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ITALIA NOSTRA – SEZIONE TRENTINA * PIAZZA DUOMO: « SALVAGUARDIA FACCIATE DIPINTE, RITENIAMO PERSEGUIBILE L’ASPORTAZIONE DEI TENDAGGI »

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19.51 - venerdì 23 febbraio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Il tema della necessità di una maggiore salvaguardia delle preziose facciate dipinte della città, intese come espressione artistico-culturale della “civis” e come “bene comune” che arricchisce la comunità intera, è stato riportato all’attenzione pubblica soprattutto a seguito della pubblicazione del volume “Trento città dipinta” voluto dalla Sezione trentina di Italia Nostra. Al dibattito sui quotidiani locali hanno preso parte i consiglieri comunali Alberto Pattini e Tiziano Uez, che hanno chiesto al Comune, come ultimo atto, di attivare una procedura per la rimozione delle tende parasole dalla facciata delle case porticate di piazza Duomo.

Tale richiesta è stata appoggiata convintamente anche da Italia Nostra (vedasi lettera a L’Adige dd. 18.01.2024) e da Sandro Schimd – già parlamentare e segretario della Cgil – con un articolo publicato su L’Adige il 23.02.2024. La Soprintendenza per i beni e le attività culturali invece, in un parere informale dato al Comune a supporto della risposta all’interrogazione dei consiglieri sopracitati, rileva la già risaputa “storicità” del sistema di ombreggiamento in oggetto (risalente al 1912) e dichiara di escludere la possibilità di installazione di nuovi e moderni sistemi di tende al fine di perseguire la conservazione dei meccanismi storici ed evitare ulteriori danni agli intonaci decorati. Afferma inoltre che la conservazione dell’attuale sistema esclude la posa di ombrelloni di ampie dimensioni, già in uso in altri ambiti della piazza, che potrebbero risultare di maggior ingombro e impatto rispetto al sistema attuale e anticipa un’eventuale parere favorevole rispetto alla proposta di una diversa cromia delle tende.

Si può rilevare quindi che il rischio di ulteriori danneggiamenti agli intonaci decorati sono ipotizzati nel caso di installazione di nuovi e moderni sistemi di tende. Non risulta infatti assolutamente possibile affermare, come invece ha inteso l’assessora comunale all’urbanistica Baggia, che rimuovere l’ingranaggio che sorregge i tendoni finirebbe per danneggiare ulteriormente l’intonaco e l’affresco (L’Adige 14.02.2024)

Ogni addetto nel campo edile sa benissimo che sarebbe sufficiente un taglio dei ganci metallici, da effettuare con un flessibile, senza toccare la superficie dipinta. L’intervento potrebbe anche fermarsi qui, in modo da lasciare visibile, quale documentazione storica, la presenza del sistema di ombreggiamento, oppure proseguire con l’asportazione del bulbo in malta cementizia e gesso ed il suo reintegro con malta di calce, che ogni restauratore sarebbe in grado di eseguire. Il paventato cambio di colore è una richiesta infinitamente a ribasso, che potrà apportare una minima miglioria alla situazione di contrasto dell’attuale struttura con il contesto storico-artistico.

Peccato che la Soprintendenza non abbia preso in considerazione l’alternativa dei piccoli ombrelloni, di misura tradizionale e non esageratamente estesi come quelli che compaiono recentemente sui plateatici. Siamo pertanto a richiedere una nuova valutazione del caso, ritenendo perfettamente perseguibile l’asportazione dei tendaggi che gravano percettivamente sulla facciata, rendendo illeggibile l’armonia architettonica del complesso e la leggerezza conferita al volume edilizio dalle grandi arcate di piano terra ed offuscando la parte basamentale del prezioso apparato pittorico. A sostegno della rinnovata richiesta riportiamo per esteso l’articolo pubblicato in “Cronaca locale” il 4 maggio 1912 sul quotidiano “Il Trentino”:

Conservate i monumenti!
Al basso dei magnifici affreschi di casa Rella in piazza del Duomo, che cittadini e forestieri ammirano con orgoglio e con soddisfazione, sono state applicate in questi giorni quattro brutte e volgari sbarre di ferro, curvate a sostegno per lampade elettriche; s’è intanto deturpato così il basamento dipinto a motivi architettonici, già leso di fresco coll’applicazione d’alcuni uncini per una tenda. E per togliere le stridenti macchie bianche prodotte sulla pittura dal gesso impiegato nella vandalica bisogna, stamane un imbianchino le andava frescando come poteva e come sapeva …

Ora noi chiediamo, se tra commissione municipale d’ornato e conservatori dei monumenti non ci sia proprio nessuno che si prenda un po’ di cura delle gloriose memorie del nostro passato artistico. Gli affreschi in parola hanno per l’arte e per l’aspetto caratteristico della piazza un’importanza tale, che dovrebbero essere preservati gelosamente da qualunque, anche minima lesione: ora invece si sono permesse quelle applicazioni inconsulte – o forse si tratta d’un atto arbitrario? – che se anche non intaccano la parte figurarlo – ci mancherebbe anche questo! – turbano sconciamente la visione complessiva dei meravigliosi affreschi e non giovano certo alla loro stabilità.

Lampade e tende si doveva e si poteva trovar modo di fissarle diversamente, senza deturpare un monumento cittadino. Se non si pone riparo a questi continui vandalismi, piccoli e grandi, che oggi compromettono un affresco, domani fanno scomparire un capitello antico od un pezzo di mura, si va a rischio di veder danneggiato e sminuito seriamente il patrimonio artistico trentino, la cui importanza non è forte soltanto nei riguardi della storia e dell’estetica, ma anche per considerazioni più materiali, come sarebbe il movimento dei forestieri.

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Manuela Baldracchi
Presidente

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