Gentile direttore Franceschi,
Cooperazione trentina: quando la visione autentica viene tradita. Da cooperatori proviamo incredulità nel sapere che, ironia della sorte dal primo maggio, festa del lavoratore, i dipendenti delle famiglie cooperative dovranno rinunciare a ben 170 € lordi al mese della loro busta paga. Questo rappresenta un vero e proprio schiaffo a coloro che durante la pandemia sono stati in prima linea, rischiando la propria salute e quella dei loro famigliari per permettere a tutti noi di fare la spesa.
La Cooperazione trentina, nata per tutelare prima di tutto i propri soci e di conseguenza i propri dipendenti, sta prendendo una direzione opposta: sta diventando un mostro con al suo interno disparità tipiche di un’economia incivile. Questo non è ciò che intendiamo per Cooperazione.
Se a Natale lo slogan con cui voi dirigenti ci avete augurato buone feste era “Il futuro è condivisione”, chiediamo coerenza. Dal Presidente in giù, fino all’ultimo amministratore, manager compresi, date il buon esempio: rinunciate ai benefit di cui godete senza alcun rischio perché in caso di problemi economici tutto ricade sui soci, e in questo modo, oltre a risolvere la questione integrativo per i dipendenti, darete ampio respiro ai bilanci delle cooperative che amministrate.
La cooperazione deve ritornare agli ideali per cui è stata fondata, eliminando le disparità rappresentate da questi paradisi economici che voi dirigenti vi siete creati sulle spalle di noi soci. E se la cosa fosse poco gradita, siete sempre liberi di lasciare il posto. Sarebbe l’occasione giusta per un salutare ricambio generazionale.
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Giuliano Preghenella
Lucio Caldera