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COMMISSIONE EUROPEA * INFRAZIONI GIUGNO: « ACQUE REFLUE URBANE NON ADEGUATAMENTE TRATTATE, DEFERITA L’ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA »

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14.09 - giovedì 1 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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La Commissione adotta il pacchetto infrazioni di giugno.  Per aiutare i cittadini e le imprese a trarre pienamente vantaggio dai benefici offerti dall’Unione europea, la Commissione dialoga costantemente con gli Stati membri per far sì che il diritto dell’Unione sia rispettato e che vengano avviati procedimenti di infrazione nei confronti dei paesi inadempienti.

Le decisioni prese oggi in relazione ai procedimenti di infrazione comprendono 8 lettere di costituzione in mora e 16 pareri motivati. La Commissione ha inoltre deciso di sottoporre 1 causa alla Corte di giustizia dell’Unione europea e di archiviare 62 casi nei quali gli Stati membri coinvolti, collaborando con la Commissione, hanno posto fine alle infrazioni e assicurato il rispetto del diritto dell’Unione.
Una sintesi delle principali decisioni e i riferimenti dei comunicati stampa corrispondenti sono disponibili qui. Gli aspetti principali delle procedure di infrazione sono descritti qui.

 

 

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Acque reflue urbane: la Commissione decide di deferire l’ITALIA alla Corte di giustizia per non aver adeguatamente trattato le acque reflue urbane.

Oggi la Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia (INFR(2009)2034) alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver ottemperato pienamente a una sentenza della Corte del 2014 sul trattamento delle acque reflue urbane. La Corte ha ritenuto che l’Italia avesse violato i propri obblighi ai sensi della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE del Consiglio) in quanto 41 agglomerati non erano riusciti a garantire che le acque reflue urbane fossero adeguatamente raccolte e trattate.

Nonostante i notevoli progressi compiuti, le acque reflue urbane non sono ancora adeguatamente trattate in cinque agglomerati. La mancanza di adeguati sistemi di trattamento delle acque reflue per questi cinque agglomerati comporta rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l’ambiente marino nelle aree sensibili dal punto di vista ambientale in cui vengono scaricate le acque reflue non trattate.

La piena attuazione delle norme stabilite nella legislazione dell’UE è essenziale per la protezione della salute umana e dell’ambiente naturale.

Nonostante la lettera di costituzione in mora ex articolo 260 inviata dalla Commissione all’Italia il 17 maggio 2018, la conformità non è ancora stata raggiunta nei cinque agglomerati sopra menzionati. Questo secondo rinvio alla Corte può comportare sanzioni pecuniarie. Maggiori informazioni sono nel comunicato stampa.

 

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