News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA

RISVEGLIO TIROLESE * AUTONOMIA: « SMANTELLARE LA REGIONE SIGNIFICHEREBBE NON PORTARE ALCUN VANTAGGIO A BOLZANO, ARRECANDO AL CONTRARIO GRAVE DANNO A TRENTO »

Scritto da
19.20 - sabato 10 febbraio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

///

Martedì 13 febbraio 2024 l’aula del Consiglio regionale sarà chiamata a discutere una mozione, presentata da alcuni consiglieri della Provincia di Bolzano, tesa al totale smantellamento della Regione. Trattasi di un vero e proprio affronto, di una riprovevole mancanza di rispetto verso l’Istituzione che rappresenta l’unità del Tirolo a sud del Brennero, per l’ottenimento della quale e della relativa Autonomia 100.000 Trentini/Tirolesi meridionali, riuniti nella gloriosa ASAR, scesero in piazza e lottarono con convinzione, fra il 1945 ed il 1948.

Certo, va ammesso che l’utilizzo che fu fatto dell’Istituto regionale, nel primo periodo della sua esistenza, fu distorto, piegato ai voleri di chi, tramite la Regione, mirava a mettere in minoranza la componente di lingua tedesca, a boicottarla, probabilmente ad assimilarla perseguendo ancora, in democrazia, l’obiettivo che era stato del Fascismo: parliamo della Regione degli anni 50 del secolo scorso, quella governata della DC di Odorizzi, con i Tirolesi del PPTT, eredi dell’ASAR, che della ragion d’essere della Regione avevamo ben altra considerazione, ridotti nel ghetto.

Tuttavia, va detto a chiare lettere che quella Regione non c’è più: il “Los von Trient” del 1957, poi gli anni delle bombe, portarono al Secondo Statuto di Autonomia, del 1972, che sancì il principio di delega di tutte le competenze regionali alle due Province.
Se dunque la Regione degli anni 50, per come era gestita e non per come era stata istituzionalmente progettata, poteva effettivamente fare paura alla componente di lingua tedesca della Provincia di Bolzano, la Regione di oggi non può fare e non fa assolutamente paura a nessuno, poiché tutto ciò che riguarda Bolzano lo decidono il relativo Consiglio e la relativa Giunta provinciale, così come avviene per Trento.

Va anche detto che per i Tirolesi del Trentino/Tirolo meridionale, quel Secondo Statuto rappresentò un’amara presa d’atto dell’incapacità delle popolazioni tirolesi a sud del Brennero di camminare assieme e collaborare per il bene comune di una terra alpina, che nei secoli fu sempre unita, al di là delle differenze linguistiche: senza troppo dilungarci in dissertazioni storiche rammentiamo soltanto che, nel quadro del Sacro Romano Impero e dei domini asburgici, il Principato vescovile di Trento (che tra l’altro inglobò la parte occidentale dell’attuale Provincia di Bolzano), il Principato vescovile di Bressanone e la Contea del Tirolo costituirono per secoli la Confederazione tirolese, confluita poi nella Provincia del Tirolo in seguito alla secolarizzazione dei Principati vescovili avvenuta nel 1803.

Oggi dunque, smantellare completamente la Regione, oltre a ledere un’unità territoriale durata secoli, significherebbe non portare alcun vantaggio a Bolzano, arrecando al contrario grave danno a Trento: ciò, poiché tale azione causerebbe lo sdoppiamento dello Statuto di Autonomia, con l’ovvia conseguenza dell’estromissione di Trento dal perimetro territoriale di valenza dell’accordo Degasperi-Gruber e della relativa garanzia internazionale, e la necessità di contrattare con lo Stato nazionale, da una posizione di debolezza, un nuovo Statuto di Autonomia, che a quel punto diverrebbe una mera concessione, per nulla scontata e certamente sempre in discussione.
Se siamo giunti a questa situazione, così estrema, vi sono senz’altro delle responsabilità: in primis della classe dirigente del Trentino/Tirolo meridionale, che per decenni ha sistematicamente perseguito l’idea di una Provincia di Trento sganciata dalla sua secolare identità tirolese, dall’orizzonte alpino e dal rapporto con Bolzano, rafforzando in quest’ultima l’errata convinzione di un’identità tirolese monolingue, con confine a Salurn.

Ai firmatari della mozione, che va respinta con convinzione, diciamo però che da Bolzano ci aspetteremmo, finalmente, un atteggiamento diverso, innanzitutto più rispettoso della componente tirolese del Trentino/Tirolo meridionale, più rispettoso della storia di questa terra, oltre che più orientato al rafforzamento della collaborazione in questa parte di spazio alpino.
Serve recuperare l’idea originaria di un Tirolo plurilingue, sul modello svizzero, non continuare a coltivare, da ambo le parti, il mito della nazione e del finis terrae a Salorno/Salurn: solo con queste premesse potremo costruire l’Euregio che, a quel punto, ma non prima, potrà sostituire la Regione. Sempre che l’Euregio sia la meta comune, anche ai firmatari della mozione.

*

Paolo Monti -Portavoce

Risveglio Tirolese

Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.