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ISTAT * AUDIZIONE LEGGE BILANCIO 2023: « INCREMENTATO IL FONDO SANITARIO NAZIONALE PER 2,15 MILIARDI, DI CUI 1,4 PER FRONTEGGIARE IL CARO ENERGIA »

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10.25 - lunedì 5 dicembre 2022

In quest’audizione l’Istat presenterà un breve aggiornamento del quadro congiunturale dell’economia italiana che abbiamo descritto nella memoria inviata alle Commissioni lo scorso 9 novembre, nell’ambito della discussione sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022.

Passeremo poi ad analizzare i provvedimenti previsti nel disegno di legge, fornendo, laddove possibile, valutazioni quantitative sugli effetti delle misure sulle imprese e le famiglie. Verranno proposti, infine, alcuni contributi conoscitivi su diversi temi affrontati nel disegno di legge.

1. L’evoluzione recente dell’economia italiana

Il contesto internazionale resta caratterizzato dagli alti livelli dei prezzi delle materie prime, che mostrano tuttavia timidi segnali di stabilizzazione, e dal perdurare dell’incertezza legata alle tensioni geopolitiche e all’evoluzione del conflitto in Ucraina1.

Nel terzo trimestre il Pil cinese ha segnato un +3,9% in termini congiunturali, recuperando ampiamente la flessione dei tre mesi precedenti (-2,7%, +1,6% nel primo trimestre). Il Pil degli Stati Uniti, tra luglio e settembre, ha registrato un rimbalzo (+0,6%), che ha interrotto la fase di calo dei ritmi produttivi osservata nel primo e nel secondo trimestre (-0,1% e -0,4% rispettivamente). I consistenti rialzi dei tassi ufficiali da parte della Fed hanno prodotto un rallentamento dell’inflazione (+7,7% tendenziale a ottobre, da +8,2% a settembre).

Nel terzo trimestre il Pil dell’area euro è cresciuto dello 0,2% in termini congiunturali, in rallentamento rispetto ai tre mesi precedenti (+0,8%, +0,6% nel primo trimestre). Il miglioramento è diffuso tra le principali economie: +0,5% in Italia, +0,3% in Germania e +0,2% in Francia e Spagna. Nonostante i rialzi dei tassi ufficiali operati dalla Banca centrale europea, l’inflazione ha continuato ad aumentare, toccando ad ottobre un nuovo massimo (+10,6% tendenziale, dal +9,9% di settembre), trainata dall’andamento della componente energia. L’indice core è salito al 6,4%, dal 6% del mese precedente.

Nel terzo trimestre, il Pil italiano ha dunque mostrato una performance superiore a quella dei principali paesi europei (+0,5% la variazione congiunturale del Pil in volume).2 La crescita acquisita per l’anno corrente è pari al 3,9%. L’aumento del Pil

è stato sostenuto interamente dalla domanda interna al netto delle scorte (che ha contribuito per +1,6 punti percentuali), mentre la domanda estera netta ha fornito un contributo negativo (-1,3 p.p.), associato al forte aumento delle importazioni (+4,2%) e ad un marginale miglioramento delle esportazioni (+0,1%).

La domanda interna è stata sostenuta prevalentemente dalla spesa delle famiglie residenti e delle ISP (+2,5% la variazione congiunturale) e, in misura più contenuta, dagli investimenti (+0,8%). La ripresa dei consumi ha coinvolto le principali categorie di beni ad eccezione di quelli non durevoli (-0,3%), con intensità più elevate per quelli durevoli (+4,6%) e i servizi (+3,1%). L’andamento degli investimenti è caratterizzato dalla flessione di quelli in costruzioni (-0,9% per le abitazioni e -1,8% per i fabbricati residenziali e le altre opere), cui si è contrapposto un ulteriore incremento di quelli in macchinari (+4,1%).

Dal punto di vista settoriale, è proseguita per il sesto trimestre consecutivo la crescita del valore aggiunto dei servizi, grazie all’apporto dei settori del commercio, trasporto, alloggio e ristorazione; risultano, invece, in diminuzione agricoltura, industria in senso stretto e costruzioni.

A novembre, gli indici di fiducia delle famiglie e delle imprese hanno segnato un miglioramento significativo. I consumatori hanno espresso un generalizzato aumento dei giudizi su tutte le componenti, ma con maggiore intensità riguardo al clima economico e a quello futuro. Per le imprese manifatturiere si segnala una marcata ripresa delle aspettative di produzione, mentre le attese per gli ordini mantengono un orientamento negativo. Nelle costruzioni peggiorano tutte le componenti.

A ottobre, il mercato del lavoro ha registrato un ulteriore segnale positivo: la crescita dell’occupazione (+0,4% rispetto al mese precedente, +82mila occupati) porta il tasso di occupazione al 60,5% (+0,2 punti), mentre la disoccupazione si è attestata al 7,8% (-0,1 punti in meno rispetto al mese precedente). Anche il numero di inattivi si è ulteriormente ridotto (-0,5%). Rispetto a ottobre 2021, l’incremento dell’occupazione è pari a quasi 500mila occupati ed è determinato dall’aumento dei lavoratori permanenti3.

Secondo le stime preliminari, a novembre, l’inflazione misurata dall’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi si è mantenuta sugli stessi livelli del mese precedente (+11,8%), dopo la brusca accelerazione di ottobre. Si è registrato, in particolare, un rallentamento dei prezzi

dei beni energetici non regolamentati (+69,9% da +79,4% di ottobre) e dei beni alimentari non lavorati (+11,3% da +12,9%), mentre i prezzi degli energetici regolamentati e dei beni alimentari lavorati hanno mostrato un’ulteriore crescita. Accelera l’“inflazione di fondo” (a +5,7%, da +5,3%), mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +5,9% a +6,1%. L’inflazione acquisita si attesta all’8,1%, mentre quella al netto dei beni energetici al 4,1%.

L’Istituto diffonderà domani, 6 dicembre, le previsioni sul Pil per il biennio 2022- 2023, proponendo – come di consueto – un quadro dettagliato della situazione corrente e delle prospettive future dell’economia italiana.

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