(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Domani, giovedì 14 dicembre, in prime-time su Italia1, l’ultimo appuntamento stagionale con “Le Iene presentano: Inside” è “Un’altra verità per la strage di Erba”, la nuova inchiesta di Antonino Monteleone e Francesco Priano interamente dedicata alla Strage di Erba, l’omicidio multiplo commesso nella cittadina in provincia di Como l’11 dicembre del 2006.
Oggi, a 17 anni dalla condanna definitiva all’ergastolo, la vicenda processuale di Olindo Romano e Rosa Bazzi è tornata a occupare le pagine di cronaca grazie a una duplice richiesta di revisione, in questi giorni all’esame della Corte d’Appello di Brescia. Da una parte il sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser, dall’altra i difensori dei due condannati hanno chiesto di riesaminare le prove e rivedere la condanna per Olindo e Rosa.
Monteleone torna a parlare quindi – grazie a elementi nuovi e mai emersi fino a oggi – del caso che è stato definito come la più atroce impresa criminale nella storia della Repubblica, consumato in poco più di quindici minuti ma durato ben diciassette anni, fuori e dentro le aule di giustizia. Una vicenda fatta da dettagli che, se guardati da una differente angolazione, potrebbero mutarne il senso fino a restituire una nuova verità. A condividere con l’inviato tesi e conclusioni, frutto di anni di lavoro e di ricerca, scienziati, investigatori e giornalisti investigativi.
Nella puntata si ripercorreranno gli avvenimenti e, in particolare, si mostrerà una nuova prova mai emersa finora, frutto dello studio approfondito delle carte da parte della trasmissione di Italia1; si ascolteranno testimonianze inedite e si evidenzieranno tutti gli elementi che potrebbero far dubitare della colpevolezza della coppia. Un particolare focus sarà dedicato alle piste alternative che, all’epoca delle indagini, non sarebbero state approfondite: dalla faida scaturita per questioni di droga e soldi tra un gruppo di spacciatori albanesi in contrasto con i tunisini vicini ad Azouz Marzouk (marito di Raffaella e padre del piccolo Youssef) agli affari della Ndrangheta, l’organizzazione criminale calabrese che, negli anni dell’accadimento, aveva ramificazioni anche nel territorio comasco. Infine, le parti inedite e mai ascoltate delle interviste realizzate in carcere a Rosa e Olindo e le parole di Azouz Marzouk.
I fatti: Nella mattanza dell’epoca persero la vita quattro persone: Raffaella Castagna, il figlioletto di due anni Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, brutalmente uccisi a colpi di spranga e coltello, nelle loro abitazioni, nella cittadina di Erba. Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, fu l’unico sopravvissuto e divenne anche, suo malgrado, unico testimone oculare. Condannati in via definitiva all’ergastolo da ventisei giudici in tre gradi di giudizio e descritti come i mostri della porta accanto, Rosa e Olindo, i vicini di casa delle vittime, donna delle pulizie lei, spazzino lui, avrebbero avuto come movente del delitto le continue liti condominiali. La coppia, che in un primo momento si dice estranea ai fatti, poi confessa, successivamente ritratta, infine si dichiarerà sempre innocente. La condanna dei coniugi Romano poggia su tre pilastri ritenuti, finora, più che solidi: la testimonianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, la traccia del sangue di una delle vittime, Valeria Cherubini, rinvenuta dopo quattordici giorni sul battitacco dell’automobile di Olindo Romano e quella considerata la prova regina, ossia la confessione rilasciata dalla coppia, elementi che verranno analizzati con attenzione nel corso della puntata.