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LETTERE AL DIRETTORE

LORENZO RIZZOLI * RIFORMA FISCALE: « VA RIPENSATA, SOPRATTUTTO OGGI CON INFLAZIONE ALLE STELLE E STIPENDI FERMI DA ANNI »

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08.02 - venerdì 18 agosto 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

serve una vera riforma fiscale. Sarei curioso di vedere se incrementa o meno il numero di assunzioni con gli sgravi contributivi che il Governo di tanto in tanto introduce. Sarei anche curioso di sapere quante aziende in Italia hanno introdotto lo strumento del fringe benefit (zero tasse e zero contributi su una somma di 3.000 euro annui per l’anno 2023), ma soprattutto lo strumento del welfare aziendale. Strumenti che se, da un lato, riducono il costo aziendale (sgravio contributivo per l’assunzione), dall’altro lato danno una retribuzione in natura al dipendente, senza obbligo di tasse e contributi. Io credo, ma magari sbaglio, che siano poche le aziende che hanno messo in atto tali misure.

Credo che vada ripensata una riforma fiscale. Soprattutto oggi con l’inflazione alle stelle e stipendi che non incrementano con l’incremento dell’ISTAT, ma che sono fermi da anni. La vita oggi costa molto e se un dipendente 5 anni fa percepiva uno stipendio mensile netto di 1.200, oggi questo stipendio netto non è sufficiente per coprire le spese fisse mensili. Se gli stipendi non incrementano, allora lo Stato dovrebbe aiutare i contribuenti, magari ripensando alle detrazioni e deduzioni fiscali. Ad esempio, il contribuente ha diritto ad una detrazione forfettaria (a memoria di massimi 300 euro) nel caso in cui viva in una abitazione tramite contratto di affitto e l’abitazione sia destinata ad abitazione principale.

Visti i contratti di affitto che, grazie all’ISTAT (ovviamente in assenza di tassazione sostitutiva “cedolare secca”) hanno incrementato di molto il canone mensile, sarebbe il caso di pensare ad una detrazione in percentuale rispetto al canone di locazione pagato dall’affittuario. O ancora, si riconosce una detrazione del 19% su un massimo di spesa di € 800 annui a figlio per le spese di istruzione dei figli a carico: 152 euro di detrazione massima. Una grande presa in giro. O ancora. Grazie all’incremento esponenziale dei tassi di interesse, i mutui bancari delle famiglie stipulati per l’acquisto dell’abitazione principale sono diventati molto più onerosi, da mettere quasi in difficoltà le famiglie; la detrazione fiscale massima è di € 760 una “briciola” rispetto a quanto paga il contribuente.

Chi detrae molto è chi molto spende in quanto proprietario di immobili (detrazione per ristrutturazione edilizia, per risparmio energetico, detrazione 110%). Ma il fisco può venire incontro alle famiglie (siano esse composte da 1 individuo, 2 individui o più individui) che, magari, non si possono permettere il lusso di avere una abitazione, né tantomento ristrutturarla? Il fisco (Governo) molte volte dice di essere vicino agli italiani, ma in realtà è vicino agli italiani benestanti. Una riforma fiscale che permetta ai contribuenti un maggior recupero delle spese vitali sostenute (incremento detrazione sugli affitti pagati, incremento detrazione spese di istruzione figli, incremento detrazione interessi passivi sul mutuo bancario per acquisto abitazione principale, ecc.), recupero in linea con l’incremento esponenziale del costo della vita, sarebbe, a mio avviso, molto ben accettato da tutti i contribuenti.

 

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Lorenzo Rizzoli

Trento

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