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LETTERE AL DIRETTORE

ANDREA MERLER * PREVENZIONE E COVID-19: « NEGLI APPALTI PUBBLICI BISOGNERÀ DECIDERE SE TALI COSTI SARANNO A CARICO DELLE IMPRESE E DEI SUBAPPALTATORI OPPURE DEL COMMITTENTE »

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13.55 - giovedì 9 aprile 2020

In pochi mesi la pandemia derivata dal Coronavirus ha completamente stravolto la nostra vita, in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni sociali e persino nelle Istituzioni democratiche.

Molti l’hanno definita una vera e propria guerra. Noi contro il virus. Ci siamo riscoperti deboli, ma allo stesso tempo sempre più consapevoli che ci vogliono grande forza, responsabilità e competenza. Ogni giorno siamo messi nelle condizioni di dover affrontare giornate molto difficili, a volte anche di grande tensione psicologica, ma non abbiamo mai perso la speranza, quella di tornare gradualmente alla nostra vita “normale”.

E’ inutile però illudersi e pensare che tutto sarà come prima. Il Covid-19 ci ha insegnato che non bisogna mai sottovalutarne gli effetti e le migliaia di morti e contagiati, i nostri anziani ma non solo ci ricordano che l’impatto è stato devastante.

Si è creata una forte tensione tra diritto alla salute e sostenibilità economica del nostro sistema capitalistico basato prevalentemente sul profitto. La tutela della salute non potrà mai essere piegata dall’economia semplicemente per il fatto che non c’è economia senza salute.

Questa premessa doverosa per affermare che in questo momento dobbiamo mettere in campo tutte le migliori risorse e competenze per  uscire da questa situazione.

Ci sono settori, i famosi codici ATECO che non si sono mai fermati. Penso in particolare alla filiera alimentare, ai supermercati, ai trasportatori. La Pubblica Amministrazione ha dovuto fare uno sforzo gigantesco. Ospedali e R.S.A., tutto il personale sanitario (medici, infermieri, tecnici-sanitari, operatori socio-sanitari, conducenti di ambulanze) sono stati definiti eroi del nostro tempo. Si, lo sono veramente e dobbiamo essere tutti orgogliosi di loro, ma non dobbiamo mai dimenticarci i loro sacrifici anche in termini di vite umane.

La politica diventa fondamentale per orientare le scelte. A mio parere per il lavoro due sono i temi fondamentali: investimenti e tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

Sul piano degli investimenti credo che la nostra Provincia possa mettere in campo un programma serio che innesti nell’economia reale liquidità. Per farlo occorre fare ricorso al credito, ma non come garante di prestiti richiesti dagli imprenditori, bensì come Istituzione. Velocizzare e digitalizzare completamente le gare di appalto pubblico servirebbe a dare una prospettiva di breve e medio periodo alle imprese di alcuni settori trainanti come quello delle costruzioni che a loro volta creerebbero un volano virtuoso a favore di altri settori economici.

La ripresa del lavoro nelle fabbriche e nei cantieri è possibile, ma la condizione essenziale è la garanzia della salute e sicurezza sul lavoro e non bisogna dimenticare che un contagio contratto sul lavoro è da considerare infortunio.

Finalmente ci siamo dovuti rendere conto che tutto il sistema di gestione delle imprese – dal datore di lavoro fino ai lavoratori – deve coniugare esigenze di produzione con le garanzie di tutela della salute. Un ruolo importante lo avranno anche altre tre figure presenti nelle nostre imprese: responsabili del servizio di prevenzione e protezione, medici competenti e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. I primi sul piano tecnico, i secondi per l’idoneità sanitaria al lavoro e gli ultimi per creare cultura della sicurezza e  pertanto condizioni per rendere consapevoli delle loro azioni gli stessi lavoratori per rispettare le misure organizzative messe in campo. Serve un lavoro di squadra, uno solo dei soggetti citati non basta più.

Le misure di prevenzione e protezione per le imprese con le attuali conoscenze scientifiche sono state approvate dal Comitato di coordinamento per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro della PAT e prevedono l’aggiornamento della valutazione dei rischi, il controllo della temperatura, l’aereazione dei locali, il distanziamento tra le postazioni di lavoro, l’informazione e la formazione per i lavoratori, l’uso di DPI come le mascherine (chirurgiche, FFP2 o FFP3) perché non sono tutte di eguale protezione, la sanificazione dei locali (locali di riposo, mense, bagni ecc.) e dei mezzi di trasporto, il lavaggio frequente delle mani, utilizzo di guanti monouso, evitare gli assembramenti alle macchinette del caffè. Queste misure sono fondamentali e vanno dapprima implementate e poi fatte rispettare senza se e senza ma.

Certamente non erano misure previste o prevedibili ex ante e pertanto si pone anche il problema dei relativi costi.

Negli appalti pubblici bisognerà decidere se questi costi saranno totalmente a carico delle imprese e dei subappaltatori oppure del committente. Non è affatto una questione irrilevante come non lo è il numero dei lavoratori presenti in uno stesso luogo di lavoro. Sempre nell’esempio dei cantieri bisognerà fare valutazioni specifiche sulla necessità di avere locali mensa e valutare la superficie del cantiere stesso per garantire il distanziamento sociale ed eventualmente prevedere il contingentamento di persone presenti nello stesso momento.

La sfida contro la propagazione del virus ci obbliga a fare questi sforzi e a convivere – purtroppo – per diversi mesi con questa anomala situazione.

 

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Andrea Merler

Esperto in materia di sicurezza sul lavoro

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