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DEGASPERI (ONDA) – INTERROGAZIONE * TRENTO – SAN ROCCO / CICLOPEDONALE VIA ZITA: « PIANI REGOLATORI CHE VARIANO E LICENZE EDILIZIE CHE TORNANO, VICENDA TORBIDA? »

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10.27 - domenica 20 agosto 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Interrogazione. Piani regolatori che variano e licenze edilizie che tornano. Una vicenda torbida a San Rocco di Trento. Apprendiamo che il Comune di Trento ha licenziato nel novembre 2022 una pratica di edificazione privata (palazzina-condominio) in p.f. – omissis -, nel quartiere residenziale conosciuto come San Rocco di Trento a monte delle Torri di Villazzano 3, che risultava essere stata già bocciata definitivamente dal Comune stesso nel 2010, sostanzialmente con le stesse soluzioni progettuali. Attorno all’area interessata e stata recentemente posizionata una recinzione cantieristica ed è stato anche esposto un tabellone, con tanto di rendering grafico della realizzazione edilizia in progetto, che rimanda ad una agenzia immobiliare per la commercializzazione, alla Ditta Costruttrice e alla Ditta Committente.

 

Pare insomma sia prossimo l’inizio lavori, ancorché alla data odierna non sia esposto il tabellone in- formativo secondo normative. Sui rispettivi siti web compaiono tutti i dettagli costruttivi, prezzi di vendita compresi; viene anche dichiarata la costruzione nel 2024. La grande palazzina avrà tipologia architettonica palesemente decontestualizzata rispetto alle casette nelle vicinanze e si affaccerà alla ciclopedonale per San Rocco (Via Zita Lorenzi) a monte di un pregiato vigneto limitato a valle dal curvone di Via Conci e, come da progetto licenziato, si erge per tre piani fuori terra oltre al tetto/mansarda e prevede anche due piani sottoterra; totali sei appartamenti più due grandi mansarde (camuffate da soffitte), ma con soli tre posti auto esterni. Un mastodonte volumetrico su un terreno di soli 1500 mq.

Non esistono, nelle adiacenze, spazi pubblici di manovra, per il parcheggio pubblico, per le manovre dei mezzi di soccorso, asporto rifiuti urbani, sgombero neve. L’accesso da Via Asiago e/o Via Bassetti (strade pubbliche) risulta essere oggettivamente pericoloso, perché in curva e con scarsissima visibilità, e anche poi il transito è palesemente difficoltoso per la ristrettezza delle carreggiate che non consentono l’incrocio tra autoveicoli.

Tale nuovo insediamento risulta inoltre insistere su terreni di riporto e di ignota provenienza, che hanno innalzato consistentemente la quota di campagna negli anni ‘70/80. Per ultimo l’edificio verrebbe realizzato in pericolosa contiguità con il tracciato sotterraneo della galleria ferroviaria della Valsugana progettata nel 1894, che sale dalle arcate di Gocciadoro verso la stazione di Villazzano, laddove – interrata – inverte il percorso con un tornante a monte delle Torri di Villazzano 3. Tale manufatto austro-ungarico non fu scavato in roccia, ma sapientemente costruito in trincea aperta e poi ricoperta con riporto di terreno a scopo agricolo; da anni infatti insiste so- pra una storica coltivazione di vigne.

La pregiata zona verde alle falde del Dosso di San Rocco, storicamente agricolo-boschiva, fu oggetto di appetiti edificatori e tentativi di variazioni di PRG, con conseguenti contenziosi, già negli anni ’70. Intorno alla fine degli anni 90 due residenti in zona e proprietari, oltre che di due nuove casette, an- che di due particelle fondiarie di circa 1500 mq cadauna (sui terreni di riporto), destinate alla coltivazione di ortaggi, ricomprese storicamente in zona agricola e limitate da un tratturo verso valle interrotto in prossimità del citato pregiato vigneto (divenuto strada pubblica ciclopedonale nel 1997), chiedevano una variazione del PRG.

 

In particolare, uno dei due proprietari chiedeva insistentemente (Prot. Comune Trento n. 39076 del 25/09/1997, n. 50158 del 19/11/1999 e n. 8396 del 15/02/2002) il cambio di destinazione, da agri- cola a edificabile B2, adducendo la motivazione dell’“avvicinamento famigliare”, intendendo rea- lizzare la “casa per i figli” (due), accanto alla propria in particella edilizia 6140; si noti che nelle domande regolarmente protocollate, ingenuamente (?) dichiarava la prossima realizzazione di una strada pubblica di delimitazione, ancora da autorizzare dal Comune di Trento, palesando così il fat- to di essere anticipatamente a conoscenza di “progetti” pubblici.

