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CONSIGLIO PAT * QUINTA COMMISSIONE: « CONTINUA IL DIBATTITO SUL DDL MASÈ SULLO “ZEROSEI”, PER L’INTEGRAZIONE TRA NIDI E SCUOLE MATERNE »

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15.33 - martedì 31 gennaio 2023

Quinta commissione, continua il dibattito sul ddl di Vanessa Masè sullo “zerosei”, l’integrazione tra nidi e scuole materne. Serie di emendamenti della Giunta della proponente

In Quinta commissione, presieduta da Mara Dalzocchio (Lega), si è discusso a lungo sul ddl n. 135 di Vanessa Masè che riguarda l’integrazione tra nidi e scuole d’infanzia, quello che viene chiamato “zerosei”. La consigliera della Civica, intervenendo sulla sua proposta, ha prima di tutto, tracciato il quadro delle scuole infanzia in Trentino che nel passato sono arrivate a ospitare 19 mila iscritti, contro i 12.700 attuali e che nell’anno scolastico 2023 – 2024 si ridurranno a 12.300. Un calo evidente, di fronte al quale permane la volontà di mantenere il più possibile i servizi d’infanzia sul territorio. Ma, ha ricordato Masè, non si può dimenticare che perdendo 20 sessioni all’anno si rischia di perdere 60 insegnanti. Nei nidi, invece, i posti sono oggi 3800 e con gli investimenti del Pnrr si potranno avere in 5 anni altri 500 posti in più. Un salto in avanti, certo, che però non basta.

 

Il disegno pedagogico non spetta alla legge

Vanessa Masè ha poi respinto la critica che nel suo ddl mancherebbe un disegno pedagogico. Invece, ha affermato, molti sono i passaggi dedicati ai criteri educativi. Ma gli indirizzi pedagogici, ha sottolineato, non li deve dare la legge: questi spettano alle linee guida. Cioè agli atti successivi che non vengono decisi dalla politica che è chiamata a tracciare il quadro, ma non i contenuti educativi. Quadro istituzionale che, partendo dalle esperienze che stanno avanzando sul territorio, la proposta legislativa cerca di dare. Quindi, non si tratta di una deregolamentazione, come è stato affermato dall’opposizione, tutt’altro. Perché la deregolamentazione è quella che c’è oggi. E comunque vada questo ddl, ha aggiunto la consigliera della Civica, si dovrà comunque ad avere una legge di fronte a una crescita che cresce in tutto il Trentino. Anche a Trento, a Sardagna, ha ricordato, si sta progettando con l’assenso del Comune lo “zerosei”. Quindi, senza quadro normativo ci sarà davvero un salto nel buio, perché la Pat non potrà coordinare questo servizio.

 

Masè: Non si vuole imporre nulla ai comuni e alle insegnanti

Il ddl, ha detto ancora, non prevede che i bambini vengano messi in classi comuni: il personale dei nidi seguirà sempre i più piccoli e le maestre delle materne i più grandi. Ma un degli obiettivi principali è l’inserimento a pieno titolo dello “zerosei” nel percorso scolastico. In questa logica di espansione dell’offerta educativa e formativa, ha aggiunto la consigliera, non ha senso investire due milioni di euro per costruire nuovi edifici quando, con 500 mila euro, si possono recuperare spazi in strutture delle scuole d’infanzia già capillarmente presenti. Ma quello economico, ha detto ancora, non è il primo obiettivo del ddl anche se la necessità di razionalizzare le risorse, per dare continuità al servizio, è evidente. Infine, la consigliera ha affermato che il no al ddl, significa non capire cosa sta accadendo nella realtà sociale. La proposta, ha detto ancora Masè, insiste sul monitoraggio e la valutazione dei progetti. Il tavolo istituzionale, inoltre, prevede la partecipazione degli interessati, ma questo può accadere solo nell’ambito di una norma. Una legge quadro che non obbliga però i comuni a fare scelte su dove collocare lo “zerosei”. Insomma, non si impone nulla a nessuno, tanto meno alle insegnanti, ma si offre un modello istituzionale per un servizio parallelo alle legge 13 e alle legge 4. Non si parla nel ddl di accorpamenti, ma di integrazione dei servizi. Quindi, ha concluso la consigliera chiedendo cautela, parlare di chiusure di scuole è pericoloso perché rischia di delegittimare l’istituzione scuola.

 

Abbattere la cesura tra asilo e scuola materna

Vanessa Masè ha poi presentato gli emendamenti. Uno dei quali, ribadisce il concetto di progressività di applicazione dello “zerosei” e se ne specificano i contenuti, definendo con precisione i contorni dell’incontro e dei percorsi comuni dei bambini. Con l’obiettivo di abbattere la cesura netta oggi esistente tra nido e scuola dell’infanzia, che pone spesso problemi alla continuità educativa. Particolare attenzione viene posta sulla necessità di mantenere i servizi anche nelle valli. Masè ha proposto un altro emendamento che riguarda le scuole a rischio di chiusura che potrebbero avere un’opportunità, seppur eccezionale, prevedendo la “coabitazione” di insegnanti e bambini dai zero ai sei anni. Ma questo, ha sottolineato, non rappresenta il cuneo per dire che le maestre della scuola d’infanzia dovranno occuparsi di tutto e tutti. Altri emendamenti approfondiscono il coordinamento tra i progetti e favoriscono l’osmosi con le associazioni del territorio e le scuole. Altro tema, la collaborazione tra enti pubblici e gestori privati con la centralità dei comuni che potranno stipulare convenzioni, come sta già accadendo in alcune zone, per realizzare lo “zerosei”.

