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ANM – ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI * GIUSTIZIA: « RECLUTAMENTO STRAORDINARIO, È INCOSTITUZIONALE ED IRRAZIONALE »

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08.54 - giovedì 1 febbraio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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“Un concorso straordinario per il reclutamento di magistrati, riservato a quanti hanno svolto per almeno sei mesi le funzioni di magistrato onorario sarebbe una misura improvvida, rivelando una concezione della giustizia non in linea con i valori costituzionali”. Così l’Associazione nazionale magistrati in una nota al termine della Giunta esecutiva centrale.
“I magistrati straordinariamente reclutati, a quanto emerge dalle anticipazioni emerse in queste ore, non svolgerebbero il periodo di tirocinio formativo in nome della discutibile presunzione di sostanziale inutilità della formazione iniziale avendo loro esercitato, anche se per un tempo assai breve, le funzioni onorarie. Il principio costituzionale dell’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni esclusivamente per concorso non tollera deroghe, neanche sotto forma di concorsi riservati a categorie predeterminate. Ciò vale a maggior ragione per l’accesso in magistratura. Tanto che la Consulta ha più volte ribadito che il pubblico concorso è l’elemento che qualifica la legittimazione istituzionale della magistratura”.
“Le esigenze di copertura degli organici – spiega la Giunta nel documento approvato – vanno fronteggiate azionando gli ordinari meccanismi concorsuali. Sono già in corso di svolgimento ben tre concorsi per la copertura di oltre 1300 posti di magistrato, ed è impensabile che il concorso straordinario – a meno di non mettere mano a brutali semplificazioni – possa concludersi ancor prima di quelli che sono in fase avanzata. La macchina concorsuale ordinaria è da tempo in azione, come più volte anche l’ANM ha riconosciuto, e questa evidenza nega razionalità alla prospettiva di concorsi straordinari. Il Ministro della Giustizia dovrebbe piuttosto adoperarsi per assicurare alle commissioni di concorso le migliori condizioni per accelerare le procedure di esame invece che indulgere in aggiramenti del dettato costituzionale”.
“L’esperienza di magistrato onorario, se realmente arricchente, deve essere fatta valere all’interno della ordinaria competizione concorsuale e non può trasformarsi in un sostanziale privilegio. Questa eccentrica misura del governo sarebbe invece una grava ingiustizia, consumata ai danni dei tanti giovani laureati che da tempo si preparano con enormi sacrifici, personali e spesso familiari, al concorso per diventare magistrati”, conclude l’Associazione nazionale magistrati.

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Il reclutamento straordinario in magistratura: una misura incostituzionale e irrazionale.  Si apprende del progetto del Governo di porre mano ad un concorso straordinario per il reclutamento di magistrati, riservato a quanti hanno svolto per almeno sei mesi le funzioni di magistrato onorario.

L’improvvida misura straordinaria servirebbe a fronteggiare l’arretrato di processi che grava sui Tribunali, con una attenzione tutta riposta sui numeri e sulle quantità e per nulla sulla qualità del servizio, rivelando una concezione della giustizia non in linea con i valori in gioco. I magistrati straordinariamente reclutati, infatti, non svolgerebbero il periodo di tirocinio formativo in nome della discutibile presunzione di sostanziale inutilità della formazione iniziale avendo loro esercitato, anche se per un tempo assai breve, le funzioni onorarie.

Il progetto si pone in contrasto con le previsioni costituzionali e già solo per questa palese incompatibilità con la Legge fondamentale non dovrebbe essere ulteriormente coltivato. Il principio costituzionale dell’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni esclusivamente per concorso non tollera deroghe, neanche sotto forma di concorsi riservati a categorie predeterminate.
Ciò vale a maggior ragione per l’accesso in magistratura, ove la necessità di selezione per concorso è ribadita dall’art. 106 Cost., articolo che non può essere letto come una mera ripetizione di quanto già stabilito dal precedente art. 97.

Come più volte ribadito dalla Corte costituzionale, il pubblico concorso è l’elemento che qualifica la legittimazione istituzionale della magistratura.

L’accertamento rigoroso della preparazione – inevitabilmente messo in crisi da semplificazioni del meccanismo concorsuale con la riserva a categorie predeterminate – è il presupposto per conferire effettività alla soggezione del giudice soltanto alla legge, che a sua volta si realizza attraverso l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine.

Vengono in rilievo principi irrinunciabili, fondamentali, che sarebbe irrazionale comprimere per esigenze di copertura degli organici, che non si disconoscono ma che vanno fronteggiate azionando gli ordinari meccanismi concorsuali.

Sono già in corso di svolgimento ben tre concorsi per la copertura di oltre 1300 posti di magistrato (due per 400 posti ciascuno e uno per 500 posti), ed è impensabile che il concorso straordinario – a meno di non mettere mano a semplificazioni che ne depotenzino del tutto l’efficacia selettiva rendendolo sostanzialmente risibile – possa concludersi ancor prima di quelli che sono in fase avanzata.

La macchina concorsuale ordinaria è da tempo in azione, come più volte anche l’ANM ha riconosciuto, e questa evidenza nega razionalità alla prospettiva di concorsi straordinari.

Il Ministro della Giustizia dovrebbe piuttosto adoperarsi per assicurare alle commissioni di concorso le migliori condizioni per accelerare le procedure di esame invece che indulgere in aggiramenti del dettato costituzionale, immaginando di colmare le carenze dell’azione amministrativa con la violazione della essenziale architettura costituzionale della magistratura.

In questo contesto non si comprende perché mai l’esigenza di fronteggiare il carico di lavoro degli uffici giudiziari in adempimento degli obblighi assunti in sede europea vada soddisfatta, negli intendimenti governativi, rinunciando in radice alla possibilità di selezione dei migliori candidati possibili. La platea più ampia possibile dei candidati è infatti la più sicura garanzia di reclutare i laureati tecnicamente più capaci che, assunte le funzioni, potranno assicurare la migliore efficacia ed efficienza del servizio giustizia, oltre che una qualità all’altezza delle attese della comunità.

Il reclutamento dei migliori è un diritto oltre che un dovere per un ordine che fonda sulla capacità tecnico-professionale dei suoi appartenenti la propria legittimazione. L’esperienza di magistrato onorario, se realmente arricchente, deve essere fatta valere all’interno della ordinaria competizione concorsuale e non può trasformarsi in un sostanziale privilegio.

Non può infine tacersi della grave ingiustizia che questa eccentrica misura del Governo, ideata senza alcuna attenzione al principio del merito, consumerebbe ai danni dei tanti giovani laureati che da tempo si preparano con enormi sacrifici, personali e spesso familiari, al concorso per diventare magistrati. A costoro sarebbe negata la possibilità di mettersi alla prova, di poter far valere gli anni trascorsi in faticosi studi, esclusi per una bizzarria dal concorso, nonostante titoli e preparazione.

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La Giunta esecutiva centrale ANM

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