(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///
“Confermiamo l’importanza di aver portato il valore del buono pasto a 7 euro, una misura che rispetta il protocollo politico”, spiegano Giuseppe Pallanch (Cisl Fp), Giuseppe Varagone e Andrea Bassetti (Uil Fpl) e Cesare Hoffer (Nursing up). “Ma chiediamo alla Provincia di lavorare a una norma per superare la legge nazionale”.
La Provincia ha deliberato nelle scorse settimane di stanziare 2.038.200 euro dal 2024 e per gli anni a seguire per l’adeguamento del buono pasto elettronico del personale della pubblica amministrazione (provincia di Trento compreso il comparto scuola, Enti strumentali pubblici, Comuni e Comunità, Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari).
“Fermo dal 2009 finalmente, e dopo un intenso lavoro di contrattazione dei sindacati firmatari dell’accordo con la Pat, siamo riusciti a sbloccare il valore”. Le richieste ora sul tavolo sono quelle di far scattare l’adeguamento già da gennaio, di permettere la cumulabilità e favorire la capillarità del servizio come misura di welfare.
“Punti che però si scontrano con la legge nazionale del 2012 che blocca il valore a 7 euro. Il lavoro rischia di restare a metà. Per questo chiediamo alla Provincia di poter avviare un confronto per superare questo ostacolo attraverso una norma provinciale e le prerogative dell’autonomia”, concludono Pallanch, Varagone, Bassetti e Hoffer.