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STEFANO CHELODI  E GIANFRANCO TONELLI * LIBERAZIONE ZAKI : « RICORDIAMO CHE CHICO FORTI È DETENUTO NEGLI USA DA 20 ANNI »

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22.36 - venerdì 21 luglio 2023

Egregio Direttore Franceschi,

veniamo a Lei perché siamo francamente perplessi e vorremmo esternare “a qualcuno” questo stato d’animo! Da alcuni giorni telegiornali, quotidiani, tg, gr ed altri strumenti di informazione sono pieni di immagini, notizie, aggiornamenti sulla vicenda dello studente egiziano condannato per attività “sovversiva” ed ora graziato.

Sia chiaro che noi siamo in assoluto per la tutela dei DIRITTI UMANI, sempre e comunque, ma ci chiediamo: “è possibile che a fronte di questo trionfalismo (forse immotivato) del nostro esecutivo per una grazia concessa (come quasi ogni anno accade per i reati “politici” in occasione dell’anniversario della loro “rivoluzione”) e per le belle parole per il presidente egiziano spese dal nostro Premier Giorgia Meloni (lo stesso presidente che ha fatto ostruzionismo sul caso Regeni??) a fronte di tutto ciò (pagine dei quotidiani a colori, voli di stato, profluvio di parole forse tipico del periodo estivo in cui le notizie vere latitano o forse per coprire qualche altra notizia meno “bella” e tutto ciò che ne consegue ecc) del nostro CONNAZIONALE Chico Forti, detenuto ingiustamente, non ci sia notizia alcuna?

Ricordiamo che Chico è detenuto ingiustamente (come sopra scritto) negli USA da oltre 40 anni, perché condannato ad una pena “senza fine”, sulla base di un processo assolutamente indiziario (senza prove, se non un pugnetto di sabbia presente nel gancio di traino della sua vettura, comune a tutte le spiagge della zona in cui abitava Chico in Florida, che per inciso essendo un campione di surf frequentava assiduamente quelle spiagge ), processo in cui la stessa giudice ammetteva che non c’erano prove (processo indiziario) a sancire la colpa di Chico che semmai poteva essere l’ispiratore (??) della tragica vicenda e che un giorno il colpevole sarebbe stato assicurato alla giustizia, ebbene dopo tutto quanto sopra, Il SILENZIO E’ ASSOLUTO E ROBOANTE, ASSORDANTE!

Siamo ben consci che qualche tempo fa sia l’attuale Premier sia il Ministro per le Infrastrutture Salvini avevano speso belle parole di impegno e di rassicurazioni circa la situazione del nostro connazionale ed il loro impegno assoluto, siamo anche consci che la diplomazia spesso lavora “in silenzio”!

Allo stato odierno, a conoscenza nostra però, ci pare non ci sia più notizia di attività ed impegno del nostro Esecutivo per sanare una vicenda che è vera violazione dei diritti umani! È possibile che per un uomo, a cui un detective americano ha estratto dal portafoglio la foto dei figlioletti (all’epoca piccolissimi) durante un interrogatorio e le ha strappate davanti a lui dicendo “questi non li rivedrai più”, su cui poi arrivò una condanna pesantissima “ergastolo senza condizionale” ovvero “uscita dalla prigione SOLO con la morte” non ci sia più alcun segnale? Dopo il trionfalismo dell’allora ministro Di Maio per la accettazione da parte del Governatore della Florida, del trattato internazionale (firmato tra i molti paesi anche da Stati Uniti e Italia) per la possibilità di scontare il fine pena nel paese di origine, e dopo l’eccellente reportage (in 12 puntate) de Le Iene, il silenzio è calato sulla vicenda.

Chico in carcere è diventato nonno, continua a vedere il sole sorgere e calare dietro le sbarre di una prigione da oltre 20 anni, professando sempre, comunque e con tutti,  la sua totale innocenza.Certo siamo ben consci che i reati (ipotizzati) sono assai diversi (lo studente egiziano  era accusato “solo” di un reato “politico”), ma ci pare che un paese “storicamente” amico degli USA (l’Italia) potrebbe alzare “la voce” per raggiungere un risultato atteso da decine di migliaia di italiani che hanno affisso e tappezzato l’Italia di manifesti e striscioni (il nostro regge le intemperie da tre anni).

Caro Direttore, noi speriamo che i media italiani continuino a tenere desta l’attenzione sulla vicenda “Forti”, e che lo stesso faccia l’esecutivo, potendo utilizzare gli stessi toni per un risultato che sarebbe di vera giustizia oltreché consentire ad una famiglia di riabbracciare il proprio congiunto avendolo sul territorio “patrio” e non a migliaia di km di distanza.

Bene dunque per lo studente egiziano e la Sua felice conclusione, attendiamo però fiduciosi un segnale in merito al nostro connazionale ed amico Enrico (detto Chico) Forti. Fiduciosi, ancora per quanto?

 

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Stefano Chelodi
Gianfranco Tonelli

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