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LETTERE AL DIRETTORE

ASSESSORE PAT SPINELLI * PRIMO MAGGIO: « WELFARE E QUALITÀ DEL LAVORO, DUE LEVE IMPORTANTISSIME »

Scritto da
09.10 - mercoledì 1 maggio 2024

Gentile direttore Franceschi,

allego quanto oggi pubblicato sul quotidiano l’Adige, anche per consentire la visione ai lettori di Opinione.

 

Achille Spinelli

Assessore Pat – Sviluppo economico – Lavoro – Università – Ricerca

 

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Colgo l’occasione di questa importante ricorrenza per provare a fare alcuni ragionamenti che attengono al mondo del lavoro, alla vita delle lavoratrici e dei lavoratori, ma che hanno al contempo un impatto sull’intero tessuto economico e sociale del nostro Trentino.

Il concetto di lavoro non può non cambiare perché – soprattutto in questi ultimi anni – sta radicalmente mutando il modello di riferimento della nostra stessa società, il modo che hanno di concepire il lavoro le donne, i giovani, ma ormai anche categorie di lavoratori più tradizionali. Tutto cambia a una velocità tale che o capiamo la rapidità del mutamento e ne cogliamo al contempo anche le interessanti potenzialità, oppure rischiamo di ritrovarci in brevissimo tempo arretrati e poco competitivi nel mercato globale. Quello che non deve cambiare è l’attenzione al lavoro, la cultura del lavoro, dell’impegno alla base della nostra società.

Sappiamo bene come e quanto sia cresciuto il costo della vita a partire dal periodo post Covid, e soprattutto in conseguenza della complicata situazione geopolitica dell’ultimo biennio. Lo tocchiamo con mano quotidianamente, banalmente facendo la spesa.

L’inflazione, unita all’aumento dei costi energetici, ha eroso il potere di acquisto delle famiglie, mettendo in difficoltà tantissimi lavoratori e tantissime lavoratrici, famiglie che pur percependo un reddito fanno più fatica rispetto al passato nella gestione della propria vita.

La risposta del Trentino a questa situazione deve essere quella dell’investimento sul lavoro di qualità, sulla formazione, sulla crescita professionale ed anche sulla creazione di nuovi posti di lavoro per giovani e donne che favoriscano un circolo virtuoso tra strumenti di conciliazione e lavoro. Dobbiamo creare un contesto di benessere collettivo che porti a pensare positivamente al futuro e che spinga anche le famiglie a fare più figli.

Va superata la retorica del sussidio sociale a sostegno del mancato reddito, non si deve lasciare indietro nessuno, ma chi può lavorare deve essere messo nelle condizioni di farlo con dignità, affinché possa crearsi un futuro anche previdenziale e assistenziale. Il nostro territorio ha bisogno di creare più servizi a supporto delle famiglie, non solo per accompagnare la crescita dei più piccoli ma anche per sostenere i bisogni dell’invecchiamento delle persone.

In questo contesto si inserisce la riflessione che abbiamo avviato sul tema salariale assieme alle parti sociali, tema che va affrontato assieme a quello del welfare. Il nostro territorio ha bisogno di lavoratori con competenze per crescere, i processi vanno automatizzati, i prodotti innovati, dobbiamo andare maggiormente sui mercati internazionali. Va formato chi già è nelle nostre aziende e vanno attratti nuovi lavoratori, in parallelo si deve però lavorare su salari e carriere.

Il mondo del lavoro è molto più fluido e globale rispetto al passato, i giovani si licenziano, rinunciano al posto fisso, in cerca di posti di lavoro più stimolanti, comparano le diverse offerte, scelgono. Sono quindi i datori di lavoro che devono “presentarsi bene”, bilanciare i temi dei salari, con quelli dei servizi, con la casa, con la formazione, con l’orario di lavoro. Vi è poi il tema di trattenere i lavoratori formati.

L’esperienza della pandemia ha contribuito a ridefinire le priorità delle vite di molti. Se le generazioni passate spesso quasi si identificavano con il lavoro che svolgevano, o comunque esso ne assorbiva la maggior parte dell’esistenza, oggi vediamo che non è più così. Il lavoro rappresenta, soprattutto agli occhi dei giovani, solo un elemento della propria vita funzionale al raggiungimento di altri obiettivi. La realizzazione della persona non avviene più solo nell’ambito lavorativo come accadeva in passato. Il lavoro ha subito un forte ridimensionamento nell’immaginario di molti, e con tale scenario parti datoriali e decisori politici devono fare i conti.

In tal senso credo occorra investire con forza per garantire – in ogni settore e ambito lavorativo, anche in quello stagionale – un lavoro sempre più di qualità, fatto di condizioni ambientali ed orari adeguati, strumenti di welfare che premino il merito e aiutino a conciliare vita lavorativa e privata, formazione continua, ma anche la produttività.

Ritengo quindi il welfare e la qualità del lavoro due leve importantissime su cui il mondo del lavoro dovrà sempre più far forza se vorrà stare al passo della società in cui vive e da cui è messo costantemente alla prova.

Sarà un lavoro complesso, che dovrà necessariamente vedere la compartecipazione e la collaborazione di pubblico e privato, il dialogo tra diversi attori del territorio, la messa in campo di strumenti e soluzioni di diversa natura, ma anche su questo fronte sono certo che il Trentino – per competenze e potenzialità – saprà essere un laboratorio di buone pratiche.

Allo stesso modo dobbiamo individuare strumenti efficaci per stimolare l’ingresso dei giovani e delle donne nel circuito lavorativo. Qualche giorno fa ero alla presentazione di un rapporto sulla produttività del Trentino realizzato da OCSE, argomento affrontato dalla Provincia per la prima volta in maniera decisa ed approfondita grazia alla collaborazione di più istituzioni. Ebbene, proprio il basso tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro e l’elevato numero di “neet” – giovani fino ai 29 anni di età che non studiano e non lavorano – sono due dei fattori che frenano la produttività delle nostre imprese e più in generale la crescita della nostra economia.

Anche su questi temi il Trentino, forte di un eccellente sistema di formazione e dei tanti percorsi che Agenzia del Lavoro può offrire nell’immediato e organizzare nel prossimo futuro, sono certo abbia le carte in regola per avviare un percorso vincente, che sappia includere queste fasce della popolazione, colmare il gap esistente e avvicinarsi ai livelli dei territori economicamente più performanti d’Europa.

Si tratta di un percorso complesso, di medio e lungo termine, per la realizzazione del quale occorrono però scelte coraggiose, per certi versi nuove, orientate alla costruzione di un nuovo modello occupazionale, di un nuovo patto tra lavoratori e imprese che sappia valorizzare la persona e garantire un “buon lavoro”, in cui ognuno possa sentirsi gratificato, sicuro e appagato.

Felice primo maggio a tutti.

 

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