 

Bisesti: una sfida che il Trentino deve accogliere

L’assessore Bisesti, annunciando una serie di emendamenti al ddl, ha affermato che aprire un dibattito, mentre nascono realtà “zerosei” sul territorio che chiedono un quadro di riferimento, è un merito che va riconosciuto a Vanessa Masè. Ci sono difficoltà, ha aggiunto, per tenere aperte scuole in zone periferiche e in quelle più colpite dal calo demografico. Ma non si sono chiuse scuole, ha ricordato, e si è andati spesso in deroga coinvolgendo comunità e gestori. Ma lo si è fatto con un notevole sforzo economico a fronte di una calo di 500 iscrizioni all’anno. Quindi, da Bisesti è venuto un sì al ddl anche perché lo “zerosei” è una sfida che il Trentino può e deve accettare.

 

Demagri: l’obiettivo è quello di razionalizzare le risorse

Per Paola Demagri (Casa autonomia ue) è ammirevole l’attenzione posta da Masè al suo ddl e alle critiche che sono venute nel corso delle audizioni e nei mesi scorsi dai portatori d’interesse. Ma, se si sono depositanti molti emendamenti da parte della proponente significa che le critiche hanno un fondamento e c’è l’interesse di migliorare il testo. Insomma, non si tratta di critiche ma di suggerimenti. Demagri ha detto però di continuare a non capire la necessità di varare una norma quando ci sono già esperienze “zerosei” attive che possono fare da sperimentazione. L’esponente di Casa autonomia, quindi mantiene i dubbi sulle finalità del ddl che, a suo parere, ha al fondo l’obiettivo, sul quale va fatto chiarezza, di razionalizzare strutture e personale. Demagri ha chiesto alla Giunta cos’è accaduto di nuovo da maggio quando il ddl venne presentato senza alcun cenno d’assenso da parte dall’assessore.

 

Coppola: è una forzatura, serve una fase sperimentale

Lucia Coppola (Europa Verde) ha affermato che le ragioni alla base e la portata del ddl non possono essere certo svalutate, ma la delicatezza della fascia “zerosei” impone che le scelte non vengano calate dall’alto sulla testa degli operatori. Le insegnanti delle scuola dell’infanzia si trovano troppo spesso di fronte a scelte già fatte. Questione che non riguarda solo il contratto, ma anche la dignità professionale. Coppola, che si è detta favorevole ai cambiamenti, ha affermato che si deve stare attenti a cambiare le cose che funzionano. Insomma, per l’esponente di Europa Verde, ci si trova di fronte a una forzatura perché prima di elaborare una legge, serve una fase sperimentale. Non solo, ma in commissione, ha affermato, è stata negata l’opportunità di ascoltare chi sta facendo esperienze in questo campo. Secondo Coppola la strada maestra dovrebbe essere quella di potenziare una formazione congiunta delle insegnanti dei nidi e delle scuole materne.

 

Maestri: gli emendamenti testimoniano che il ddl andrebbe riscritto

Lucia Maestri (Pd) ha detto di non essere contro le riforme che però vanno guidate sentendo tutti gli attori. E ha ricordato che la Federazione delle scuole materne ha espresso più riserve che hanno portato agli emendamenti presentati da Masè. L’esponente dem ha ricordato che il Trentino è stato un faro sulle scuole materne, con una legge costruita dal basso, a partire dagli operatori. Nel corso del dibattito, secondo la consigliera di opposizione, si è evidenziato uno iato tra la passione della proponente e l’atteggiamento dell’assessore che sottolinea la necessità della razionalizzazione della spesa e del salvataggio di posti di lavoro. Il nodo, a parere delal consigliera, sarebbe questo come testimonia il no all’audizione di chi sta sperimentando lo “zerosei”. Un’impostazione che la Federazione delle scuole materne ha colto. Un ddl, secondo Maestri, che andrebbe riscritto come testimonia il fatto che anche la Giunta ha annunciato emendamenti.

 

Bisesti: no, l’obiettivo non è quello di razionalizzare le spese

Bisesti ha replicato che non c’è alla base del disegno di legge la necessità di razionalizzare la spesa. Per l’assessore l’obiettivo di fondo è quella di creare un quadro nel quale collocare le esperienze in corso di “zerosei”, non c’entra con la razionalizzazione delle scuole. Il ddl non è, ha aggiunto, una forzatura, ma, per contro, il tentativo di evitare forzature al sistema. Il fatto che ci siano tanti emendamenti, ha aggiunto, non significa la volontà di stravolgere la bontà di fondo della proposta normativa. Infine, ha affermato che col ddl Masè si apre un iter per far sì che il nostro territorio affronti con ordine un cambiamento che emerge dalla società.

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