Infatti, poi nel 1997, l’amministrazione comunale realizzerà un tragitto di collegamento della zona a Via Conci, denominandolo, Collegamento ciclopedonale a Villazzano 3. Un’opera pubblica incompleta, ma funzionale a pochi residenti e al servizio soprattutto dei terreni “in fase di cambio destinazione urbanistica” (che effettivamente poi avverrà nel 2004), non collegandosi a monte né alla strada della Fricca (Via Asiago), né al Dosso di San Rocco.

Per dare un senso all’opera pubblica e per eliminare anche la pericolosità di immissione veicolare in curva sia su Via Asiago, sia su Via de Riccabona, i residenti in zona richiedevano allora un suo proungamento/completamento, utilizzando vecchie strade pubbliche abbandonate, a vantaggio della Cittadinanza intera che avrebbe così potuto raggiungere anche a piedi il parco del Dosso di San Rocco partendo dalle Torri; tale iniziativa trovò il riscontro positivo delle Circoscrizioni interessate Oltrefersina e Villazzano (prot. n. 356/7 del 06/03/2003). La richiesta risulta a tutt’oggi disattesa. Nel 2004, con variante di PRG, una porzione dell’area agricola diviene “per completamento” edificabile. Tale variante, seppur dichiarata dal Comune come scelta autonoma, risulta di fatto funzionale solo a soddisfare le esigenze dei due richiedenti; questo è comprovato dall’esclusione di una piccola particella, limitata appunto dalla citata strada pubblica, per la quale non era stata avanzata alcuna richiesta di modifica del PRG da parte della proprietà, ma oggettivamente ricadente nell’area di completamento. Solo nel 2008, con deliberazione n. 200 del 1 febbraio, la Giunta Provinciale approva la variante del 2004 elaborata dal Comune di Trento ed immediatamente si scatena il business.

Infatti, nell’aprile dello stesso anno il richiedente la modifica del PRG per “casa figli”, anziché procedere alla costruzione della casetta bifamigliare, aliena (alla cospicua cifra di 851.800,00 euro) il lotto a nota impresa di costruzioni locale (Rogito GN 3148/2008 del 02/004/2008), interessata alla costruzione di un deturpante, quanto invasivo condominio, suscitando così reazioni critiche da parte dei residenti in zona. Tali cittadini stilavano un documento che inoltravano agli amministratori co- munali ed anche ad altri enti di tutela, tra cui la Procura della Repubblica. Evidenziavano perplessi- tà della modifica ad personam del PRG e richiedevano all’amministrazione locale: spiegazioni sulla variante 2004, spiegazioni sull’effettivo scopo dell’intervento ciclopedonale “monco”, il completamento della ciclopedonale a vantaggio pubblico, la pericolosità di costruzioni in prossimità della galleria ferroviaria della Valsugana, l’attenta valutazione delle cubature e delle unità abitative nella fase di rilascio di concessioni edilizie ed una serie di ulteriori richieste sostanzialmente tutte volte al miglioramento della viabilità/vivibilità (sbocchi su Via Asiago, sicurezza, toponomastica, limiti di velocità e divieti di sosta, manutenzioni periodiche ecc.).

Interveniva sulla vicenda anche il Difensore Civico (prot. n. 584/08-F.97/09 del 19/02/2009) e un Consigliere Comunale (Interrogazioni del 16/10/2008, del 30/01/2009 e del 08/07/2009). Notevole fu il risalto sulla stampa locale. L’Amministrazione comunale di allora, ascoltava ed anche parzial- mente riscontrava (Prot. n. 119432/Al/2008 del 23/10/2008).
Ciononostante, l’impresa di costruzioni neo-proprietaria inoltrava domanda per la concessione edili- zia (prot.n. 38578/2009 del 27/03/2009) del condominio, ma la concessione viene però bocciata il 13/08/2010 (prot. n. 98920/2010/AP/mf/47), per vizi vari: dalla ferrovia, ai terreni di riporto, alla viabilità critica.

Allo stesso tempo i Cittadini residenti insistevano per interventi a monte della zona edificatoria e il miglioramento della viabilità recuperando terreni pubblici abbandonati a boscaglia ed anche un intervento definitivo per contenere anche nel futuro i volumi edificatori in quella particolare zona di- venuta B2.

Nel luglio del 2009 un crollo nella galleria, ampliamente notiziato dalla stampa locale e che com- portò la chiusura della stessa per il suo ripristino, palesava il rischio di infiltrazioni e conseguenti danni al massicciato ferroviario, avvalorando le segnalazioni dei Cittadini contrari all’edificazione. Nel 2017 il Comune di Trento rilascia un permesso di costruzione sulla p.f. – omissis -, per una casa di volumetria complessiva limitata su due piani abitabili, ma non seguì edificazione alcuna.

