad oggi rimane una delle Regioni a minor prescrizione di farmaci, grazie alle persone in buona salute, o curate bene, sul territorio trentino, dai nostri medici.Farmaci che hanno una spesa media pro capite annua per i nostri concittadini tra le più basse d’Italia.

I parti ospedalieri di Cavalese e Cles sono stati, nel 2022, 292.Riteniamo fondamentale, per non dover ulteriormente gravare sulle spese degli elicotteri e sulle strutture cittadine di Trento e Rovereto, al limite e in sottorganico per la programmazione errata del fabbisogno specialistico da parte della Provincia negli anni 2010-2019, che restino aperti come punti nascita nelle loro valli di appartenenza, magari aumentando i pochi parti occorsi a domicilio, per merito del personale ostetrico del territorio.

In riferimento alle “decisioni prese” nei suoi cinque anni di mandato, messe in dubbio dalla Consigliera, l’Assessore Segnana ha presentato e fatto deliberare in Provincia, con la medicina generale, ad oggi, e non è ancora finita, nove accordi e modifiche di accordi che hanno interessato le guardie mediche, i medici di medicina generale, i medici dell’emergenza sanitaria territoriale, i medici dell’istituto penitenziario di Gardolo; tutta l’attività igienistica delegata ai medici di medicina generale sulle vaccinazioni covid19, tutta la partita sui tamponi diagnostici per Covid19, l’immissione in ruolo, come dipendenti di almeno 50 nuove figure di assistenti di studio e di infermieri, la sperimentazione in atto della Scuola di Formazione specifica in medicina generale con l’immissione in ruolo nel triennio di almeno 132 nuovi medici di medicina generale, a fronte dei 75 precedenti alla sua attività.

Non ultimo la mediazione e l’accordo tra la medicina generale e Sanifond. Prima di ciò, in cinque anni avevamo firmato un solo accordo aziendale con il dr.Bordon.Nei cinque anni precedenti ancora, una sola modifica di contratto con il precedente Assessore alla salute dott.Rossi.

A proposito di passerelle, alcune settimane prima della fine della legislazione precedente, l’Assessore di allora aveva tagliato il nastro della AFT di Viale Verona.Ad oggi non esiste nessuna AFT a Trento.Atro nastro era stato tagliato dal Presidente della Provincia nel 2018 a Pinzolo.Neppure quella è oggi una AFT. Sono invece AFT e UCCP quelle previste dall’atto programmatorio della medicina generale pronte ad essere deliberate nei prossimi giorni in Provincia, al netto delle correzioni richieste dalle OOSS della medicina generale nella scorsa settimana in Piazza Dante.

Qualora volessimo fare i conti tra l’attività effettuata dai nostri medici del SSN e i privati, in Provincia di Trento, consiglio vivamente di prendere in considerazione gli sforzi che stanno facendo i nostri dirigenti medici e specialisti ambulatoriali per mantenere l’attività pubblica piuttosto che quella privata. La stima sul privato, secondo i dati ANAAO attuali, ci dicono che una sala operatoria privata costa 1.200 euro all’ora; la parcella di un chirurgo privato costa dai 3.000 ai 10.000 euro; il ricovero nel privato costa da 422 a 1278 euro al giorno.

Per finire, durante il suo mandato, sono state rese possibili le aperture gratuite degli ambulatori aziendali e di molti ambulatori comunali, quali ad esempio quelli della Valle di Cembra.Moltissimo se si pensa che invece a Trento, uno studio secondario circoscrizionale viene messo a disposizione dal Comune, senza mobili né apparecchiature e utenze, e neppure sala d’attesa tranne che corridoio, solo se i due medici che ci stanno dentro pagano rispettivamente 2000 euro circa all’anno (D.G. comunale 11.10.2021 n. 239). Questo è un motivo perché a Trento mancano medici di famiglia sia a Gardolo, sia a Trento centro che sulle colline circostanti. E i due medici che se ne sono andati.

 

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Dr. Nicola Paoli

Segretario Smi Trentino

 

 

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