(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Dovunque all’arrivo dell’estate vengono diffuse campagne contro l’abbandono di animali – e ci mancherebbe! oltre che di un atto vigliacco, si tratta di un reato penale – ma nei fatti siamo ancora molto lontani da essere un territorio animal friendly. Lo dimostra la notizia, divulgata dai media, della disavventura vissuta da due giovani escursioniste che non avevano potuto trovare riparo nel bivacco della Vigolana – quota 2030 metri – a causa del cane che le accompagnava, nonostante l’ora tarda.
Una segnalazione della scarsa accoglienza verso gli animali d’affezione, che sarebbe potuta diventare una bruttissima notizia di cronaca, se le due sfortunate protagoniste non avessero potuto fermarsi poco più a valle, trovando riparo per la notte presso una rifugista che aveva saputo coniugare correttamente il principio dell’accoglienza che ha portato alla proliferazione di rifugi sulle montagne del Trentino e che ancora oggi dovrebbe essere la base della loro attività.
In breve, il regolamento del Cai vieta l’accesso ai bivacchi alle persone accompagnate da cani. Si tratta di strutture aperte a tutti, che vengono pulite circa due volte all’anno, con l’ovvia conseguenza che vi si possono reperire le tracce lasciate da frequentatori incivili, oppure ci si può trovare a condividere l’esiguo spazio con persone che dell’igiene hanno una visione poco condivisibile. Pertanto non può essere il timore dei danneggiamenti o della sporcizia a impedire l’accesso ai cani, bensì il retaggio di una visione obsoleta di questi animali, fortunatamente oggi superata da una più profonda e diffusa sensibilità. Ringraziamo il presidente del Cai Alto Adige, Claudio Zanella, che ha preso posizione contro questa immotivata e inaccettabile limitazione, proponendo di consentire l’accesso ai cani in caso di emergenza.
Siamo convinti sia giunto il momento di modificare finalmente le regole per l’accesso ai bivacchi, per rispondere alla mutata sensibilità della società verso gli animali. Pertanto chiediamo che nei bivacchi possano normalmente entrare anche i cani: sono ormai considerati membri della famiglia e nessuno deve essere messo nella condizione di dover scegliere fra passare la notte in un ricovero sicuro, oppure essere costretto ad affrontare i rischi della montagna, pur di non abbandonare il proprio animale all’esterno.
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Per ENPA del Trentino, la presidente Ivana Sandri