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LETTERE AL DIRETTORE

PIER DAL RÌ * AGRICOLTURA:  « LA CONFUSIONE PARE SOVRANA, TRATTORI – BALLE DI FIENO – QUALCHE MUCCA – POCHE PECORE E MOLTI IMPRENDITORI »

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21.34 - martedì 6 febbraio 2024

Gentile direttore.

una pubblicità significativa del formaggio spalmabile che imperversava tempo fa, metteva in guardia i consumatori sul pericolo distruttivo di un piacere.. a buon mercato: «Al contadino non devi far sapere quanto è buono il formaggio con le pere». Sembra una cosa insignificante, ma pensandoci bene è tattica profonda. Due prodotti poco retribuiti per i contadini che li producono, non debbono essere esaltati, riconosciuti, valorizzati e promossi come eccellenze: va evitato che poi gli uomini dei trattori rivendichino più elevate valutazioni, dei prodotti di base.

Se fosse questo il significato di questa pubblicità? Orchestrata da chi lavora, promuove e commercia il lavoro dei contadini? Perché no, più che un esperto di marketing servirebbe un sociologo, magari bravo, e -visto che studia questo argomento= potrebbe provare a capire pure che c’azzecca Antonio Di Pietro con le marce dei trattori, cosa rivendicano, cosa chiedono, dove ed a chi si rivolgono.

Tutti sappiamo che sugli schermi imperversano eserciti di grandi e vistosi bisonti, spesso di marca americana o tedesca, in libera uscita dalle zolle terrose dei campi ove sono solitamente di casa.. Sì, neppure a me è chiaro e lascio il trattore a riposo. Provo a capire e comprendere quale sia lo spirito di chi non vuol perdere un ‘occasione per dire che c’è pure lui e lo vuol dire a chi non lo può ignorare; chi forse è l’assessore che ha votato, l’associazione cui è iscritto, il presidente del Consiglio o ministro che sembrano cloni di sintesi del loro credo.

A Sanremo ,non pare ci sia in gara alcuna canzone a tema. Sono finiti i tempi di… «Che ne sai tu di un campo di grano?»… che ne sai tu di un ministro sovrano? Eppure, non avendo un programma definito della gita “fuori campo”, ogni destinazione va bene, purché se ne parli. E chi parla? Tutti e nessuno e la confusione pare sovrana, trattori, balle di fieno, qualche mucca, poche pecore e molti imprenditori agricoli, di tutti i comparti dell’agro alimentare. Mezzi dotati di slogan, obbiettivi e rivendicazioni che vanno dalle quote uva e latte ai terreni non coltivati e poi – ancora- dal costo dei carburanti ai valori dei prodotti, alle tasse di ogni tipo, poi politiche comunitarie, vincoli ambientali sui pesticidi, pericoli d’inquinamento.

Poi l’immigrazione: fuori dai momenti critici delle punte di raccolto, quando il “nero “piace alla regolarizzazioni del lavoro precario , ma non solo ,…c’è chi porta la voce della pesca con le reti, ma anche quella del supermercato frutto per coniugi separati. Figuriamoci poi la carne sintetica o quella d’importazione extraeuropea. Non mancano i cinghiali invasori, i lupi e gli orsi assassini, i vini criminalizzati e figli dei contadini che vogliono studiare all’estero ed abbandonare le aziende che non avranno di conseguenza e futuro per i troppi problemi (non sempre veri), ma comunque conclamati come tali.

Ecco, ogni servizio sulla marcia dei trattori è un trattato di sociologia sociale, un esempio di come la grande confusione sui problemi sia la garanzia per lasciare tutto immutato, e questo è forse il motivo per cui tutte la autorità del campo agricolo -dai ministri agli assessori ai sindacati di categoria- vivono giornate tranquille, sapendo che poi con il Mercoledì delle ceneri …. si riprende ad arare e seppellire con le erbe rinsecchite anche i problemi evidenziati.

 

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Pier Dal Rì

Trento

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