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LETTERE AL DIRETTORE

ROBERTO CAPPELLETTI – REPLICA A FRANCESCO PRANDEL: COVID: « L’INFORMAZIONE SI ARENÒ NEL CORTO CIRCUITO DELLA PAURA »

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22.03 - venerdì 20 ottobre 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

qualche settimana fa il prof. Francesco Prandel, ha inviato una lettera aperta ai dirigenti trentini della scuola Pendenza e Ceccato (pubblicata da “Opinione”e da “La fionda”), in cui chiedeva conto dei problemi alla salute generati dai dispositivi digitali impiegati nelle scuole e chiedeva una discussione sulle sospensioni del personale durante la pandemia.

Sulla questione dispositivi informatici, salute e Pnrr ha risposto Filippo Degasperi il 13 ottobre scorso dalle pagine de Il T Quotidiano. Essendo rimasta inevasa l’altra questione, quella della inutile sospensione del personale che non ha voluto sottoporsi ad una vaccinazione per certi versi ancora sperimentale, credo sia giusto dire qualcosa in proposito.

Il 15 ottobre di due anni fa scattava per tutti i lavoratori italiani l’obbligo, già presente per i lavoratori della sanità, della scuola e dell’università, di esibire il Green Pass per poter accedere al lavoro, pena la sospensione dallo stesso senza retribuzione né contributi.  Migliaia di lavoratori scesero in piazza a protestare. Il movimento più organizzato fu sicuramente quello dei lavoratori portuali di Trieste, che ospitò in quei giorni manifestazioni con la partecipazione di circa 20.000 persone, conclusesi con la prova di forza della Lamorgese, che diede ordine di disperdere manifestanti pacifici con l’uso di idranti.

Anche Trento ospitò in quei giorni una grande manifestazione. Ma a nulla valsero proteste e scioperi: l’obbligo di Green pass che toccava il valore su cui la nostra Repubblica si fonda, il lavoro, rimaneva. Molti lavoratori che, per i più diversi motivi non intendevano sottoporsi alla vaccinazione, dovettero ricorrere ogni due giorni a ciò che possiamo tranquillamente chiamare ” Una tortura a pagamento”: prima di recarsi al lavoro, si armavano di pazienza facendo lunghe file d’attesa e pagando almeno 15 euro per un tampone nasale che dava diritto al Green pass.

Altri lavoratori, non disposti a sottoporsi a tale procedura, vennero subito sospesi dal lavoro. Dal 1° febbraio al 15 giugno 2022 l’obbligo vaccinale venne esteso, oltre che ai sanitari, insegnanti e forze dell’ordine, anche a tutti gli over 50. Questo accadeva mentre ormai circolava la variante Omicron che già i primi studi indicavano essere addirittura meno letale dell’influenza.

Giovani e adolescenti dovevano sottoporsi alla procedura del tampone ogni due giorni per poter salire su un mezzo pubblico, per poter svolgere attività sociali e sportive e per gli universitari, per recarsi a lezione. Dal 6 dicembre 2021 scattò poi per tutti loro l’obbligo di super Green pass. Perché ricordo questo? Per rigirare il coltello nella piaga? Per risvegliare sentimenti negativi?

No, è perché credo sia venuto il momento di discutere su quanto è successo, perché scienziati di parere diverso sono stati silenziati, perché l’informazione si è arenata nel corto circuito della paura. Perché chi non conosce bene la storia è destinato a ripeterne gli errori. Molti miei colleghi medici sono convinti che siamo usciti da questa pandemia per merito del vaccino e dell’obbligo vaccinale.

Chiedo allora, come sono uscite dalla pandemia nazioni come i paesi scandinavi o la Spagna che non hanno posto alcun obbligo o paesi come la Bulgaria con una percentuale di vaccinati del 29%? Chiedo ai miei colleghi da quale altra epidemia influenzale siamo usciti con un vaccino? Perché il Covid sarebbe stata diversa dalle altre epidemie influenzali nell’autolimitarsi (la letalità si affievolisce con il tempo)?

I dati tratti dell’Istituto Superiore di Sanità e i dati Inglesi indicavano già a metà 2021 come a riguardo della positività dei tamponi per Covid, i vaccinati superassero i non vaccinati. Sicuramente era lecito mettere in campo un vaccino per proteggere le persone a rischio, ma porre l’obbligo su un vaccino sperimentale è stato un insulto alle conquiste della bioetica dal codice di Norimberga in poi.

Recentemente Cominarty (Pfizer) nel foglio illustrativo ha inserito fra gli effetti avversi, paresi temporanea del viso, miocarditi e pericarditi (anche mortali); dobbiamo ammettere che le persone che erano coscienti della insufficiente sperimentazione del vaccino, forse non avevano tutti i torti. Per porre un obbligo servono due caratteristiche del vaccino: deve proteggere la comunità e deve essere sicuro. Sulla protezione della collettività abbiamo accennato sopra; per quanto riguarda la sicurezza se un vaccino può causare la morte, non può esserci obbligo.

Gli errori commessi durante la pandemia, soprattutto la privazione di diritti come il lavoro, sono così enormi che è ancora difficile proporre un dialogo. Però, ugualmente ci sono molte ragioni per non rimandare più un sereno confronto: prima di tutto la fiducia dei cittadini nelle istituzioni che si sta irrimediabilmente perdendo.

 

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Dr. Roberto Cappelletti

 

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