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MOUNTAIN WILDERNESS ITALIA * LETTERA AD AUTORITÀ TRENTINE E VENETE: « FUTURO DELLA MARMOLADA, LE NOSTRE 5 PROPOSTE DI LAVORO »

Scritto da
16.30 - mercoledì 30 agosto 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Il giorno 26 agosto 2023 il gruppo dirigente di Mountain Wilderness Italia, accompagnato dai gruppi regionali del Trentino Alto Adige, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia si è ritrovato a Pian dei Fiacconi per discutere del futuro della Marmolada. Dirigenti e soci hanno concordato il seguente documento che viene sottoposto all’attenzione delle autorità regionali, provinciali e comunali direttamente interessate.

Venticinque anni fa, il 28 agosto 1998, Mountain Wilderness Italia inviava agli Enti in indirizzo una proposta articolata, ricca di una serie di obiettivi tesi a costruire insieme il rilancio della storica Regina delle Dolomiti. Già allora la montagna viveva l’abbandono, la trascuratezza, il disordine diffuso: violata da rifiuti disseminati fin nel ghiacciaio, nei crepacci, ai piedi della Parete Sud. Punta Rocca trasformata in una piazzola di atterraggio e partenza di elicotteri (rimane nella storia la famigerata ed offensiva partita a golf sul ghiacciaio, 1997). Una montagna, nonostante la sua gloriosa storia passata, dimenticata dalle istituzioni che erano (e sono) impegnate solo su un fronte di conflitto per dibattere, senza costrutto, sui confini fra Regione Veneto, Provincia di Trento e i comuni di Rocca Pietore e Canazei, tutte amministrazioni fino ad oggi unite da un unico obiettivo: dare l’assalto definitivo alla montagna investendo, ancora, su cemento e piloni.

Solo nel 2012, grazie ad un accordo di carattere privatistico fra la società Funivie Marmolada-Tofane Spa e Mountain Wilderness, si metteva fine all’attività di eliski ed eliturismo. Quell’accordo guardava lontano, nella sostanza riprendeva i temi del rilancio della montagna cari all’Associazione con una visione ampia capace di ricoinvolgere in un processo decisionale concreto, finalmente, i comuni di Rocca Pietore, Canazei, Sèn Jan, Soraga, Moena, Comun General de Fascia, Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento.

 

Cos’è accaduto nel frattempo?
Dapprima si è fatto fallire l’accordo di programma interregionale, firmato anche da Mountain Wilderness Italia (2003), imponendo la ricostruzione del terzo tronco della funivia; poi ognuno ha cercato di coltivare il proprio orticello. Rocca Pietore è stata travolta dal continuo spopolamento, dal succedersi di alluvioni locali e vaste, fra le quali la tempesta Vaia. Sempre dal Veneto si invocava un impraticabile collegamento funiviario fra Arabba e l’area sciabile della Marmolada. In Provincia di Trento si sono sommate promesse e

progettazioni di collegamenti insostenibili: ancora oggi ha dell’incredibile il progetto sostenuto dalla Provincia accentrando attenzioni, più che sul recupero del territorio, su una nuova funivia Alba-passo Fedaja-Pian dei Fiacchi, o peggio ancora, Punta Rocca.
Quanto accaduto successivamente dimostra la follia di questi progetti, vedasi le conseguenze della tragedia del 3 luglio 2022 e prima ancora i danni provocati dalla valanga del dicembre 2020. Si auspica che simili idee siano state definitivamente accantonate e che si possa, si debba riprendere in mano la proposta avanzata da Mountain Wilderness nel 1998. Tutti i punti sono ancora attuabili (segno del devastante immobilismo) e, qualora affrontati e portati a progetto, potenziati dalle evidenze di quanto sta accadendo anche in questi giorni: la ferocia e continuità degli effetti dei cambiamenti climatici in atto, il tema del valore della risorsa idrica. Ne siamo convinti, si può definire per la Marmolada un rilancio basato solo sulla qualità e sul recupero naturalistico ed identitario.

