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SINISTRA ITALIANA * BYPASS TRENTO: « ALLO SCALO FILZI CI SONO TROPPI INQUINANTI, PROPRIO COME DICEVANO TERRORISTI NOTAV E PESSIMISTI »

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15.24 - sabato 23 settembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Improvvisamente scoppia la bomba, allo Scalo Filzi ci sono troppi inquinanti, proprio come dicevano terroristi, NoTav e pessimisti.

Ebbene, a dirlo erano stati anche istituzioni e partiti, come la Circoscrizione Centro Storico Piedicastello e Sinistra Italiana, già a partire dal luglio 2021, quando si chiedeva al Sindaco – ma anche in parlamento grazie al nostro segretario nazionale Nicola Fratoianni – di mettere in atto il principio di cautela rispetto all’ipotesi di scavi in terreni condannati da una situazione terribile e complessa di inquinamento, che aspettava soluzioni dal 1978.

A rendere quell’area indisponibile per qualsiasi intervento era stata già una delibera del Consiglio Comunale di Trento del 2009, in cui si dava parere favorevole allo spostamento del bypass ferroviario in sinistra Adige (il primo progetto era in destra) con la prescrizione di provvedere prima alla bonifica dei terreni del SIN ex-Sloi ed ex-Carbochimica.
Peccato che l’attuale amministrazione non abbia considerato quella delibera e abbia perseverato nel sostenere il progetto di RFI, malgrado tutte le segnalazioni che continuamente riceveva su un ipotesi che faceva acqua da ogni parte la si guardasse.
Nemmeno tutte le interrogazioni presentate dal Consiglio Circoscrizionale Centro Storico Piedicastello, di cui faccio parte, sono state considerate e non hanno ricevuto risposta.
RFI, appoggiata dalla nostra amministrazione comunale, ha aperto un cantiere su un’area che è sotto sequestro della magistratura, su un’area che, secondo APPA, deve necessariamente essere bonificata prima dell’intervento a prescindere dai costi e dai tempi.
Si è giocato a spacchettare il progetto, facendone conoscere un piccolo pezzo per volta per poi mettere tutti davanti al fatto compiuto, lasciando che Italfer indisturbata comperasse vaste aree, abbattesse edifici allontanando residenti, scavasse senza le dovute cautele per operai e popolazione, movimentasse camion di terra potenzialmente inquinata.

Ed ora eccoci qui, tutti i dubbi sono diventati realtà e si dovrà fermare tutto.

L’ipotesi di far uscire i treni in superficie prima della zona interessata dagli inquinanti è infondata e irrealizzabile perchè, anche uscendo prima, ci si muoverebbe comunque dentro la zona inquinata e perché nel progetto approvato per diventare esecutivo, una prescrizione del comune di Trento impone di spostare l’uscita del tunnel di 165 metri più a nord. Le prescrizioni accolte in un progetto sono vincolanti e quindi è impossibile continuare il progetto eludendole.
Ne consegue che non si può spostare l’uscita in superficie più a sud e quindi tutto deve essere rimesso in discussione, con un nuovo progetto di fattibilità tecnico economica che dovrà passare al vaglio della consultazione dei cittadini e delle conferenze dei servizi.

Il fattore tempo è saltato – non si finirà mai per il 2026 -, quindi non ci sarà più la fretta che ha spinto ad ogni sorta di accomodamento e avremo il tempo per fare le cose per bene, con valutazioni serie ed approfondite per una soluzione che progetti un vero bypass della città tutta, fino al suo confine nord, e che non metta a rischio la salute dei cittadini.

Se questo non dovesse succedere, si trovasse l’ennesimo escamotage, sarà allora davvero il momento di preoccuparsi.

Renata Attolini, segretaria provinciale di Sinistra Italiana

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