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COORDINAMENTO INTERREGIONALE “TUTELA GARDA” * INCONTRO A GARDONE (BS): « NASCE IL GRUPPO ASSOCIAZIONI DI TRE REGIONI, PER LE CRITICITÀ DEL PROGETTO CICLOVIA »

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13.44 - lunedì 24 aprile 2023

Il 20 aprile a Gardone Riviera in Via Roma 8, nella ex sede della Comunità del Garda (ora di proprietà privata), si sono riunite numerose Associazioni di Tutela Ambientale delle tre regioni cui appartiene amministrativamente il Lago di Garda, per costituire una forza denominata“Coordinamento interregionale per la tutela del Garda” allo scopo di contrastare le incongruenze e le criticità emerse nelle diverse analisi effettuate sul Progetto della Ciclovia di tutto l’anello Interregionale.

 

CICLOVIA LIMONE SU GARDA (TN): VIDEO DA DRONE BY AGENZIA GIORNALISTICA OPINIONE

 

 

Il coordinamento non vuole essere solo di supporto alle già molteplici associazioni di tutela delle varie Regioni, ma anche lo strumento di partecipazione per liberi professionisti, Enti locali, Associazioni di diverse categorie e portatori di interessi diffusi, per condividere e realizzare progetti anche su vasta scala, nell’ottica, appunto, della collaborazione e partecipazione.

Un esempio fra tutti: nel progetto della ciclovia del Garda si è riscontrata la carenza o assenza dello Studio della Mobilità e di approfondite indagini geologiche. Aspetti questi di particolare rilevanza per l’esecuzione di un progetto sicuro, efficace, ecosostenibile utile alla collettività, che, se carente in alcuni tratti, può sviluppare ricadute negative anche nei tratti successivi.

Un buon progetto deve tener conto delle esigenze della cittadinanza, dell’ economicità turistica e del rispetto del paesaggio. Come sostiene l’articolo del prof. Paolo Pileri del Politecnico di Milano esperto in mobilità lenta : “Una ciclovia nasce nell’ambito della mobilità sostenibile ed ecologica. L’impatto ambientale della ciclovia del Garda è enorme sotto tutti i punti di vista.

E qui sta un punto cruciale del discorso: in nome della ciclabilità è legittimo manomettere così pesantemente il paesaggio? La supponenza delle ingegnerie stradale e geotecnica (perché di questo alla fine si tratta) possono permettersi qualsiasi cosa solo perché si tratta di una ciclabile? In nome del “prodotto bike sul Garda”… si può scavalcare qualsiasi limite etico, ambientale e paesaggistico e pure di finanza pubblica?” Le alternative esistono, sia via lago sia via terra recuperando sentieri e strade minori collinari e montane. Basta volere e cercare. Nessuno vuole interrompere la ciclabilità, ma solo pensarla diversamente. Si può fare.

”Nel primo incontro del ‘Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda’ ci si è posti più domande: Cosa succede al traffico già pesantemente al collasso nella riduzione delle larghezze di carreggiata e negli attraversamenti continui e pericolosi di pedoni e cicli? Sono consapevoli tutti che quella in progettazione sarà una ciclabile frequentata anche da pedoni? Come mai non è stata presa in considerazione la via d’acqua coinvolgendo Navigarda, permettendo di collegare i tracciati a rischio idrogeologico e di impatto ambientale, oltre a quelli pericolosi o con criticità?

A queste e altre domande il ‘Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda’, vorrebbe dare delle risposte coinvolgendo la cittadinanza sensibile all’argomento, i liberi professionisti e gli Enti Locali, nonché le Regioni coinvolte. I grandi progetti possono essere attuati, ma nel rispetto del paesaggio e degli interessi di tutte le persone coinvolte.

Forse non è stato un caso se il Coordinamento è nato proprio a Gardone Riviera nella ex sede della Comunità del Garda, poiché lo scopo delle comunità è quello di unire per promuovere il bene comune, in questo caso un bene prezioso come il Lago di Garda.

 

 

 

 

 

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