Dopo il 2018 i residenti ritenevano chiusa la vicenda edificatoria, tant’è che uno di essi aderiva all’iniziativa promossa online proprio dal Comune di Trento denominata “Il futuro della città di Trento si costruisce oggi”, proponendo il ripristino del vincolo agricolo, ma senza esito. Recentemente il Comune di Trento, che non solo non ha realizzato quanto chiesto in termini di via- bilità dalle circoscrizioni e dai residenti, ha invece emesso un nuovo titolo di concessione all’edifi- cazione del condominio (prot. C.L378/RFS055/0296904/26/10/2022- fasc. n. 6.3.1/2020/1757), senza notiziare i Residenti come in precedenza. Tale titolo edilizio, per il solito palazzone deconte- stualizzato, è stato rilasciato anche se le criticità del 2008 sono rimaste invariate, eccetto un equivo- co intervento realizzato dal Comune stesso e segnalato dalla stampa locale (L’Adige merc. 26 ago- sto 2020 pag. 21), consistente in modesto allargamento (65 cm) della carreggiata pubblica p.f. 1075 CC Villazzano, per un tratto di 5 metri lineari, che ha insospettito i residenti in quanto funzionale al completamento “matematico” dei requisiti minimi di larghezza del sedime stradale funzionale al progetto edilizio a valle, piuttosto che ad una miglioria di interesse pubblico: un ulteriore segnale di manovre poco trasparenti.

 

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

1. Se intende la PAT avviare una procedura per verificare le motivazioni che hanno indotto il Comune di Trento a:
a. cambiare orientamento nel 2022 in occasione dell’esame per il rilascio del titolo edifica-
torio, a fronte del precedente diniego 2010 con sostanziale parità di tipologia costruttiva;

b. accogliere, con metodo parziale e discriminatorio, le sole istanze di un costruttore priva- to e non anche quelle dei Cittadini e delle Circoscrizioni interessate, volte al migliora- mento della viabilità e della vivibilità della comunità ivi residente;

c. licenziare il progetto per un così voluminoso edificio, nonostante l’evidente mancanza di aree pubbliche funzionali alle manovre di accesso per i mezzi di servizio pubblici e privati (soccorso, rifiuti urbani, sgombro neve, traslochi ecc.) e la ristrettezza delle carreggiate delle strade pubbliche di accesso che non consentono l’incrocio nemmeno dei nor- mali autoveicoli;

d. glissare circa le segnalazioni della natura di riporto dei terrenti, disattendendo addirittura a specifica interrogazione di un Consigliere Comunale del 2009 che richiedeva lumi sui tempi di “consolidamento” e che hanno notevolmente falsato le altimetrie rilevate rispet- to al piano di campagna;
e. evitare approfondimenti circa il rischio di compromissione statica della sottostante linea ferroviaria della Valsugana, che corre in galleria-trincea e che nel 2009 fu oggetto di chiusura e interventi di riparazione a causa di cedimenti e infiltrazioni di acqua; poiché un così importante carico volumetrico su terreno di riporto certamente genererà una “tensione statica di impronta” molto pericolosa perché manifestantesi a raggiera in tutte le direzioni al di sotto della linea naturale del terreno (piano storico di campagna), e quindi anche sulla galleria ferroviaria pure ricoperta con riporto;

f. autorizzare uno scavo per due piani sotto interrati e quindi l’utilizzo di micropali per la costruzione, considerando che i micropali stessi potrebbero fungere da condotti drenanti per le acque sotterranee e convogliarle pericolosamente verso il massicciato su cui poggia la ferrovia della Valsugana, compromettendone la staticità;

g. intervenire nell’agosto 2020 mediante modesto allargamento della carreggiata di Via Zita Lorenzi per un tratto di 5 metri x 0,65 m, senza alcuna finalità pubblica, oggettiva- mente inutile per la comunità residente non consentendo nemmeno l’incrocio veicolare, ma altrettanto oggettivamente utile al computo della larghezza media della strada d’accesso ai fini del computo della larghezza media per il rilascio del titolo edificatorio;

h. consentire l’accesso al condominio dall’ultimo tratto di strada (privata) che prevede una svolta a 180° senza le opportune verifiche dei “raggi di curvatura per le manovre di accesso e recesso”;

i. non conteggiare il tragitto di cui al precedente punto h nel computo della “verifica di idoneità viabilistica;

2. se intende la PAT coinvolgere RFI per avviare gli approfondimenti a tutela di tutta la zona li- mitrofa alla galleria della Valsugana a monte di Via Conci, per il rischio di interventi privati licenziati dal Comune di Trento che potrebbero compromettere i programmi di potenziamento/elettrificazione della linea ferroviaria come da progetti provinciali;

3. se intende la PAT sollecitare il Comune di Trento a risistemare i vecchi sedimi stradali pub- blici che congiungono il quartier di San Rocco di Trento a Via Asiago in tratto rettilineo, per miglio- rare la viabilità ai residenti tutti ed eliminare la pericolosità attuale all’immissione dei veicoli su Via Asiago e su Via Vittorio de Riccabona.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

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Cons. prov. Filippo Degasperi (Onda)

 

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