In tale senso, in parte, aveva provato a lavorarvi l’amministrazione comunale di Canazei nel 2017 con una progettazione seria sul recupero dell’area di Fedaja. Quella proposta viveva un limite che spetta alla politica ed alle istituzioni superare, attraverso la riapertura di un confronto coraggioso; guardava solo alla montagna di Canazei, omettendo attenzioni e visioni che coinvolgessero, come riteniamo doveroso, gli altri Comuni trentini e bellunesi.

Mountain Wilderness Italia ritorna a sostenere l’istituzione di un tavolo di lavoro interregionale che discuta del rilancio della Marmolada, portando attenzione primaria ai valori della conservazione, del recupero paesaggistico, quindi alla demolizione di tutti i ruderi in cemento presenti, alla pulizia di quanto rimane del ghiacciaio, alla biodiversità naturalistica, identitaria, culturale presente in tutto il gruppo, alla riqualificazione degli edifici, alla ridefinizione delle aree di sosta semplificando l’attuale devastante disordine paesaggistico.

Come sostenuto in più occasioni, fin dagli anni che alimentavano la candidatura di Dolomiti patrimonio naturale dell’UNESCO, la Marmolada potrebbe essere il primo obiettivo sul quale portare la Fondazione a proporre un disegno di sostenibilità reale, in coerenza con quanto scritto nell’accantonato piano di gestione 2017 e con quanto sostenuto da UNESCO. Certo, buona parte del territorio sul quale investire esce dai confini del Patrimonio inscritto nelle inadeguate delimitazioni dell’area Dolomiti UNESCO; ma a questo proposito, ne siamo tutti consapevoli, le azioni messe in atto nelle adiacenze dei territori tutelati hanno una ricaduta diretta anche sul valore (e sul successo) della conservazione dei patrimoni istituzionalmente definiti, nel bene e -per ora- nel male. Per questo motivo è necessario leggere e proporre il rilancio della Marmolada con una visione ampia che vada, come proposto da Mountain Wilderness fin dal 1998, a chiamare in causa i Comuni che sono stati trascurati, coinvolgendo l’associazionismo del volontariato e guardando anche al futuro lontano.

Non possiamo più perdere tempo senza dare risposte ai Comuni più penalizzati (il bellunese), al gruppo della Marmolada. L’urgenza dell’intervento ci è dettata dalla rapida intensità con la quale i cambiamenti climatici stanno modificando il territorio, quindi anche la sicurezza di chi lo abita, di chi ne è ospite: si deve agire subito, i cambiamenti climatici in atto e le relative crisi che li accompagnano sono strutturali e non permettono attese, come non permettono più visioni emergenziali.

A titoli avanziamo le seguenti proposte, riprendendo quanto scritto nel 1998:

1. conservazione del ghiacciaio ed attenzione specifica alla sua evoluzione;

2. riqualificazione ambientale della montagna;

3. costruzione dell’Alta via della Grande Guerra;

4. rivedere, da subito, su tutto il territorio la carta dei pericoli geologici, idrogeologici, valanghivi;

5. rivedere l’intera pianificazione urbanistica dei due ambiti, Regione Veneto e Provincia Autonoma di Trento, compresa la pianificazione forestale e la gestione dei pascoli in quota, con un obiettivo fermo e irrinunciabile: consumo di suolo libero azzerato.

Quindi: potenziamento dei musei della guerra, istituzione di un museo letterario specifico, valorizzazione della sentieristica dell’intero gruppo, specifici studi sulla fauna selvatica, la flora alpina, i valori geologici, l’accessibilità e frequentazione anche ciclistica dell’intera fascia lago, apertura delle visite archeo-industriali legate all’idroelettrico, riqualificazione qualitativa ed energetica degli edifici, ridefinizione ed occultamento dei diffusi e disordinati parcheggi ai piedi della montagna, la questione ladina, la qualità del lavoro intellettuale, manuale e nei servizi turistici.
Fiduciosi nella Vostra attenzione e collaborazione, la Marmolada attende un concreto riscontro.

 

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Presidente Adriana Giuliobello

Mountain Wilderness Italia

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