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DAL RÌ (UDC TN-AA) * DIRITTI CIVILI: « LASCIAMO AI “GAY PRIDE DAYS” L’EGOISMO ESASPERATO, CONCENTRIAMOCI SU UNA COMUNITÀ DI SALDE RADICI »

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09.38 - lunedì 26 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Per un periodo troppo lungo si sono visti contrabbandare dei modelli di consumo come fossero una proposta politica. Che fossero riferiti al consumo di beni, di cultura o di tempo su quei profili di consumo si sono costruite le politiche sociali.
L’esempio più interessante è l’evoluzione del “paniere” su cui si misura l’impatto dell’inflazione sulle famiglie.

Abbiamo visto mutare il concetto stesso di “necessità”, tant’è che in tempi recenti, in una repubblica che fonda la sua costituzione sulla “liberazione dal nazifascismo” come momento storico della affermazione di quei diritti e doveri richiamati nei primi 54 articoli della prima parte della Costituzione, dalle istituzioni c’è chi ha affermato, senza lasciare a quel punto il proprio posto, il prevalere della propria buona salute sul rispetto di quelle stesse libertà.

Il concetto stesso di comunità che è alla base del progetto cristiano è alternativo, come progetto di vita, a quei modelli di consumo che vedono ora spacciare il bambino come un prodotto abile a soddisfare un bisogno individuale proposto da qualcuno di quei modelli.

Vede inoltre la madre come un semplice gestore di un utero che viene banalmente inteso come mezzo di produzione.
Abbiamo visto delle fasce tricolori esibirsi, a dispetto della propria comunità, come testimonial di quel tipo di progetto consumistico e ce ne dispiace.

Non esiste (ancora) il diritto ad “Avere lo smalto dei denti più bianco del bianco”, ma esistono invece quelli previsti dall’art. 32 della Costituzione o il diritto ad un lavoro compensato in modo equo. La cooperazione è un asset territoriale importante per proporsi nel suo primo livello come risposta al progetto capitalistico.

E come tale va declinata se si vuole possa incidere su un progetto sociale rivolto a chi ha di meno. Come partito, come Udc del Trentino Alto Adige, scommettiamo sulla capacità di quel tessuto di offrire quella risposta.

Con l’umiltà che è stata alle origini di quella soluzione rivolta a chi aveva difficoltà a disporre o ad accedere al capitale.
Il progresso sociale era e resta una sfida per territori arrampicati alla montagna e che in passato, con determinazione e coraggio, hanno scelto le proprie sfide.

Lasciamo marciare nei “Gay pride days” coloro che rincorrono l’idea che un egoismo ancor più individuale ed esasperato possa imporre i propri desiderata come diritti sociali e concentriamoci su un “Progetto di Comunità” dalle salde radici.
Anche per questo si voterà il 22 ottobre prossimo.

 

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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc per il Trentino Alto Adige
#ilcentrodeltrentino

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